LO SHOCK ENERGETICO SUPERERÀ DI 10 VOLTE LO STANZIAMENTO DEL DECRETO TAGLIA-PREZZI
di Andrea Pira
L’ultimo decreto Taglia-prezzi copre per appena un decimo gli extracosti di produzione per le imprese dovuti all’inflazione e al conflitto in Ucraina. Fonti imprenditoriali sondate da MF-Milano Finanza stimano la spesa aggiuntiva rispetto al 2021 in 35-40 miliardi di euro. E la cifra è considerevole, se si pensa che soltanto per pagare i costi dell’energia, secondo alcune previsioni, sono necessari ora almeno 80 miliardi di euro, cui sommare i rincari di altre materie prime e le spese che diverse aziende dovranno sostenere per ricostruire la propria catena di forniture.

La cifra di 40 miliardi si avvicina ai 43 miliardi aggiuntivi in bolletta, di cui nei giorni scorsi ha parlato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Da 8 miliardi nel 2019 si è infatti passati a 51 miliardi. Anche per queste ragioni Viale dell’Astronomia giudica insufficienti le misure contenute nell’ultimo decreto Taglia-prezzi da 4,4 miliardi, che ieri ha iniziato l’iter di conversione al Senato. L’attesa è per le proposte emendative per correggere un provvedimento considerato da più parti poco incisivo. «L’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti porta a una limatura per soli 30 giorni di pochi centesimi di accise per litro. Certo, è una misura rinnovabile nel tempo, ma l’effetto sul prezzo finale al consumo è ben inferiore agli aumenti in corso», lamentava Confindustria, contestando anche l’accoppiata rateizzazione delle bollette per il periodo maggio-giugno e garanzia pubbliche su prestiti per sostenere i maggiori costi. Un meccanismo, spiegavano nei giorni scorsi gli industriali, «che da una parte non è immediatamente applicabile, dall’altra continua a inondare il sistema nazionale con misure che generano indebitamento».

Il Taglia-prezzi sarà anche nuovo terreno di confronto tra maggioranza e governo per la volontà dichiarata del Movimento Cinque Stelle di ampliare ulteriormente la possibilità di cessione dei crediti d’imposta legati al Superbonus, ai bonus edilizi e anche ai nuovi bonus, oggi limitata a tre passaggi. Tra le proposte di modifica messe a punto dal senatore Emiliano Fenu, capogruppo in commissione Finanze e relatore del provvedimento, c’è la possibilità per le banche di cedere i crediti d’imposta ai propri clienti, almeno in funzione di compensazione fiscale. Anche Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia e presidente della commissione di Vigilanza su Cdp, chiede chiarezza sui soggetti qualificati per le cessioni, così da scongiurare un blocco del sistema e il tracollo di migliaia di imprese edili. Intanto pur con tutte le cautela del caso, il governo ha aperto alla proroga del cosiddetto bonus unifamiliari in scadenza il prossimo 30 giugno, concedendo quindi più tempo per compensare il blocco di quasi due mesi delle cessioni dello sconto in fattura e dei crediti. Ma il cantiere delle leggi del governo Draghi è molto ampio.

Nuovi interventi ci saranno però soltanto una volta approvato il Documento di economia e finanza. Il varo delle stime macroeconomiche, atteso già per questa settimana, potrebbe slittare al 5 o al 6 aprile, comunque in anticipo rispetto alla scadenza di legge del 10 aprile. Il governo attende infatti previsioni più accurate sul pil e i dati Istat e la possibile emisisone di altri 100 mld di euro di eurobond di cui ha parlato questo giornale (cfr numero del 23 marzo). In ogni caso i margini di manovra non dovrebbero discostarsi da quanto già scritto nella Nota di aggiornamento dello scorso autunno. L’intenzione del ministero dell’Economia sarebbe quella di confermare il deficit per quest’anno al 5,6% o al massimo sotto il 6%, sfruttando quindi gli spazi di bilancio dei conti 2021 migliori delle attese per coprire i futuri sostegni .

Intanto ieri ha preso il via la missione dei tecnici Ue per fare il punto sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Italia ha raggiunto sette dei 45 obiettivi da realizzare entro il primo semestre. La tabella di marcia indicata nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, prevede di arrivare a quota 17 o addirittura 18 nell’arco di un paio di settimane. Per accelerare i tempi il governo sta inoltre mettendo a punto un nuovo decreto Pnrr, con misure di semplificazione.

Sul fisco si apre infine l’ennesima polemica. Nonostante le misure introdotte per emendamento al Sostegni ter allunghino i tempi per il pagamento delle cartelle esattoriali riaprendo i termini per la rottamazione ter, e in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, denuncia che sono già partiti gli ordini esecutivi. Un’altra grana futura per il governo Draghi. (riproduzione riservata)
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