PREZZI DEI CDS MOLTIPLICATI DI 20 VOLTE IN DUE SETTIMANE. ORA SCONTANO IL RECORD DEL 71% DI POSSIBILITÀ DI UN CRACK IMMINENTE
di Elena Dal Maso
Il trading sui credit default swap, i derivati usati per assicurarsi contro un mancato pagamento, si è intensificato molto questa settimana, la seconda da quando Mosca ha invaso l’Ucraina.

I mercati si stanno interrogando se il fatto che la Russia intenda ripagare alcuni detentori esteri di obbligazioni in rubli possa alla fine essere giudicato come un default. Gli investitori temono poi che le sanzioni internazionali possano complicare il futuro di 39,7 miliardi di dollari di emissioni sul mercato. La Banca centrale di Mosca ha già avvertito che per ora i bond governativi in mano agli investitori stranieri sono congelati (Bloomberg ha calcolato 29 miliardi di dollari di debito coinvolto).Il mercato degli swap ieri indicava una probabilità (record) del 71% che la Russia diventi insolvente entro un anno e dell’81% entro cinque anni, secondo Ice Data Services. Assicurare 10 milioni di dollari di debito russo per un anno ora costa 5,8 milioni di dollari subito e 100.000 dollari all’anno. Un dato che si confronta con i valori della scorsa settimana per 3,8 milioni di anticipo e di appena 300.000 dollaro l’anno prima dell’invasione russa in Ucraina. Quindi i prezzi sono saliti di circa 20 volte in due settimane.

«Il mercato ora sta segnalando ad alta voce che i credit default swap scatteranno», ha commentato Jochen Felsenheimer, direttore di Xaia Investment a Monaco di Baviera, una società che si occupa di cds e obbligazioni. «Abbiamo visto grandi volumi di investitori che acquistano cds questa settimana», ha aggiunto l’esperto. Gli investitori stanno ancora dibattendo sul fatto se i credit default swap scattino nel caso la Russia rimborsi il suo debito estero in rubli (e non in dollari) dopo che il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto consentendo al governo e alle aziende russe di operare in questo senso. Mosca deve pagare mercoledì 16 marzo cedole per un valore di 117 milioni di dollari su obbligazioni in valuta estera, un fatto che potrebbe eventualmente far scattare gli swap se i dividendi venissero staccati in valuta locale. Se il Paese non riuscirà a onorare i suoi obblighi verso i creditori esteri si riproporrà la situazione che era emersa nel 1998, quando il Paese divenne inadempiente sul suo debito interno, mentre il debito estero fu invece ristrutturato.Fra i gruppi stranieri che hanno in mano buona parte del debito russo, Pacific investment management (Pimco, che fa parte del gruppo Allianz) ha accumulato un’enorme scommessa sul fatto che la Russia non sarà inadempiente sul debito, secondo quanto scrive il Financial Times. Il gestore patrimoniale specializzato nella gestione di fondi di debito ha aperto almeno 1 miliardo di dollari di scommesse sul mercato dei derivati e 1,5 miliardi nel debito sovrano russo. E almeno cinque fondi Pimco hanno venduto credit default swap agli investitori.

La maggior parte delle esposizioni, secondo il quotidiano inglese, si trova nel gigantesco fondo che ha asset per 140 miliardi gestito dal chief investment officer Dan Ivascyn, insieme ad Alfred Murata e Joshua Anderson. Il fondo ha rivelato di aver sottoscritto 942 milioni di dollari di protezione sulla Russia alla fine del 2021. Gli altri veicoli in possesso di posizioni includono il fondo obbligazionario Total return di Pimco, Diversified income e Low duration Income. (riproduzione riservata)
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