Matteo Rizzi
Scambio dati per le criptovalute a livello Ocse. Arriva il Crypto-Asset Reporting Framework (Carf), lo schema che permette di implementare lo scambio automatico di informazioni a fini fiscali sui Bitcoin e simili tra le agenzie delle entrate dei diversi paesi. Ieri l’Ocse ha rilasciato un documento in consultazione pubblica per avviare un nuovo quadro di trasparenza fiscale per segnalare e scambiare le informazioni sui beni cripto. Lo scopo della consultazione è quello di informare gli organi politici in merito ad un possibile quadro di trasparenza definitivo. La proposta vuole creare uno standard internazionale per la raccolta e lo scambio automatico di informazioni riguardanti le transazioni in criptovaluta tra i fornitori di servizi e le autorità fiscali. Secondo le nuove regole, i fornitori dovranno quindi raccogliere i dati identificativi dei clienti e riportare le informazioni alle amministrazioni. Negli ultimi anni, è aumentato esponenzialmente l’uso di cripto-asset per una serie di investimenti e attività finanziarie, indica l’Ocse. Tuttavia, a differenza dei prodotti finanziari tradizionali, i beni virtuali possono essere trasferiti e detenuti senza l’intervento degli intermediari tradizionali. Pertanto, potrebbero essere sfruttati per eludere le misure internazionali di trasparenza fiscale già esistenti, come il Common Reporting Standard (Crs). In questo contesto, il G20 ha quindi chiesto all’organizzazione di sviluppare un quadro per lo scambio automatico sui Bitcoin e simili. La bozza «riproduce in larga parte lo schema utilizzato oggi per lo scambio di informazioni bancarie in materia tributaria e la recente legislazione americana (the Infrastructure Investment Jobs Act) che obbliga gli exchanges a fornire dal 2023 determinate informazioni all’Irs», spiega ad ItaliaOggi Raffaele Russo, of counsel da Chiomenti. Tuttavia è importante prevedere «tempi congrui per l’adattamento dei sistemi gestionali degli intermediari», spiega Russo, così come valutare la possibilità che «tali informazioni vengono incluse automaticamente nelle dichiarazioni dei redditi precompilate che molte amministrazioni fiscali mettono a disposizione dei propri contribuenti». Oltre al nuovo Carf, l’Ocse ieri ha presentato anche le proposte per la prima revisione completa del Crs sulla base dell’esperienza acquisita dai governi e dalle società a sette anni dalla sua adozione. La proposta estende il campo di applicazione del Crs per coprire la moneta elettronica e le valute digitali delle banche centrali.

Matteo Rizzi
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