Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Semplificazione in arrivo per formare e aggiornare professionalmente chi fornisce informazioni o consulenza finanziaria ai risparmiatori. A partire da aprile, infatti, saranno gli intermediari a valutare come impostare i processi interni più idonei ad assicurare formazione e aggiornamento professionale di qualità ai propri dipendenti. Restano fermi tutti i presidi in materia di conoscenza e competenza del personale previsti dalla normativa europea Mifid2. Le modifiche al Regolamento, sottoposte a Banca d’Italia e all’Ivass, che hanno dato parere favorevole, e approvate dalla Consob, entreranno in vigore dal 31 marzo. «Le banche, le sim e le reti devono dotarsi di procedure interne idonee ad assicurare la conformità ai requisiti di conoscenza ed esperienza previsti dal nuovo art. 78 del Regolamento Intermediari, in vigore dal 31 marzo 2021, e alle indicazioni recate dagli Orientamenti dell’Esma.
La circoscrizione degli ambiti di responsabilità patrimoniale, la protezione dei beni familiari da eventi dispersivi e il trasferimento di ricchezza sono obiettivi conseguibili tramite diversi strumenti giuridici. Tra questi, il trust dimostra di essere la soluzione più adeguata grazie al suo profilo segregativo e alla capacità di adattarsi a scenari mutevoli. Rispetto all’istituto italiano del mandato fiduciario, per esempio, il trust è maggiormente riconosciuto a livello internazionale e si presta quindi alla detenzione di partecipazioni in aziende che si muovono in un contesto globale. Il trust assicura inoltre una reale segregazione dei beni, nel primo caso potenzialmente esposti ad aggressioni da parte dei creditori del mandante che, diversamente dal disponente di un trust, rimane il titolare effettivo del patrimonio. Se il fondo patrimoniale è diffuso per la tutela dei beni destinati unicamente al soddisfacimento dei bisogni familiari, questo presuppone il vincolo del matrimonio e viene dunque meno con il suo scioglimento. Il trust non è soggetto a tali limitazioni e può estendere il suo effetto segregativo a qualsiasi bene.
Che sia davvero arrivata la stretta verde? Il piano dei regolatori europei sembra una conferma a chiare lettere. Mercoledì 10 marzo è entrato in vigore il nuovo regolamento Sfdr (Sustainable Finance Disclosure Regulation), primo passo ufficiale dell’Ue nel tentativo di scoraggiare il fenomeno del greenwashing tramite l’imposizione di obblighi di disclosure in capo a gestori e attori finanziari in genere: d’ora in avanti dovranno informare gli investitori finali sui rischi per la sostenibilità. Uno dei primi a comunicare l’integrazione di tale normativa è stato BlackRock, il colosso del risparmio gestito che in una lettera indirizzata ai clienti, di cui ha dato conto MF-Milano Finanza l’11 marzo, ha stabilito che il 70% dei fondi che lancerà o riposizionerà in Europa nel 2021 sarà sostenibile, ovvero prodotti appartenenti agli articoli 8 e 9 della normativa.
Nell’industria italiana del risparmio gestito si sta verificando quella che i meteorologi chiamerebbero una tempesta perfetta. Da una parte il rimbalzo fortissimo dei mercati azionari di tutto il mondo in scia all’ottimismo sul ritorno alla normalità post-pandemica. Dall’altra la liquidità ai massimi storici, pronta a essere tolta da sotto il materasso e investita. Tanto più che il fantasma dell’inflazione delle ultime settimane rischia di concretizzare davvero l’evaporazione di una ricchezza lasciata nei conti corrente in maniera sterile. E in questo scenario anche gli italiani, tradizionalmente grandi risparmiatori, sembrano aver capito, complice l’aiuto dai consulenti, che i tempi sono quanto mai propizi per far fruttare il proprio patrimonio. Se il contesto è questo, non stupisce che la parola più usata nel primo bimestre del 2021 dalle società di risparmio quotate sia record: di raccolta, di masse in gestione, di soluzioni di investimento proposte. Una gara in cui tutti lottano per il primato, ma in cui è l’industria nel suo complesso a correre con il vento in poppa.
Il 2021 sarà l’anno giusto per il decollo degli Eltif? Molti ci sperano. L’avvio in Italia dei fondi chiusi per il retail dedicati all’investimento in pmi italiane ha coinciso con un periodo critico per l’economia tricolore. Gli European long term investment fund (fondi di investimento europeo a lungo termine) sono stati voluti dall’Ue per incanalare il risparmio privato alle piccole e medie aziende non quotate a corto di finanziamenti del canale bancario, ovvero sui cosiddetti private market (che si differenziano dai mercati pubblici degli strumenti negoziati nelle borse). E per allargare la platea di potenziali investitori è stata fissata una soglia di accesso piuttosto bassa, dai 10 mila euro, dando così ai risparmiatori con disponibilità non elevate la chiave d’accesso al mondo riservato ai grandi fondi di private equity che promette rendimenti più elevati dei tradizionali asset quotati a fronte però di una illiquidità ben superiore (proprio per evitare che finiscano in mani sbagliate non possono rappresentare più del 10% del portafoglio di chi ha meno di 500 mila euro). Anche se in Europa esistono dal 2015, gli Eltif hanno debuttato di fatto in Italia nell’anno della pandemia.
La strada scelta da Unicredit per crescere nelle polizze è stata quella degli accordi con i migliori partner del mercato assicurativo. Un modello diverso da quello di Intesa Sanpaolo, che da anni ha deciso di creare una compagnia interna al gruppo (Intesa Sanpaolo Vita), e anche da quello di Poste Italiane, che dopo aver raggiunto la leadership nel mercato Vita ora punta forte sul Danni e nell’Rc Auto ha appena avviato l’alleanza con Unipol e Generali. In ogni caso, per tutti, la distribuzione delle polizze allo sportello nei prossimi anni continuerà a dare soddisfazioni, con nuovi scenari che si aprono in particolare proprio nel settore Danni, dove finora a dominare sono state le reti di agenti. Occasioni di business che Unicredit non vuole lasciarsi sfuggire, spingendo sui suoi molteplici accordi e mettendo a frutto i 2.400 sportelli in Italia. La banca, che dal 15 aprile sarà guidata da Andrea Orcel, ha già diversi alleati assicurativi, sia in Italia sia all’estero, cui è legata da joint venture e accordi distributivi.
Il Covid potrebbe rallentare l’espansione del fenomeno della sharing economy perché ha riportato al centro l’importanza del possesso dell’automobile. Le precedenti stime di vendite mondiali andranno però riviste al ribasso. A parte la Cina, che nel settore automotive resta un mondo a parte, in Occidente il mercato non è così pronto per l’acquisto di auto online e per le macchine a guida autonoma. Ma soprattutto il fenomeno delle auto elettriche potrebbe sconvolgere e rivoluzionare il mercato automobilistico più di quanto immaginiamo.
La transizione ecologica rappresenta una delle principali missioni del Next Generation Eu, cui in maniera non causale, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dedicato uno specifico ministero nel nuovo Governo. Che impatti produrrà lo spirito del tempo nel mondo della finanza e in maniera più diretta sulla previdenza complementare? MF-Milano Finanza ne ha parlato con Letizia Macrì, vicepresidente dell’ Esg-European Institute, associazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo quello di essere un osservatorio privilegiato per la discussione e l’approfondimento delle tematiche relative alla sostenibilità, in Italia e in Europa.
Axa Mps Investimix è una polizza multiramo a vita intera ed a premio unico, con la possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi. Si tratta di un contratto assicurativo dove una parte del capitale viene fatto in sottostanti di tipo unit linked rappresentati da fondi esterni ed interni, affiancati da una componente a prestazioni rivalutabili ovvero investiti in una gestione separata che mira a dare stabilità al tutto. La gestione separata utilizzata è la Multi12, mentre i sottostanti a maggior esposizione ai saliscendi mercato sono rappresentati dai fondi interni Volcap 8%, Volcap 5%, Volcap 3%, Global Income e Strategia Flessibile, nonché da un set di fondi esterni.

  • Per i consulenti novità su sostenibilità e formazione
L’ultimo miglio della trasparenza finanziaria rispetto all’impegno Esg di gestori e intermediari è rappresentato dai consulenti, che veicolano ai clienti e quindi ai destinatari finali, le informazioni previste dal Regolamento Sfdr (si veda Plus24 di sabato scorso) relativamente al quale mercoledì di questa settimana sono entrati in vigore appunto gli obblighi di disclosure. Ma la categoria proprio in questi giorni è stata toccata da un altro cambiamento importante, in quanto Consob ha modificato i requisiti per l’aggiornamento professionale.
  • Esg, come si investe negli States