NORME, COMPETENZE E PRINCIPI ETICI DOVRANNO ANDARE DI PARI PASSO CON IL PROGRESSO
di Roberto Italia
L’intelligenza artificiale (Ai) è il pilastro di una nuova rivoluzione industriale. Class Editori ha dato il via ieri all’evento «Gli Stati Generali 2022 dell’Intelligenza Artificiale». Al convegno è intervenuto Mario Rasetti, professore emerito di fisica teorica del Politecnico di Torino. Per l’esperto si sta assistendo a una «transizione di fase» senza precedenti. «La quantità di dati prodotta ogni giorno è tale che solo l’Ai può consentirne la gestione e il controllo. I settori dell’economia saranno colpiti. Per esempio si andrà verso un sistema dove le banche fisiche scompariranno per far posto a grandi piattaforme in grado di fornire una serie di servizi articolati e unificati». Paolo Savona, presidente di Consob, ha detto la sua sulla tutela del risparmio: «Gli algoritmi darebbero un’oggettività alle decisioni di risparmio e aiuterebbero le persone a fare le scelte più giuste». Rasetti ha poi sottolineato che «con l’Ai stiamo affrontando il più clamoroso fatto culturale dalla creazione della stampante a caratteri mobili di Gutenberg». L’Ai rappresenta anche una partita tra Stati. Come spiegato da Kai-Fu Lee, informatico e imprenditore, «Usa e Cina sono più avanti nel campo e sono vicinissimi tra loro. Gli Usa primeggiano nella ricerca e nello sviluppo, mentre la Cina nella computer vision, nel linguaggio naturale e nell’implementazione industriale dell’Ai. L’Europa ha il potenziale, essendo ricca di scienziati di talento, ma mancano energia imprenditoriale e aziende che credano nell’Ai e che investano». Il tema dell’Ai è stato toccato anche a Dubai, dove è stato inaugurato il Museo del Futuro dedicato alla tecnologia. «Il mondo del digitale ha bisogno di luoghi fisici per avere un senso», ha commentato l’architetto Italo Rota.

L’Ai ha vari risvolti. Sul piano normativo, l’Ue sta facendo progressi sull’Ai Act. «Le norme si focalizzano su quali applicazioni abbiano alti profili di rischio e su quali prodotti possano entrare nel mercato comune», ha ricordato Brando Benifei, eurodeputato membro della commissione speciale sull’intelligenza artificiale del Parlamento Ue. Andrea Bertolini, avvocato ed esperto dell’Istituto Dirpolis, ha sollevato il fatto che «sarebbe meglio adottare un approccio regolatorio definito per singoli comparti». Inoltre, il progresso richiede lo sviluppo di competenze. Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, ha ricordato l’importanza di fare rete. Per Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, serve il coordinamento tra università, enti di ricerca, pubblico e privato. Infine, c’è un piano etico legato all’Ai. «Cinque anni fa si pensava che più dati c’erano nei sistemi di machine learning e meglio era, ma non si guardava ai rischi di bias. Recentemente si sono fatti progressi sull’etica by-design», ha detto Francesca Rossi, Ibm fellow e Ai ethics global leader. Etica e Ai si fondono anche in Sisal. «L’algoritmo che abbiamo lanciato ci consente di identificare quali sono gli utenti a rischio di dipendenza dal gioco. A tali clienti non offriamo per esempio promozioni», ha spiegato Davide Fililzola, chief digital officer di Sisal. (riproduzione riservata)

LE AZIENDE STANNO SEMPRE PIÙ APPLICANDO TECNOLOGIE LEGATE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. ECCO QUALI E IN CHE MODALITÀ
Mobilità, sanità, finanza: un mondo di possibilità
di Andrea Boeris
L’intelligenza artificiale è una rivoluzione che può modificare il modo di fare business. Ma le grandi aziende come stanno impiegando questa nuova tecnologia? Se n’è parlato nei due panel intitolati «Come cambia la vita del cittadino e del cliente» durante il convegno «Gli Stati Generali 2022 dell’Intelligenza Artificiale» organizzato da Class Editori.

Una rivoluzione che tocca molti ambiti e, secondo Valeria Sandei, ceo di Almawave, «si basa su tre elementi principali: dati, tecnologie di Intelligenza Artificiale (algoritmi e altri sistemi) e competenze di dominio: in alcuni dei settori più strategici e complessi l’Intelligenza Artificiale è ormai ovunque». Come ha sottolineato Carlo Torniai, head of data, insights and artificial intelligence di Esselunga: «Ci sono diversi ambiti in cui stiamo applicando sul campo l’AI, come gli algoritmi predittivi della domanda, per la previsione delle vendite. Questo ci permette di ottimizzare le risorse nei negozi e di effettuare i riordini al negozio in maniera più efficiente, eliminando scarti e sprechi e rendendoci più sostenibili». Un altro caso concreto arriva da A2a. «Nella trasformazione e raccolta dei rifiuti», ha spiegato l’head of innovation dell’utility Patrick Oungre, «cerchiamo di essere sempre più efficaci e ad esempio lo facciamo con una startup che usa il machine vision e ci aiuta per la plastica, con il riconoscimento delle immagini per avere un’analitica più accurata».

Del resto il tema dell’Ai «porta a opportunità che nel gruppo decliniamo sia per applicazioni interne che esterne», come ha sottolineato Roberto Tundo, chief technology, innovation & digital officer di Ferrovie dello Stato, «e valutiamo l’utilizzo di questi strumenti nella manutenzione predittiva. In questo modo non solo si è più efficaci ma si contengono anche i costi». Allo stesso modo si sta muovendo un altro importante attore della mobilità come Telepass. «Sui processi di business e sulla gestione dei dati siamo molto attenti», ha spiegato Mauro Giorgi, chief technology officer del gruppo, «e sull’adozione di tecnologie artificiali stiamo iniziando adesso a decidere dove andare a utilizzare le nuove tecnologie. L’Ai si intreccia con tematiche di controllo operativo ed essere predittivi per noi è essenziale».

L’impatto dell’Ai può essere enorme anche per la sanità, come ha raccontato Elena Bottinelli, head of innovation del gruppo San Donato: «Penso a migliori telediagnosi senza perdite di tempo (con il trasferimento), questo ci aspettiamo che possa fare nel lungo termine l’intelligenza artificiale, che però può aiutare anche i manager stessi nell’organizzazione del sistema». Lo stesso vale per la rete, che secondo Andrea Rossini, chief consumer, small & medium market officer di Tim, è «un abilitatore di intelligenza artificiale e il primo ambito di applicazione per noi è proprio la rete stessa: oggi si va verso un concetto di rete che si auto-organizza per essere più performante ed efficiente, anche dal punto di vista energetico».

Infine l’AI entra in gioco su finanza e assicurazioni. Massimo Proverbio, chief It, digital and innovation officer di Intesa Sanpaolo, ha ribadito che «il gruppo ha messo a scala l’intelligenza artificiale già da quatrro anni con risultati notevoli sul lato dell’efficienza: con l’Ai si dà al cliente un servizio migliore con un costo inferiore per noi». Come confermato da Bruno Scaroni, group chief trasformation officer in Generali: «Le assicurazioni nascono sull’utilizzo dei dati. Passare da dati singoli a dati in continuo è la grande opportunità per le assicurazioni». (riproduzione riservata)
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