Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

In linea con il Piano d’Azione del 2020 per l’Unione dei Mercati dei Capitali (CMU), la Commissione europea sta preparando una strategia per gli investitori al dettaglio, per aumentare il livello di fiducia dei cittadini nel mercato dei capitali e garantirne la protezione. Con questa finalità ha avviato una consultazione che mira ad indagare le diverse opzioni per migliorare i regimi di adeguatezza e di appropriatezza previsti dalla MiFID II e dalla IDD o per creare una nuova valutazione incentrata sugli investitori retail.
Uno dei principali profili di attenzione allo studio del governo Draghi è rappresentato da una riforma fiscale complessiva e organica, nell’ambito della quale potrebbe trovare rivisitazione anche la previdenza complementare. In tale prospettiva si interseca il tavolo di concertazione in corso tra esecutivo e sindacati per delineare un nuovo intervento, a questo punto strutturale, di riordino del sistema previdenziale, che dovrebbe confluire nel Documento di Economia e Finanza (Def), e che ha tra i propri temi chiave la pensione di garanzia per giovani e donne, la flessibilità in uscita e il rilancio del risparmio previdenziale.
La digitalizzazione della previdenza complementare è una tendenza che già si profilava da tempo, in linea con l’evoluzione tecnologica, e che la pandemia di Covid-19 ha reso ormai inevitabile. Come si sta atteggiando il settore in tale scenario? MF-Milano Finanza ne ha parlato con Lorenzo Cicero, esperto dell’area normativa e istituzionale di Mefop, società costituita dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) per lo sviluppo dei fondi pensione.
Tutti scontenti gli operatori legati al Superbonus 110%. E presto anche i proprietari degli immobili se, come si prefigura, dovranno passare dal «tutto gratis» a migliaia di euro di spese a carico. Colpa della limitazioni al numero di possibili cessioni del credito fiscale (solo due cessioni e solo verso istituti qualificati) e, a cascata, delle conseguenze che ciò comporta.
Anche la commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presieduta da Carla Ruocco, scende in campo nella guerra per la governance di Generali. Gli uffici della Ruocco, come MF-Milano Finanza è in grado di anticipare, hanno convocato in audizione, il prossimo martedì 5 aprile, il group ceo della compagnia, Philippe Donnet. L’intenzione è «svolgere un’attività di approfondimento sulle recenti dinamiche di governance e azionarie» che hanno coinvolto Generali e, tra le tante cose, la commissione chiede informazioni sulle «attività svolte dal consiglio uscente che hanno portato alla presentazione di una lista di candidati», e sulle «interlocuzione avute con le varie autorità di vigilanza, i relativi esiti nonché gli approfondimenti in corso».
Qualcuno ha fatto anche un paragone calcistico tra la nazionale di Mancini e il team che venerdì 25 si è presentato agli investitori per spiegare le proprie idee sulla conduzione delle Generali nei prossimi tre anni, in vista del rinnovo dei vertici previsto il 29 aprile. I componenti del team erano di primissimo ordine; il gioco espresso non ha consentito di fare goal.Del resto, è comprensibile: era la prima volta che Francesco Gaetano Caltagirone, uno degli uomini più ricchi d’Italia e ideatore della lista alternativa a quella del Cda delle Generali, partecipava a una riunione in pubblico insieme a Claudio Costamagna, candidato alla presidenza e Luciano Cirinà, prospettico amministratore delegato.
La guerra costringe le società quotate di raccolta e gestione del risparmio a ricalibrare i portafogli dei propri clienti, ma ha impatti anche sulle loro azioni. Che nelle ultime settimane, complice la guerra in Ucraina, hanno subìto forti ribassi dopo l’ottima performance del 2021 sostenuta da raccolte record. Ma l’incertezza provocata dal conflitto ha provocato cali nelle borse e le azioni del settore dell’asset management hanno avuto ripercussioni più o meno ampie a seconda della maggiore o minore esposizione delle loro masse alle azioni.
Le reti di consulenti finanziari riescono ad anticipare i trend di mercato grazie a una relazione stretta con i risparmiatori che permette loro di captare i cambiamenti di umori e quindi di proporre le soluzioni più adatte per gestire l’emotività e le esigenze di protezione che emergono nei momenti difficili. E anche in questa complessa situazione, tra guerra, rischio stagflazione e tassi in aumento, non hanno fatto eccezione. I dati di gennaio di Assoreti, gli ultimi disponibili, confermano che i consulenti finanziari hanno giocato in contropiede rispetto all’ondata di volatilità che poi si è abbattuta sui mercati a fine febbraio con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. I primi evidenti segnali erano già presenti nelle settimane precedenti e non hanno colto di sorpresa i banker.
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Il piano del gruppo Caltagirone per il rinnovo del cda di Generali punta a profitti per circa 4,2 miliardi di euro nel 2024. Sono attese una crescita media annua dell’utile per azione superiore al 14% e una generazione di cassa cumulata disponibile per 9,5-10,5 miliardi nel periodo 2022-2024. Vengono confermati i dividendi e il buyback previsti dal piano dell’attuale a.d. Philippe Donnet. Il piano alternativo, chiamato Awakening the Lion (svegliare il Leone), è «un programma strategico molto più ambizioso rispetto al piano presentato dalla società».

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  • Camion e ruspe per il colpo al caveau il film della rapina da 4 milioni di euro
Venti mezzi, tra camion e utilitarie, rubati a marzo in diverse città del centro Italia. Oltre venti persone incappucciate. Benzina, fuoco, armi, chiodi sparsi sulla strada. E un copione imparato a memoria. Nemmeno un dettaglio lasciato al caso. Un colpo da 4 milioni di euro. «Un blitz di stampo militare quello messo a punto, con molta probabilità, con la complicità di una talpa interna all’Ivri di Chieti, e da un commando pugliese. Le gang del Foggiano sono specializzate in questo tipo di azioni». Ne sono convinti a 48 ore dalla rapina gli inquirenti. Quanto accaduto all’istituto di vigilanza di Sambuceto (frazione di Chieti) che raccoglie i soldi di banche, uffici postali, supermercati e attività commerciali all’ingrosso di tutto il centro Italia (ad eccezione del Lazio), sembra essere stato scritto da uno sceneggiatore.
  • Spinta agli utili e più acquisizioni Caltagirone vuole “svegliare” Generali
Lo hanno chiamato «il risveglio del Leone»: è l’ambizione del nuovo piano presentato ieri dai candidati della lista per il rinnovo del board di Generali di Francesco Gaetano Caltagirone, ovvero il presidente designato Claudio Costamagna e l’ad Luciano Cirinà. Un progetto alternativo a quello presentato a dicembre dall’attuale capo azienda Philippe Donnet, candidato alla riconferma con l’appoggio del primo socio Mediobanca. Giunto dopo mesi di attesa, il piano 2022-2024 è stato definito «ambizioso ma realistico» e punta ad aumentare gli utili, gli investimenti, le acquisizioni, tagliando i costi e migliorando la governance. L’obiettivo è una crescita degli utili di qui al 2024 del 14% all’anno, di cui un 8-9% arriverà dalla gestione ordinaria, un 2-3% dall’acquisizione di Cattolica e La Médicale – già perfezionate e un altro 3-4% dalle future operazioni di M&A che verranno realizzate, per cui sul piatto ci sono 7 miliardi (di cui 2-2,5 miliardi a debito). Il piano di Donnet prevede invece una crescita dell’utile per azione, al netto delle acquisizioni già fatte, del 6-8%, indicando un budget per le acquisizioni di 3 miliardi. I 4 miliardi (compreso il debito) in più previsti dal piano Costamagna-Cirinà non andranno a danneggiare il monte cedole (che resta uguale a quello indicato da Donnet), ma saranno finanziate con i flussi di cassa e gli utili che si libereranno grazie a un maggior taglio dei costi (600 milioni, su 8 miliardi totali) e a più investimenti in tecnologia. Le risorse per implementare la migrazione al digitale del Leone salgono di mezzo miliardo, rispetto al piano della Compagnia, fino a 1,6 miliardi.
  • Mediobanca respinge le critiche “In consiglio sempre tutti a favore”
I grandi nemici della lista di Caltagirone, seduti ai vertici di Generali e del primo azionista Mediobanca, somigliano a chi, dopo mesi in scena a schivare i fischi di pochi – ma robusti – soci, per un giorno si sono comprati i popcorn e guardano lo spettacolo. A fine giornata, però, filtrano critiche ampie e convergenti da Piazzetta Cuccia e da Trieste. Generali le concentra sugli obiettivi di business formulati da Luciano Cirinà e Claudio Costamagna, che sembra leggere come un campionario di belle e rosee promesse, mentre un portavoce Generali rammenta che «sotto la guida di Philippe Donnet e del suo team l’azienda ha lanciato e portato a termine due piani strategici triennali con successo, centrando o superando ogni volta tutti gli obiettivi, finanziari e industriali, annunciati al mercato, nonostante il contesto molto sfidante». E che il terzo piano del francese, Lifetime Partner 24 reso noto a metà dicembre, «è il miglior piano possibile per il gruppo Generali e i suoi stakeholders, con target ambiziosi e credibili basati sulla crescita sostenibile».

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  • Luana, offerto un risarcimento da 1,1 milioni
Un risarcimento di 1 milione e 100 mila euro. È quanto ha offerto l’assicurazione del datore di lavoro alla fami- glia di Luana D’Orazio, la 22enne morta mentre la-vorava a un orditoio a Montemurlo (Prato). Lo ha reso noto Andrea Rubini di Gesi Group, società di consulenza che segue la famiglia. Rubini giudica l’offerta «incongrua». Questo a pochi giorni dall’udienza preliminare per omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele del macchinario a cui lavorava Luana.
  • Unipol accelera: creato valore per 12,4 miliardi
Unipol accelera sulla sostenibilità: ieri il gruppo assicurativo guidato da Carlo Cimbri ha approvato, con i conti 2021 chiusi con un utile in crescita a 796 milioni e un dividendo di 30 centesimi per azione, anche il bilancio consolidato integrato, che comprende l’illustrazione dell’impegno sui fattori Esg. Nel 2021 il gruppo bolognese che controlla UnipolSai ha distribuito valore per 12,4 miliardi, dei quali 8,1 miliardi in indennizzi agli assicurati, e 4,3 distribuiti agli altri stakeholder, cioè azionisti, agenti, altri intermediari, fornitori, pubblica amministrazione, dipendenti e comunità. In un periodo come quello della pandemia, che ha visto emergere priorità di salute e previdenza, il gruppo sottolinea di aver raggiunto con le proprie coperture welfare 7 milioni di persone, equivalenti a circa il 12% dei cittadini italiani, «a conferma del ruolo di attore centrale nel processo di integrazione fra welfare pubblico e privato». In particolare le Pmi hanno sottoscritto polizze per oltre 700 milioni.
  • Caltagirone oltre il 9% nelle Generali: 7 miliardi per possibili acquisizioni
Generali, «un leone da risvegliare»: con «più del 9%» delle azioni Francesco Gaetano Caltagirone punta a questo obiettivo — che dà il nome al «programma strategico» per il rinnovo del board del 29 aprile — schierando come ticket di vertice il banchiere Claudio Costamagna e il top manager interno alla compagnia Luciano Cirinà. Al mercato ieri hanno presentato una strategia «ambiziosa ma assolutamente realizzabile», con target che superano quelli contenuti nel piano industriale del ceo Philippe Donnet, al quale peraltro Cirinà ha contribuito per l’area di cui è capo, il Centro-Est Europa. I numeri: utili per circa 4,2 miliardi al 2024 con una crescita media annua del 14% — superiore all’8% dell’attuale piano — da raggiungere anche con acquisizioni. Attesi inoltre generazione di cassa per 9,5-10,5 miliardi, investimenti per 1,5-1,6 miliardi in digitale e tecnologia e taglio di costi fino a 0,6 miliardi per arrivare a cost/income del 55%, circa dieci punti in meno su oggi. Poi ci sono le acquisizioni, per le quali si possono mettere sul piatto fino a 7 miliardi anche usando la leva finanziaria. Tutto ciò è realizzabile confermando gli stessi dividendi promessi da Donnet: 5,2-5,6 miliardi in tre anni e mezzo miliardo di buyback, ha detto Costamagna.

  • Generali, nel piano Caltagirone più M&A e utili fino a 4,6 miliardi

  • Finanziamenti. Il 44,5% degli italiani ha un mutuo o un prestito personale
  • Polizze salute. I broker bocciano le soluzioni retail offerte dal mercato
  • Risparmio gestito Ai fondi mignon il 22% del mercato