SARÀ RAFFORZATO IL CONTROLLO SU BANCHE, ASSICURAZIONI, ENERGIA E COMUNICAZIONI
di Andrea Pira
Il governo è pronto a imprimere una nuova stretta alla normativa del golden power a tutela degli asset strategici nazionali, anche in virtù delle necessità emerse a causa della guerra in Ucraina. Secondo informazioni raccolte da MF-Milano Finanza, a Palazzo Chigi si lavora per rendere definitivo l’attuale regime provvisorio rafforzato, dettato dalla pandemia e ora in vigore fino a fine anno, che consente l’intervento statale anche in caso di compratori europei.

L’esigenza di ridefinire l’architettura dei poteri speciali è stata sollevata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. «In un momento di fortissima tensione e incertezza internazionale, il delicato equilibrio tra l’esigenza di attrarre capitali stranieri e quella di mantenere il controllo su operatori strategici in alcuni settori economici vitali va perseguito ridefinendo alcuni aspetti e al contempo assicurando una maggiore adeguatezza delle strutture amministrative preposte», ha spiegato nel corso di un convegno alla Scuola nazionale dell’amministrazione. Garofoli non è entrato nei dettagli delle modifiche. Già in passato si era parlato di dotare l’Italia di una struttura simile al Cfius, il comitato statunitense di monitoraggio sugli investimenti stranieri e di un maggior raccordo con i servizi. L’ipotesi sarebbe quella di costituire dentro la presidenza del Consiglio una struttura più forte che si occupi del golden power, analoga a quella che accade in Francia. Arriverà perciò un controllo più stringente su banche, comunicazioni, energia e trasporti e un percorso più chiaro sui tempi di risposta dell’amministrazione. Il golden power rafforzato sarà allargato ad operazioni intra-europee e nazionali, proprio per esigenze di sicurezza che si sono dimostrate fondamentali negli ultimi due anni, segnati dal Covid e dal conflitto ucraino. Che ci sia la necessità di un tagliando della normativa sui poteri speciali lo dimostrano i numeri. A fine 2021, come emerge dall’ultima relazione del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), le notifiche son state 496 contro 341 dell’intero 2020 (+45%). (riproduzione riservata)

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