Fabi, il sindacato dei lavoratori delle banche, sostiene che tra circa 100 giorni scadranno i termini della proroga, introdotta dal governo con la legge di bilancio per il 2021, alla norma che ha consentito dall’inizio della pandemia a oggi di congelare le rate dei finanziamenti di 1,3 milioni di aziende per 198 miliardi e di 1,4 milioni di cittadini per 95 miliardi: in totale, oltre 293 miliardi. Quando si arriverà al momento della scadenza a giugno, secondo la Fabi “c’è il rischio che 2,7 milioni di imprese e famiglie italiane si trovino improvvisamente sull’orlo del sostanziale dissesto finanziario”.

A causa di una serie di vincoli approvati dall’Autorità bancaria europea (Eba) in vigore da gennaio scorso, il prossimo giugno dovranno anche essere applicate nuove e stringenti regole sulla gestione dei non performing loan: l’interruzione delle moratorie non più prorogabili, comporterà che almeno una quota rilevante dei soggetti con le rate attualmente sospese, in assenza di liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati, possa essere classificata dalle banche in posizione di default.

Secondo il sindacato dei bancari, con dati della Task force liquidità aggiornati al 10 marzo, la questione riguarda 2,7 milioni di posizioni debitorie (ovvero prestiti) di imprese e famiglie clienti di banche che hanno presentato richiesta di sospensione dei pagamenti delle rate sfruttando la possibilità concessa dal decreto legge Cura Italia varato l’anno scorso, all’inizio dell’emergenza sanitaria.

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