Massimo Doris (Mediolanum): alzare i benefici fiscali dei Piani di Risparmio può innescare un circolo virtuoso a favore dell’economia italiana. Fineco? Ha fatto bene a penalizzare la troppa liquidità sui conti
di Jole Saggese

Se verranno innalzati i benefici fiscali dei Pir, questi ultimi potranno innescare un circolo virtuoso e aiutare la ripartenza dell’economia italiana. Troppa liquidità sui conti è svantaggiosa sia per le banche sia per i clienti e la decisione di Fineco di penalizzare i depositi eccessivi ha sollevato una questione chiave. Ai microfoni di Class-Cnbc parla l’ad di Banca Mediolanum, Massimo Doris.
Domanda. Nel marzo 2020 Wall Street ha toccato i minimi. Poi è cominciata la risalita anche se lo spettro dell’inflazione si riflette sulla raccolta dei fondi, a febbraio in decisa frenata…
Risposta. Non sono preoccupato. Il mercato si muove spesso sull’onda di dati di breve. I clienti continuano ad acquistare fondi e a vendere non sempre con una corretta prospettiva di medio/lungo termine. L’incertezza dei tempi dei vaccini, i dubbi sulla crescita del pil, il timore dell’accelerazione dell’inflazione hanno preoccupato gli investitori. Nel nostro caso, a gennaio la raccolta netta è stata positiva, a febbraio è stata superiore, a marzo sarà ancora superiore come in realtà dovrebbe essere. Quindi farsi assistere bene è importante per non perdere grandi occasioni.
D. La pandemia ha accentuato la capacità di risparmio degli italiani, spingendo i depositi a un passo da 2 mila miliardi. Un trend inarrestabile?
R. In ogni crisi c’è un accumulo di risparmio. C’è crisi, quindi c’è paura e la gente non spende. Rimanda gli acquisti ed accumula di più anche a scopo precauzionale, per prudenza. In questo caso l’aumento della liquidità è stato ancora più forte delle precedenti crisi perché, accanto alla paura c’è anche il lockdown con l’ impossibilità di spendere.
D. Fineco ha deciso di penalizzare i conti con liquidità superiore a 100 mila euro. È una strada che altre banche seguiranno?
R. Diverse banche hanno attuato politiche per limitare l’eccesso di liquidità parcheggiata, masse evidentemente importanti. Questo è totalmente comprensibile. È una situazione antieconomica per la banca e inefficiente per il risparmiatore, in sintesi svantaggiosa per entrambi. Mi fa specie che una notizia del genere faccia rumore, vuol dire che non abbiamo ancora compreso che i tassi sono negativi per davvero e ci resteranno a lungo. Per quanto ci riguarda, non abbiamo questo problema, perché siamo sempre molto attenti a spiegare ai clienti le opportunità che si perdono per stando fermi e liquidi sui conti correnti.
D. Il tutto stride con la crescita del debito pubblico italiano che di mese in mese aggiorna nuovi record.
R. Un punto di incontro potrebbe esserci con la crescita del pil. Se l’economia riparte, le aziende fanno più utili, assumono di più, riprendono i consumi, si pagano più imposte e quindi il rapporto debito-pil si riduce. Questa è la direzione: spingere e incentivare la ripresa economica. Il risparmio privato è una grande risorsa del Paese, che può essere estremamente prezioso per la ripresa economica. In questo quadro i Pir – sia quelli tradizionali sia quelli alternativi – sono lo strumento giusto per incanalare il risparmio verso le imprese e l’economia produttiva. Un’ottima soluzione d’investimento per i risparmiatori nel lungo periodo, specie con il perdurare di tassi negativi.
D. I Pir alla fine non hanno raggiunto l’obiettivo sperato…
R. Erano partiti molto bene, poi la normativa è stata modificata e di fatto sono stati bloccati. Quando sono ripartiti è sopraggiunta la pandemia e tutti i timori legati all’andamento dei mercati. Quindi di fatto non sono assolutamente ripartiti.
D. Potrebbe essere utile la proposta di Sestino Giacomoni, contenuta in un emendamento al dl Sostegni e anticipata da MF-Milano Finanza di aumentare l’esenzione fiscale sui Pir, innalzando il tetto da 30mila euro all’anno a 60mila?
R. Assolutamente sì. Alzare il tetto del beneficio fiscale renderebbe i Pir ancor più attrattivi per gli investitori. Una ripartenza dei Pir, oltre ad alleggerire la liquidità sui conti, favorirebbe la ripartenza dell’economia e incentiverebbe tante imprese a quotarsi per raccogliere capitali stabili di lungo termine che finanzino i piani aziendali di espansione. Questo si traduce in maggiori opportunità per le aziende di ottenere capitali da investire nello sviluppo del Paese, limitando anche gli investimenti all’estero. Secondo me sarà un punto fondamentale per la ripresa, la ripartenza e la crescita futura di questo Paese. (riproduzione riservata)

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