I DATI E LE PREVISIONI SULLE CONDIZIONI ECONOMICHE E SOCIALI CONTENUTI NELLA RELAZIONE BES 2022
di Tancredi Cerne
Luci e ombre della pandemia. L’avvento del Covid ha fatto sentire i suoi effetti sulla condizione economica e sociale degli italiani determinando un calo dell’occupazione e del reddito pro capite e un forte incremento della povertà assoluta. Ma esiste anche un’altra faccia della medaglia fatta di una forte contrazione degli agenti inquinanti registrata nel corso del 2020 e un abbattimento del livello di criminalità. Sono questi alcuni dei risultati dell’analisi condotta dal ministero dell’economia e delle finanze su 12 indicatori Bes (benessere equo e sostenibile) mappati ogni anno per tenere sotto controllo lo stato di salute del sistema Italia (la relazione 2022 è stata trasmessa di recente al parlamento). Un dedalo di indicatori e sotto indicatori che vanno dal benessere economico, alla salute, all’istruzione, passando per il lavoro, la sicurezza, la politica l’ambiente e il patrimonio culturale, tutti fortemente condizionati, nel corso del 2020, dai numerosi interventi messi in atto per contenere l’impatto delle crisi. A partire dai 191,5 miliardi di euro messi a disposizione dell’Italia attraverso il Next Generation su cui si è andato a innestare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), integrato da fondi aggiuntivi nazionali per 30,6 miliardi. In ultimo, la legge di bilancio 2022 plasmata per finanziare ulteriormente l’attuazione di importanti riforme economiche e sociali e accompagnare le iniziative di rilancio del paese.«Nonostante gli ingenti interventi attuati nella prima fase della pandemia che ne hanno mitigato l’impatto, il 2020 ha segnato un arretramento del benessere economico e un peggioramento della disuguaglianza e della povertà assoluta», ha ammesso il ministro dell’economia, Daniele Franco, secondo cui i prossimi anni segneranno un recupero quantomeno parziale negli indicatori bes che più hanno risentito degli effetti dalla pandemia: dal reddito disponibile lordo pro-capite, all’indice di disuguaglianza dei redditi, a quello di povertà assoluta». Entrando nello specifico dell’analisi del Mef si scopre infatti che dopo sei anni di incrementi, l’avvento del Covid ha portato a una contrazione dell’1,5% nel reddito lordo pro-capite degli italiani.Una performance negativa che è stata parzialmente mitigata dagli interventi straordinari del governo. «Per il 2021 il reddito lordo pro-capite è stimato in rapido recupero (+4,3%), su livelli superiori a quelli del 2019», hanno avvertito gli analisti del Mef secondo cui l’indicatore dovrebbe migliorare ulteriormente nel triennio 2022-2024, con incrementi annui superiori al 3%, più di quanto osservato nel periodo pre-pandemia.Tutto questo ha avuto un effetto diretto sul livello di povertà assoluta che ha interessato oltre i 5,6 milioni di persone (circa 2 milioni di famiglie), con un aumento, rispetto al 2019, di oltre un milione di individui (335 mila famiglie).

A risentire pesantemente della pandemia sono stati poi gli indicatori relativi alla dimensione della salute degli italiani. «Nel 2020 la mortalità si è attestata su livelli eccezionalmente elevati, con un incremento rispetto al 2019 inferiore soltanto a quello del primo anno di conflitto della Prima guerra mondiale e alla pandemia di spagnola del 1918», si legge nel documento del Mef.Nonostante questo, il dato Istat relativo alla speranza di vita in buona salute alla nascita ha registrato un netto miglioramento rispetto al 2019 (+2,4 punti percentuali) a seguito dell’aumento della quota di popolazione che si è dichiarata in buona salute (dal 70,4% del 2019 al 74,3% del 2020).Male invece un altro indicatore relativo alla salute, ovvero l’eccesso di peso. «Nel 2020 si è registrato il peggioramento più consistente dell’indicatore (un punto percentuale), che ha portato l’incidenza dell’eccesso di peso nella popolazione al 45,9% dopo tre anni di sostanziale stabilità».

Note dolenti anche sul fronte occupazionale con il tasso di mancata partecipazione al lavoro che ha interrotto il prolungato miglioramento del quinquennio precedente. Un risultato ottenuto grazie agli interventi del Governo che hanno mitigato gli effetti negativi sostenendo i redditi dei lavoratori dipendenti in cassa integrazione e degli autonomi impossibilitati a svolgere la professione. Infine, la giustizia e l’ambiente.

L’indice di criminalità, ha registrato nel 2020 il calo più marcato dal 2005 (-6,1 vittime ogni 1.000 abitanti). Un risultato legato all’eccezionalità delle misure restrittive introdotte nel 2020. Mentre sul fronte dell’efficienza della giustizia civile, la durata media dei procedimenti ha registrato scostamenti minimi rispetto al passato: pur in condizioni di emergenza sanitaria e di limitazioni agli spostamenti, l’attività giudiziaria è proseguita infatti in sicurezza grazie alle misure adottate nel 2020, che hanno contenuto le possibili ricadute sui tempi della giustizia. Sotto il profilo ambientale, l’indicatore emissioni di Co2 ha registrato una contrazione profonda, inferiore solo a quella osservata nel 2009, che ha spinto le emissioni di Co2 al livello più basso mai osservato. La riduzione maggiore in termini assoluti ha interessato il settore industriale, seguito dalle famiglie e dai servizi, mentre in termini percentuali sono questi ultimi ad aver registrato il calo maggiore.
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