IL GROUP CEO SI PRESENTERÀ ALL’ASSEMBLEA CON UN UTILE OPERATIVO RECORD DI 5,8 MLD
di Anna Messia
Il group ceo Philippe Donnet, candidato nella lista del consiglio per un terzo mandato (con Andrea Sironi alla presidenza) si presenta all’assemblea del 29 aprile con un formidabile biglietto da visita: un risultato operativo record per il terzo anno consecutivo. Il dato 2021, diffuso ieri dalla compagnia, è stato di 5,852 miliardi, in aumento del 12,4% sul 2020, oltre il consenso posto a 5,69 miliardi. Anche l’utile netto è balzato del 63,3% a 2,847 miliardi, poco oltre le aspettative degli analisti a 2,81 miliardi. Il dividendo proposto è di 1,07 euro per azione. «Grazie a questi risultati, il gruppo chiude il piano strategico triennale raggiungendo tutti gli obiettivi nonostante il Covid-19», ha rimarcato Donnet. In particolare la compagnia ha realizzato un aumento degli utili per azione del 7,6% (6%-8% il range obiettivo del tasso annuo composto di crescita dell’utile per azione 2018-21), ha pagato dividendi per 4,52 miliardi (con un target di 4,5-5 miliardi nel 2019-2021), e il roe medio, escludendo il risultato del 2020, impattato dal Covid-19 e da effetti one-off, è stato superiore al target di piano (maggiore del 11,5%). Donnet ha chiarito ieri che, nonostante le incertezze legate alla guerra in Ucraina, il nuovo piano triennale 2024 presentato al mercato lo scorso 15 dicembre rimane confermato. Un progetto strategico che, come noto, prevede una crescita degli utili del 6%-8%; flussi di cassa netti disponibili a livello della capogruppo superiori a 8,5 miliardi e 5,2-5,6 miliardi di dividendi cumulativi. «Nel vecchio piano abbiamo rispettato i target nonostante due anni di pandemia, non c’è ragione di cambiare il nuovo», ha risposto Donnet a chi gli chiedeva quale fosse l’atteggiamento del mercato verso la compagnia alla luce anche dell’opposizione interna tra i soci, aggiungendo che «si tratta di un piano a cui tutti i manager del gruppo hanno lavorato nove mesi, avendo già dimostrando di saper raggiungere i risultati promessi». Il group ceo ha poi aggiunto che Generali ha a disposizione circa tre miliardi nel prossimo triennio per fare acquisizioni, con il cfo, Cristiano Borean che ha chiarito che la compagnia può generare tra 900 milioni e un miliardo di cassa all’anno. «Si guarda ad Asia e Europa, ma non più all’Italia dove, dopo l’opa su Cattolica, il gruppo ha raggiunto la prima posizione non solo nel Vita ma pure nel Danni», ha spiegato Donnet che riguardo alle crescita in India, dove le Generali sono state pronte a sfruttare la possibilità di salire dal 49% al 74%, si è detto fiducioso che l’operazione si chiuderà, nonostante nei giorni scorsi un tribunale abbia accolto il ricorso degli obbligazionisti della società venditrice. Per quanto riguarda la Russia, dove Generali detiene il 38,5% di Ingosstrakh, l’area rappresenta lo 0,1% degli asset del gruppo e i tre consiglieri rappresentati della compagnia si sono dimessi nei giorni scorsi. La quota nella società assicurativa, valutata 384 milioni di euro è già stata svalutata in passato a 231 milioni e avrebbe già ora un valore inferiore a quello di carico a causa del crollo del rublo, ma una nuova svalutazione sarà presa in considerazione solo con il prossimo bilancio semestrale. (riproduzione riservata)

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