IL SUO IMPEGNO VALE QUASI 3 MILIARDI. UNA QUOTA DE L 2,45% PERÒ È STATA DATA IN PEGNO
di Anna Messia
Vale quasi l’investimento di Francesco Gaetano Caltagirone in Generali. Secondo le ultimi informazioni disponibili l’imprenditore capitolino è arrivato a controllare il 9,519% di Generali, primo investitore privato della compagnia subito dopo Mediobanca che tra quote dirette (12,8%) e prestito titoli (4,4%) arriva al 17,2%. Un pacchetto di 150,5 milioni di azioni, che ai valori attuali di Borsa vale appunto quasi tre miliardi. Numeri emersi nel prospetto informativo per la raccolta delle deleghe pubblicato (sul sito awakeningthelion.com) dal proxy Georgeson che nei giorni scorsi è stato incaricato da Caltagirone di raccogliere le deleghe di voto in vista dell’assemblea del 29 aprile che dovrà eleggere il nuovo consiglio. Dal fascicolo emerge che quasi tutto il pacchetto di una delle società del gruppo, VM 2006, titolare del 2,45% di Generali, è stata data in pegno ma con il diritto di voto rimasto ovviamente in capo alla società di Caltagirone. Sempre VM 2006, Fincal e Finanziaria Italiana 2005, altre società dell’imprenditore capitolino, hanno poi in essere contratti derivati con il diritto o la discrezionalità di vendere complessivamente il 2,5% circa del capitale delle Generali. Lo stesso imprenditore, venerdì 25, durante la presentazione del programma strategico alternativo a quello del ceo Philippe Donnet, sostenuto dal consiglio di amministrazione e da Mediobanca, aveva detto di avere una quota superiore al 9% e non si possono escludere altri ritocchi al rialzo prima dell’assemblea della compagnia, pur entro il limite del 10% (soglia per la quale sarebbe necessario il via libera delle autorità di vigilanza).

Record di volumi. Di certo la corsa agli acquisti, evidentemente non solo da parte di Caltagirone, ha fatto bene al titolo che negli ultimi giorni (tranne la pausa di ieri -2,04%, a 19,73) ha continuato a registrare record di performance, toccando i 20 euro che non vedeva dal 2008, con volumi eccezionali. Solo negli ultimi due giorni gli scambi sono stati circa il 40% in più della media del mese precedente. Un aumento dei prezzi che, secondo gli osservatori, sarebbe anche il risultato della scarsità di prestiti d’azioni disponibili, mentre si sta avvicinando la record date per il deposito delle azioni in vista dell’assemblea. In pratica questi sono gli ultimi giorni per costruire una posizione per il 29 aprile. Mentre anche il proxy scelto da Generali, Morrow Sodali, ha avuto dalla compagnia il mandato per la sollecitazione delle deleghe di voto e si prepara a pubblicare il prospetto.

Sciolto tutto il patto. Intanto ieri la Delfin di Leonardo del Vecchio (6,62% delle azioni Generali) e Fondazione Crt (1,7%), che in questa partita solo dalla parte di Caltagirone, hanno fatto sapere di aver sciolto completamente il patto firmato a fine 2021. È stata comunicata la «cessazione, in data 27 marzo 2022, del patto parasociale di consultazione sottoscritto il 10 settembre 2021 da Delfin e da alcune società del Gruppo Caltagirone, avente a oggetto le azioni di Assicurazioni Generali da loro detenute, al quale Fondazione Crt ha aderito in data 17 settembre 2021 quanto alle azioni Generali di sua proprietà», si legge. Le società del gruppo Caltagirone, come noto, avevano già esercitato il recesso lo scorso 27 gennaio. «Delfin e Fondazione Crt hanno condiviso che sono venute meno le finalità per le quali lo stesso era stato costituito», si spiega ancora. In pratica ora tutti avranno le mani libere, anche su eventuali nuovi acquisti, in vista dell’assemblea, con Crt (che ha un tetto all’acquisto del 2%) che dovrà convocare un consiglio per decidere definitivamente come votare. Anche se, fonti vicine alla Fondazione di Torino, sottolineano l’apprezzamento per la lista messa a punto da Caltagirone.

Passo indietro della politica. Ieri, come anticipato da milanofinanza.it è rientrata nel frattempo anche la bagarre politica esplosa dopo la convocazione in commissione Banche del ceo Donnet. Grazie alla mediazione del senatore Mauro Maria Marino si è deciso di rinviare tutto a dopo l’assemblea, convocando anche Caltagirone e Assogestioni. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf