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L’avvocato non può essere ritenuto responsabile nel caso in cui il danno derivi da una situazione caratterizzata da una incerta ed oscillante interpretazione delle norme. Lo afferma la corte di cassazione con l’ordinanza n. 5429/2021 depositata il giorno 26 febbraio 2021. Il caso di specie trae origine da una sentenza di secondo grado che rigettava la richiesta della condanna di un legale per i danni conseguenti all’attività professionale.
Nel caso di specie, era stata richiesta la condanna di un avvocato, al quale era stata contestata una macroscopica imperizia ed il conseguente danno nel corso dell’esecuzione di un incarico professionale in precedenza conferitogli dall’attore.
È negligente l’avvocato che non chiede al cliente le attestazioni di avvenuto pagamento utili alla difesa. Lo chiarisce la sesta sezione civile della suprema Corte di cassazione, nella sentenza 56/2021, in cui un cliente portò in giudizio il proprio difensore legale perché, secondo costui, era stato «negligente sotto vari profili» in un giudizio arbitrale, portando il cliente al pagamento residuo di un appalto. Questo perché il professionista non aveva esibito le ricevute versate dal cliente alla società appaltatrice, per un totale di 50mila euro.
Supercondominio a responsabilità ripartite. Laddove i danni subiti dal terzo siano connessi a un tratto dell’impianto supercondominiale che risulti posto a esclusivo servizio di uno dei singoli edifici condominiali, la relativa responsabilità deve essere addebitata esclusivamente a quest’ultimo e non all’intero supercondominio, poiché i relativi obblighi di custodia e di manutenzione gravano soltanto sull’amministratore e sull’assemblea del singolo edificio. Di conseguenza, in caso di un incidente causato a terzi da un impianto comune a più edifici costituiti in altrettanti condomini, ove il tratto in corrispondenza del quale è avvenuto il danno si trovi in una oggettiva situazione di collegamento con uno soltanto di essi, tanto che lo stesso debba ritenersene custode in via esclusiva, grava su di esso l’intero obbligo di risarcimento. La responsabilità da beni in custodia di cui all’art. 2051 cc si presume in capo al proprietario di esso, ma può venire meno allorché risulti in concreto un particolare ed esclusivo rapporto di fatto tra il bene medesimo e altro soggetto che abbia con il medesimo un rapporto giuridicamente qualificato. Questo il chiarimento contenuto nella recente sentenza n. 2623 della seconda sezione civile della Corte di cassazione, pubblicata lo scorso 4 febbraio 2021.
I pagamenti diventano sempre più a portata di smartphone. Cresce infatti l’utilizzo di dispositivi mobili e di device indossabili per saldare il conto, anche come conseguenza dell’emergenza sanitaria che ha portato molti consumatori ad abituarsi ai canali digitali e a quelle modalità che consentono di evitare contatti quando si fa shopping. Lo scenario in Italia. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio innovative payments della School of management del Politecnico di Milano, nonostante un calo generalizzato dei consumi di oltre il 13%, i pagamenti digitali nel 2020 hanno raggiunto un totale di 5,2 miliardi di transazioni, passando dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti in Italia con 268 miliardi di euro (-0,7% rispetto al 2019) e aumentando quindi la penetrazione rispetto al contante, che rimane però ancora il mezzo più utilizzato.
In bilico i risarcimenti dei danni causati dai minori in rete. Se il minore può decidere di andare da solo su internet, rischia di cadere il presupposto per ritenere i genitori responsabili degli illeciti commessi dal figlio. Questa la conseguenza paradossale della regola, prevista dall’articolo 8 del regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (Gdpr), per cui il minore (in Italia) ultraquattordicenne è abilitato a dare, da solo, il consenso per i servizi digitali, senza possibilità di intervento dei genitori.
La maxi detrazione del 110% si sta rivelando un’arma a doppio taglio: rincari a fronte di sconti o crediti promessi. Con un costo dei ponteggi aumentato di oltre il 50% e prezzi delle lavorazioni che lievitano per «parare» richieste di sconti da parte dei clienti. La colpa? Proprio del superbonus che eleva l’aliquota di detrazione delle spese per interventi in ambito di efficienza energetica, antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o per la ricarica di veicoli elettrici. L’allarme arriva da diversi professionisti e lì dove ancora incrementi non ce ne sono stati, gli operatori hanno già messo in conto che ciò a breve si verificherà. Mentre quel che è già certo è l’effetto frenante della troppa burocrazia che sta dietro l’agevolazione e la scadenza troppo ravvicinata per fruirne (30 giugno 2022), che mal si adatta a importanti interventi edilizi.

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  • “Italmobiliare comprerà ancora, food e assicurazioni nel mirino”
Il numero uno del gruppo racconta i programmi delle aziende acquistate. I bouquet di partecipazioni di Italmobiliare è passato attraverso la pandemia senza sfiorire. Il valore netto che a fine 2019 era di 1,74 mld è salito a 1,83 mld. La società ha ancora in cassa circa 370 mln nonostante distribuzione di dividendi e buyback
  • Unipol alla fase finale della campagna bancaria
Cimbri continua a essere chi dà le carte nel rubamazzo bancario. Ha disarcionato i vertici di Bper, di cui Unipol ha il 19% e richiamato alle armi Pietro Montani. Ha dettato, via Sole 24 Ore, la strategia a Bper mentre ha raffreddato gli animi su Banco Bpm e chiuso su Mps. La campagna bancaria ha trovato il suo Napoleone

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Entrambe cambiano il presidene e l’amministratore delegato. Così da avere mani libere nell’impostare le aggregazioni future. Il risiko entra nel vivo e i generali organizzano armate e strategie. In Bper l’uscita i scena del presidente Ferrari e dell’ad Vandelli segnano un cambiamento senza precedenti, che nel prossimo futuro sarà forse più bolognese
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L’imprenditore romano fino al 5% in Mediobanca? Generali tra supercedola ed espansione estera (la prossima è la Polonia) avvista un ricambio parziale al vertice? Equilibri in movimento da metà aprile con l’arrivo del nuovo ceo di Unicredit che non sarà in continuità

Tanti piccoli vigili europei non sono utili al risparmio

Mercati, banche e assicurazioni sono territori ampiamente presidiati, ma il sistema è ancora molto frammentato. Forse è la volta di arrivare a una maggiore concentrazione dei poteri, senza tradire i presidi nazionali. Esma, Eba, Eiopa restano poco autonome su regolamenti e ispezioni. La pandemia ha reso chiara l’importanza di un fronte unitario, meglio coordinato e più incisivo

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