di Andrea Pira
Un attacco informatico su quattro nel 2021 è stato sferrato nei confronti di operatori del settore energetico. «Gli attacchi nei confronti dei soggetti privati hanno interessato prevalentemente i settori energetico (24%, in sensibile incremento rispetto allo scorso anno), dei trasporti (18%, in aumento di 16 punti percentuali) e delle telecomunicazioni (12%, in crescita di 10 punti percentuali rispetto al 2020)», scrivono i servizi d’intelligence italiani nella loro ultima relazione annuale. All’interno del documento il tema dell’energia è centrale. La «ridondanza» del sistema infrastrutturale italiano permette al Paese di reggere al rischio di stop del gas russo. Sarebbe quindi in grado di compensare l’interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Federazione fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, «ha veicolato il 38% del fabbisogno nazionale». Nonostante le forniture diversificate e gli stoccaggi diano tranquillità, «la strutturale ed elevata dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas, superiore al 95%, è un elemento di criticità per la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale», notano gli 007. Nei giorni dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il documento del Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza, diretto da Elisabetta Belloni, mette in evidenza i tentativi della Russia di Vladimir Putin «di raffermare la propria primazia sull’area» post-sovietica, considerata «il perimetro minimo di sicurezza atto a garantire profondità strategica all’azione esterna di Mosca». Il settore energetico resta comunque uno dei più esposti. Non soltanto per l’eventuale futura dipendenza tecnologica da fornitori extraeuropei o possibili colli di bottiglia nell’approvvigionamento di materie prime necessarie alla fabbricazione di apparecchiature per lo sfruttamento delle rinnovabili. Benché il Paese si trovi in una fase economica espansiva, «alcune dinamiche, riconducibili in via prioritaria all’offerta di energia fossile, di altre materie prime, e di semilavorati in filiere critiche, costituiscono una potenziale minaccia per le prospettive di crescita«, scrivono ancora gli 007, la cui attività, nell’ultimo anno è stata in parte focalizzata ad accompagnare il governo nelle istruttorie legate all’applicazione del golden power. Il 2021 ha visto un ulteriore aumento delle notifiche alla presidenza del Consiglio per il possibile uso dei poteri speciali a tutela degli asset strategici, anche per effetto di una normativa sempre più stringente. A fine anno le notifiche son state 496 contro 341 dell’intero 2020 (+45%). (riproduzione riservata)
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