PRONTA LA RIFORMA IVASS DEI PRODOTTI UNIT LINKED. OSSERVAZIONI ENTRO IL 9 GIUGNO
di Anna Messia
Niente più limite del 5% agli investimenti in titoli privi di rating e regole uguali per tutti, comprese le compagnie lussemburghesi e irlandesi che finora hanno fatto riferimento alle normative dei rispettivi Paesi. Sono le novità principali contente nel regolamento Ivass che riscrive le norme sulle polizze unit linked, diffuso in pubblica consultazione dall’istituto di controllo presieduto dal direttore generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini. E se sul primo punto il mercato era già stato preparato, con le nuove regole che consentiranno alle assicurazioni di aumentare gli investimenti verso le pmi italiane e di offrire un maggiore sostegno alla ripresa economica, spingendo anche sui pir, è dal secondo intervento che potrebbero arrivare le maggiori sorprese. Le norme Ivass prevedono in particolare che le disposizioni in materia di limite agli investimenti saranno inserite «nell’elenco delle disposizioni di interesse generale per le imprese». Di conseguenza dovranno essere rispettate anche dalle imprese dell’Unione «operanti in stabilimento o in libertà di prestazione dei servizi sul territorio italiano». Nel mirino dell’Ivass sono finite quindi le assicurazioni, essenzialmente irlandesi e lussemburghesi, che in questi anni hanno sfruttato regole di mercato diverse per conquistare quote di mercato in Italia nelle polizze unit linked, fino ad arrivare a pesare per circa il 20% del totale. E ci sono anche imprese italiane che hanno aperto sedi in quei Paesi, le cosiddette «estero-vestite». Ora bisognerà vedere quale sarà la risposta del mercato che avrà tempo fino al 9 giugno per presentare osservazioni al regolamento pubblicato dall’istituto. Tornando alle altre novità introdotte, l’obiettivo dell’Ivass era di rimettere mano a una normativa del 2002 tenendo conto delle tante novità arrivate nel frattempo, da Solvency II sul fronte del capitale alla Idd, intervenuta sulla distribuzione. Le nuove regole avvicinano le unit linked agli investimenti in fondi comuni prendendo a riferimento il regolamento di Banca d’Italia sulla gestione collettiva del risparmio. Non c’è più il limite del 5% agli investimenti senza rating, ma sono stati fissati limiti per uno stesso emittente, per i derivati o per strumenti derivati non quotati. Le norme di Bankitalia sono state prese come benchmark «sia rispetto agli interessi dell’impresa di assicurazione, al fine di assicurare un level playing field con altri player del mercato finanziario, sia con riguardo alla tutela del mercato finanziario, per far si che il contraente persona fisica acquisti un prodotto con un profilo di rischio non più elevato rispetto a un oicvm destinato alla clientela non professionale», hanno chiarito dall’Ivass. Ma, come ribadito dall’autorità, deve anche essere previsto un rischio demografico, con l’impegno da parte della compagnia a liquidare una prestazione in caso di decesso, anche se non viene stabilito in quale percentuale. Per quanto riguarda i costi il regolamento chiarisce che, per le commissioni di gestione, è richiesto che «l’attività di gestione sia definita e ancorata a criteri oggettivi e verificabili predefinito nel contratto». L’Ivass è anche pronta a rimettere mano alle polizze tradizionali, che continuano a rappresentare la fetta più grande del mercato Vita, e per ha avviato un documento di discussione per coinvolgere nel dibattito operatori ma anche esperti e accademici. (riproduzione riservata)

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