Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Consob ha pubblicato l’11 marzo 2021 gli esiti della consultazione sulle modifiche al Regolamento intermediari in materia di requisiti di conoscenza e competenza del personale, avviata nel mese di luglio dello scorso anno. Anasf ha partecipato alla consultazione inviando il suo parere alla Commissione. Dopo due anni trascorsi ad uniformarsi alle stringenti regole introdotte da Consob, nel 2018 si torna al punto di partenza. L’Autorità ha infatti deciso di abbandonare, con il sostegno del Comitato degli operatori di mercato e degli investitori, di cui fanno parte, tra gli altri, i rappresentanti delle società mandanti, le regole puntuali finora applicate in materia di formazione e aggiornamento professionale, per adottare un approccio per principi generali. Verrà cioè effettuato, a partire dal prossimo 31 marzo, un rinvio diretto agli Orientamenti di ESMA su conoscenze e competenze, rimettendo agli intermediari la scelta di identificare le modalità operative idonee a garantire il rispetto da parte del proprio personale degli standard previsti. Non saranno pertanto più previste 30 ore annuali di aggiornamento obbligatorio o un test al termine del percorso formativo svolto. Ogni intermediario determinerà le ore necessarie per la formazione dei propri consulenti finanziari e anche le modalità in cui i corsi di aggiornamento saranno prestati.
Il sistema previdenziale italiano prosegue il suo adeguamento al quadro comunitario dettato dalla direttiva Iorp 2. A fine dicembre scorso la Covip è intervenuta in senso evolutivo dettando nuove regole in materia di trasparenza e di modalità di adesione. Quali sono le principali novità e quali sono gli impatti sui fondi pensione? MF-Milano Finanza ne ha parlato con Lorenzo Cicero dell’area normativa e istituzionale del Mefop, la società interna al ministero dell’Economia che si occupa dello sviluppo dei fondi pensione.
Nelle ultime due settimane Société Générale e Barclays hanno annunciato l’ingresso nel mercato italiano del private banking e altre starebbero valutando di aprire nel Paese. Mosse che avrebbero fatto già notizia in tempi normali, ma spiccano ancor di più perché realizzate in piena pandemia. Segno che, nonostante le difficoltà economiche del momento, le private bank estere, vedono molte possibilità di business nel segmento delle gestioni d’alta gamma. Anche se il mercato è già molto presidiato dagli operatori italiani, che si fanno un’accesa concorrenza a suon di reclutamenti di banker, evidentemente le stime alla base dei business plan degli esteri indicano che ci sono spazi per una ulteriore crescita. D’altra parte la fetta non ancora servita è ampio. In base ai dati dell’Aipb (Associazione italiana del private banking) i portafogli gestiti in Italia dalle private bank sono pari a 908 miliardi di euro (dati a fine 2020), a fronte di una situazione in cui in Italia le famiglie benestanti sono circa il 4% dei nuclei registrati dall’Istat e la ricchezza finanziaria investibile è pari a 1.150 miliardi. C’è quindi un gap di 250 di miliardi non ancora coperto dai servizi di private banking. In base agli ultimi dati di Magstat a fine 2020 gli operatori esteri presenti sul mercato italiano del private banking erano 31, stabili rispetto a fine 2019 per via, da una parte, dell’ingresso a marzo scorso del gruppo Vontobel (Vontobel Wealth Management sim) rientrato in Italia dopo che aveva già operato qui dal 2008 al 2013, e dall’altra della chiusura dell’attività di Lgt Italia Sim (gennaio 2020).
Il reshoring e la diversificazione geografica delle produzioni industriali era già iniziato prima del 2020 ma ora, dopo i gravi effetti generati dalla pandemia e dal blocco del canale di Suez sul trasporto marittimo intercontinentale, il processo subirà una decisa accelerata. La nave Ever Given che ha bloccato la via d’acqua egiziana che collega l’Oceano Indiano al Mediterraneo non sarà liberata prima di qualche giorno e l’immediata conseguenza è che molte altre navi sono ferme in attesa mentre molte altre hanno già optato per il piano B: vale a dire circumnavigare l’Africa. Alternativa che ha un costo: sette giorni in più di navigazione e un consumo extra di carburante pari a mille tonnellate di bunker. Ai prezzi attuali dunque quasi 500mila dollari in più, anche se è vero che si risparmia la tariffa per l’attraversamento del canale» spiega a MF-MilanoFinanza l’armatore Cesare d’Amico, al vertice di d’Amico Società di Navigazione.
In questi giorni allo statuto della Delfin, che controlla gli asset della famiglia Del Vecchio (comprese le partecipazioni in Mediobanca, Generali e Unicredit) è stata apportata una modifica per disciplinare la successione al patron Leonardo qualora si verifichino determinate circostanze per le quali egli lasci il vertice della società. È una decisione che obbedisce a esigenze di chiarezza e stabilità e che elimina uno dei tanti idola fori comparsi nei mesi scorsi per dimostrare una presunta indeterminatezza sul futuro, in particolare, della partecipazione in Mediobanca, oggi al 13%: quindi gli altrettanto presunti rischi di un aumento dell’interessenza al 20%, regolarmente autorizzato però dalla Vigilanza unica.
Nell’anno nero del Covid la Reale Mutua di Torino, assicurazione con 193 anni di storia, è comunque riuscita a registrare un utile in crescita a 155,5 milioni (+2,6%), è pronta a riconoscere ai suoi clienti benefici di mutualità per almeno 10 milioni e soprattutto a chiudere l’anno con un indice di solvibilità record del 290%, quasi tre volte il minimo richiesto dal regolatore. Spalle larghe per affrontare il 2021, che non si preannuncia facile. «Nonostante le manovre del governo per sostenere imprese e lavoratori con cassa integrazione e moratorie sui prestiti, che hanno l’effetto di attutire la crisi, quest’anno ci sarà inevitabilmente un contraccolpo economico su imprese, attività commerciali e famiglie», ossia i clienti di riferimento delle assicurazioni, osserva il direttore generale Luca Filippone. Ma Reale Mutua «ha già dimostrato di saper far fronte alle difficoltà e guarda con fiducia al futuro, pronta a crescere anche tramite acquisizioni all’estero, come già fatto negli ultimi anni in Spagna e in Cile».
Corsa contro il tempo per il Superbonus 110, la maxi agevolazione fiscale che consente di mettere mano a importanti lavori di riqualificazione edilizia praticamente a costo zero. Tra burocrazia e oggettiva complessità dei lavori ammessi alla detrazione (tipo cappotto termico e impianti di riscaldamento al fine di migliorare di almeno due classi le prestazioni energetiche di un edifici), il rischio è non riuscire ad approfittare del vantaggio fiscale previsto, oppure di spendere molto più del necessario sforando i massimali. Nonostante manchi più di un anno, la scadenza del 30 giugno 2022 risulta infatti pericolosamente vicina alla luce dei tempi biblici necessari per istruire i lavori per riqualificare condomini o abitazioni indipendenti. Con riflessi appunto anche sui costi. L’ostacolo più grosso è rappresentato dagli uffici tecnici dei Comuni, e in parte anche dagli amministratori di condominio, entrambi in questa fase oberati dal fioccare di richieste di avvio dei lavori di riqualificazione legati al Superbonus 110, e quindi lenti nello svolgere i compiti di loro pertinenza.
La carestia è alle spalle? Almeno sul fronte dei dividendi pare di sì. I primi dieci titoli di Piazza Affari a media e larga capitalizzazione quest’anno presentano un dividend yield che va dal 5,8 all’11%. Significa che nel 2021 queste società, per lo più appartenenti al settore finanziario (che lo scorso anno erano state invitate a non remunerare gli azionisti dalle authority del credito), staccheranno una cedola che alle quotazioni attuali rende quasi come dieci Btp decennali (0,6%). Dalla tabella elaborata dall’ufficio studi di Equita per MF-Milano Finanza e pubblicata qui a fianco emerge in prima posizione Banca Generali con un dividend yield dell’11% seguita da Banca Mediolanum con il 9,7%, Generali con l’8,7%, UnipolSai con il 7,5%, la stessa Equita con il 6,7%, Unipol (holding) con il 6%, le risparmio di Tim con il 5,8%, Snam con il 5,3%, Azimut con il 5,3% e A2A con il 5,2%.
Se verranno innalzati i benefici fiscali dei Pir, questi ultimi potranno innescare un circolo virtuoso e aiutare la ripartenza dell’economia italiana. Troppa liquidità sui conti è svantaggiosa sia per le banche sia per i clienti e la decisione di Fineco di penalizzare i depositi eccessivi ha sollevato una questione chiave. Ai microfoni di Class-Cnbc parla l’ad di Banca Mediolanum, Massimo Doris.
Poste Soluzione Premium è una polizza multiramo, a vita intera e premio unico, con possibilità di premi aggiuntivi, caratterizzata dalla combinazione di un prodotto assicurativo con partecipazione agli utili e di una componente assicurativa unit-linked. Il premio può così essere destinato ad una varietà di fondi esterni, Etf compresi, per la parte unit-linked mentre la quota destinata alla sicurezza verrà convogliato nella gestione separata Posta ValorePiù. La parte di capitale investita nella gestione separata deve essere pari almeno al 10% e al massimo al 50%, e di conseguenza la percentuale dei fondi esterni dovrà essere compresa tra il 50% e il 90%. Ciascuno fondo (al massimo possono essere 20) deve essere sottoscritto per un importo minimo pari a mille euro. Il contratto si estingue automaticamente in caso di recesso, riscatto totale o decesso dell’assicurato. Il prodotto prevede almeno la restituzione del capitale investito nella gestione separata e garantisce, attraverso l’incremento del valore del contratto su entrambe le componenti dell’investimento (dal 35% all’1% in base alle fasce di età), una copertura assicurativa ai beneficiari in caso di decesso dell’assicurato. La soluzione in esame prevede l’investimento del 50% nella gestione separata e del 50% nel fondo esterno Invesco Global Total Return Eur Bond.
Una maggiore attenzione nei confronti del passaggio dei patrimoni alle generazioni future e delle alternative possibili per assicurare il proseguimento delle proprie aziende. Il Private Banking supera i tradizionali confini della gestione dei patrimoni e viene chiamato a un cambio di passo dalla propria clientela. «Siamo chiamati a rompere le barriere dell’attività tradizionale occupandoci anche di argomenti considerati finora laterali», racconta Giampaolo Stivella, responsabile Private Banking Advisory di Fineco. «Tutto questo avviene in una fase in cui anche la nostra attività core si sta espandendo; si aprono grandi opportunità ma anche altre sfide: siamo chiamati ad ampliare il perimetro dell’attività ma anche a rivedere la nostra organizzazione per assicurare al tempo stesso qualità dei servizi e livelli di efficienza elevati».
Anche i super ricchi usano i social media. E non solo per far schiattare d’invidia i comuni mortali mettendo in mostra irripetibili stravaganze, ma soprattutto per comunicare con i propri consulenti finanziari. È quanto emerge da uno studio condotto da Spectrem Group, primaria società statunitense di consulenza e ricerca di mercato nel settore della gestione patrimoniale, che si concentra sulle modalità di utilizzo delle piattaforme social nel contesto dell’investimento finanziario da parte della categoria di investitori che hanno più di 25 milioni di dollari di patrimonio netto, residenza primaria esclusa.
  • La pensione fai-da-te
Si chiamano volontari i contributi versati senza alcun obbligo. Hanno lo scopo di consentire all’ex lavoratore che interrompe o cessa il rapporto di conservare i diritti derivanti dall’assicurazione previdenziale obbligatoria. L’intento, insomma, è quello di permettere a chi ha smesso di lavorare, di conseguire comunque una pensione. 
Come comportarsi. Per poter proseguire l’assicurazione volontariamente occorre un’apposita autorizzazione da richiedere espressamente all’Inps. Autorizzazione che viene concessa in presenza di un versamento pari ad almeno tre anni (36 mesi) di contributi obbligatori effettivi nel quinquennio precedente la domanda. In alternativa, sono sufficienti cinque anni, in qualsiasi epoca versati. All’atto dell’accoglimento della richiesta di autorizzazione, l’Inps comunica all’interessato: la decorrenza dell’autorizzazione stessa, che nel caso degli iscritti alla gestione commercianti, come i consulenti finanziari, coincide con il primo giorno del mese in cui viene inoltrata la domanda; la classe di contribuzione assegnata (che varia a seconda del reddito); l’importo da versare; le istruzioni necessarie per effettuare i versamenti. I contributi volontari vanno pagati per periodi trimestrali, entro la fine del trimestre successivo, in numero corrispondente a quello dei sabati compresi nei periodi stessi. Per coprire il primo trimestre dell’anno solare, gennaio-marzo, occorre effettuare il versamento entro il successivo 30 giugno; il secondo trimestre, aprile-giugno, va versato entro il 30 settembre, e così via.

La circ. min. 24/E del 2020, ha chiarito che ai fini del rilascio delle attestazioni ed asseverazioni, solo i tecnici abilitati sono tenuti alla stipula di una polizza di assicurazione della responsabilità civile, di cui al co. 14, dell’art. 119, dl Rilancio, con massimale adeguato al numero delle attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi degli interventi oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni e, comunque, non inferiore a 500.000 euro, al fine di garantire ai propri clienti e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall’attività prestata. Detta disposizione, specifica ancora la circolare richiamata, non riguarda l’attività di assistenza fiscale e l’apposizione del visto di conformità per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, tenuto conto che i soggetti che appongono il visto di conformità (CAF e professionisti abilitati) sono tenuti a stipulare una polizza di assicurazione della responsabilità civile ai sensi degli articoli 6 e 22 del decreto n. 164 del 1999.
Aviva ha raggiunto un accordo con Allianz per la vendita della sua unità polacca per 2,5 miliardi di euro in contanti. Con Allianz che rileverà anche la quota di minoranza detenuta da Banco Santander nelle attività di assicurazione sulla vita, assicurazioni generali e pensioni in Aviva Poland, quest’ultima otterrà una valutazione di 2,7 miliardi. La transazione, che sarà completata nei prossimi dodici mesi, è soggetta al via libera delle autorità di regolamentazione. La cessione di Aviva Poland è l’ottava vendita di attività non core perseguita dalla società britannica negli ultimi mesi.

Repubblica_logo

  • Unipol chiama l’ex Unicredit Papa in Bper
La lista targata Unipol per il nuovo cda di Bper imprime una forte discontinuità alla gestione del quarto istituto italiano, per farlo crescere con altre acquisizioni nei prossimi mesi. I sette nomi depositati ieri dall’assicuratore delle coop emiliane, primo socio al 19% nella banca di Modena, conferma il nome già anticipato di Piero Montani, già capo di Popolare Novara, Antonveneta, Mcc, Bpm, Carige, voluto da Unipol come prossimo ad al posto di Alessandro Vandelli. Al suo fianco, come presidente, potrebbe sedere in Bper dal 21 aprile Gianni Franco Papa, fino al 2019 direttore generale di Unicredit. Anche Flavia Mazzarella, la ex vice direttrice dell’Isvap e che oggi presiede Banca Finnat, potrebbe in teoria ambire alla poltrona presidenziale (l’attuale Pietro Ferrari ha già detto che lascerà). La scelta del presidente spetta al cda di 15 membri che si riunirà dopo l’assemblea. Gli altri nomi in lista sono Gian Luca Santi e Roberto Giay, i due più fidati dirigenti dell’Unipol guidata da Carlo Cimbri (il primo guida la comunicazione, il secondo è direttore generale), e le due esperte Elena Beccalli, docente di economia all’Università Cattolica, e Maria Elena Cappello. consigliere di Tim, Saipem, Prysmian ed ex Mps.

corsera

  • Obbligo di vaccino e «scudo penale»
L’annuncio di Draghi li ha colti un po’ di sorpresa e costretti ad accelerare, ma da qualche giorno gli uffici legislativi dei ministeri della Giustizia e della Salute erano al lavoro, in raccordo con Palazzo Chigi, per inserire nel prossimo «decreto legge Covid» due norme che agevolino la campagna vaccinale, provando ad eliminare ulteriori ostacoli. Da un lato si vuole introdurre l’obbligo di immunizzare il personale a diretto contatto con i pazienti; dall’altro si tenterà di issare una sorta di «scudo penale», o qualcosa di simile, per i somministratori di dosi: medici, infermieri, farmacisti o altre categorie autorizzate.
  • Bper, in lista anche Papa e Mazzarella (presidente)
Unipol ha depositato la lista per il rinnovo del Consiglio di Bper e oltre al nome già reso noto di Piero Montani – destinato al ruolo di ceo – ci sono tra gli altri quelli di Flavia Mazzarella e Gianni Franco Papa. La prima potrebbe diventare presidente, essendo al primo posto della lista, mentre Papa è un ex manager Unicredit. Il nuovo Consiglio sarà in carica per il triennio 2021-2023.

  • Effetto Covid su nascite e morti, doppio record negativo nel 2020
Il declino demografico nazionale in atto dal 2015 ha subìto una drastica accelerazione nell’anno della pandemia. L’aumento dei decessi, quasi 112mila in più rispetto al 2019 (+17,6%) e la diminuzione delle nascite, circa 16mila in meno (-3,8%) hanno peggiorato la dinamica naturale che segna la nostra popolazione chiudendo l’anno con un saldo negativo di 342mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quell’anno.
  • Allarme sicurezza a Suez Per le imbarcazioni in coda ora c’è anche il rischio pirati

  • Polizze. A caccia di titolari di rapporti dormienti
Sono oltre 300mila i potenziali beneficiari di polizze che le compagnie assicurative sono chiamate a ricercare in quanto possibili soggetti che figurano come eredi di una prestazione assicurativa. Il dato emerge dall’indagine che l’Ivass ha portato a termine incrociando i dati dei codici fiscali degli assicurati, titolari di polizze vita e infortuni, con i dati dell’Anagrafe Tributaria, al fine di rilevare eventuali decessi non conosciuti dalle compagnie e in modo da consentire a queste ultime di pagare i beneficiari (normalmente eredi legittimi). Il lavoro ha interessato tutte le imprese assicurative italiane e 14 estere ed è stato focalizzato sulle polizze vita e, per la prima volta, su quelle infortuni (comprendendo quelle con prestazione per causa di decesso) in vigore al 31 ottobre 2020. Oltre che sulle polizze non più in vigore per le quali le imprese avevano necessità di verificare l’eventuale decesso dell’assicurato.
  • Assicurazioni Chi ha paura della Mifid delle polizze
Tra agenti e broker il 31 marzo 2021 viene ormai chiamato il D Day. In realtà sarebbe più appropriato chiamarlo Idd day. A fine mese entreranno in vigore una serie di modifiche regolamentari introdotte dalle Authority (Ivass e Consob) lo scorso 4 agosto. Si tratta dell’ultimo tassello che completa il quadro dell’Idd (Insurance Distribution Directive) n.2016/97, entrata in vigore il 1° ottobre 2018, nota anche come Mifid delle polizze e che si applica a tutti i prodotti assicurativi per introdurre più tutele per gli assicurati europei. Sul tema l’Authority di vigilanza Ivass ha messo a disposizione il 23 marzo dei chiarimenti sotto forma di Faq. «L’iniziativa è senz’altro lodevole, tuttavia ci sono una serie di criticità che rimangono irrisolte e che stanno creando non pochi problemi applicativi sia alle compagnie sia alla distribuzione», spiega Rudi Floreani, avvocato esperto del settore. Gli intermediari assicurativi lamentano la gravosità di alcuni nuovi adempimenti posti dal regolatore italiano e sostengono che non si tradurranno in benefici per i consumatori. Anzi, come spiegano all’Aiba (Associazione italiana broker di assicurazione e riassicurazione), potrebbero avere, come effetto collaterale, un calo della concorrenza, visto che broker e agenti saranno spinti a ridurre la rosa delle compagnie e degli intermediari con cui collaborano a causa degli oneri crescenti.
  • La Consob supera il divieto di fornire i prodotti Vita in pegno per finanziarsi
L’infornata di nuove regole per il settore della distribuzione delle polizze risulta particolarmente gravoso per chi non era ancora stato interessato dalla Mifid, visto che il recepimento italiano dell’Idd ha portato in sostanza a una omogeneizzazione tra due settori di mercato (finanziario e assicurativo).Ora resta da vedere però come anche gli intermediari finanziari si adegueranno alle nuove regole e in particolare alla Pog che impone che vengano offerti prodotti adeguati e rispondenti alle esigenze dei consumatori in ogni fase di vita del prodotto. Dalla creazione della polizza fino alla fine del contratto. Con crescenti responsabilità anche per il distributore finale. Un obbligo che stride, a dire il vero, con i costi di alcuni prodotti cosiddetti Ibips (multiramo e Unit linked, in particolare) che si trovano sul mercato.
  • AIAF. La flessibilità per la formazione non alleggerisce gli intermediari
Dal 1° aprile saranno gli intermediari finanziari (come già segnalato da Plus24 nelle scorse settimane) a valutare come assicurare la formazione e l’aggiornamento professionale per i propri dipendenti. Come illustrato su Plus24 dello scorso 13 marzo, si è infatti passati da una disciplina rigidamente fissata nei dettagli a una “principle based”. Quindi sono state recepite le esigenze di flessibilità avanzate dall’industria, liberalizzando lo svolgimento di queste attività. Eppure c’è chi dubita che questo nuovo orientamento possa essere interpretato come un “liberi tutti”. In particolare Alessandra Zunino presidente di Aiaf Formazione e Cultura afferma: «Quando si parla con il cliente non possono esserci lacune di conoscenza.
  • ANASF. Per i consulentti occorre orientare gli investimenti verso la sostenibilità
  • Perchè il gruppo Allianz vuole acquisire il 51% delle sue agenzie