La pandemia da Covid-19, ed ora anche la guerra in Ucraina, hanno reso evidente che i rischi si verificano, anche quelli che appaiono più remoti. E le imprese sono chiamate ad elaborare sempre nuove strategie di contenimento per prevenire e gestire le conseguenze di un evento negativo. Margherita Bianchini, vicedirettore di Assonime, intervenuta ieri al MF legal week, ha riicordato che per evitare la liquidazione di imprese sane colpite dalla crisi, accanto alle misure per favorire la liquidità (moratorie, finanziamenti con garanzia pubblica, rafforzamento dell’impiego del Fondo PMI, ecc.), sono state introdotte norme straordinarie e temporanee sulla valutazione delle poste di bilancio e sugli effetti civilistici della rappresentazione contabili. Anche la previsione recente (legge 29 dicembre 2021, n. 233 – che ha convertito il dl 152) di un dovere a carico dei creditori pubblici qualificati (Agenzia delle Entrate, INPS, Agenzia delle Entrate-Riscossione) di segnalare all’imprenditore e all’organo di controllo della società, eventuali ritardi o omissioni nei versamenti contributivi e previdenziali che superino un determinato ammontare, impone la previsione di un meccanismo proattivo che incentivi l’imprenditore a prendere coscienza della propria esposizione debitoria verso i creditori pubblici e a valutare se essa possa determinare, anche in concomitanza con altri fattori, la condizione di squilibrio economico, patrimoniale o finanziario che consente di richiedere la nomina dell’esperto e di avviare il tentativo di ristrutturazione negoziale.

Assetti organizzativi adeguati, ha continuato Bianchini, consentono la controllabilità dell’esercizio dell’attività d’impresa e consentono di prevenire e gestire illeciti e danni. La struttura dei controlli societari nella grande impresa, negli ultimi quindici anni, si è evoluta e incrementata fino a ricomprendere una molteplicità di soggetti che a vario titolo esercitano forme di controllo sull’attività d’impresa. Le società di medie e grandi dimensioni si sono dotate di strumenti, strutture organizzative, norme e regole aziendali dirette a preservare il corretto perseguimento dei fini dell’impresa e la legalità della sua attività: processi di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi; flussi informativi volti a garantire la circolazione delle informazioni; processi aziendali organizzati gerarchicamente a più livelli, in cui a ciascun livello corrispondono poteri, doveri e responsabilità circa l’assunzione delle decisioni relative ai processi e alla loro attuazione; segregazione di compiti e funzioni, con distinzione di ruolo tra chi decide, esegue controlla, autorizza; tracciabilità di tutte le attività compiute, in modo da poter ricostruire tutti i passaggi che hanno condotto a un risultato o a un evento; formalizzazione dei sistemi di delega e delle regole di firma; strumenti di monitoraggio e reporting; programmi di formazione; momenti di controllo atti a intercettare i rischi individuati in relazione a ciascuna attività sensibile; punti di verifica dei risultati.

Gli assetti di governance societaria sono attraversati anche da un sempre più intenso processo di incorporazione delle nuove tecnologie digitali all’interno di funzioni e processi aziendali.

Si delinea una prospettiva d’inclusione dell’IA negli assetti organizzativi, contabili e amministrativi della società, che sottende alcune questioni importanti: (i) sull’adeguatezza di tali assetti in presenza o mancato ricorso alla tecnologia, (ii) sul ruolo che l’intelligenza artificiale svolge nell’intercettare i rischi e sulla compliance, (iii) su quali siano le scelte strategiche del consiglio in questo ambito e (iv) su quali competenze debbano avere gli amministratori in tale contesto, ha concluso Bianchini.
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