di Luisa Leone
Gruppi parlamentari a lavoro sulle modifiche al decreto Sostegni. Il provvedimento da 32 miliardi è appena stato incardinato al Senato (il termine per la presentazione degli emendamenti dovrebbe essere fissato per il 9 aprile) ma già si possono individuare i filoni su cui le forze politiche hanno intenzione di focalizzarsi. Trasversali saranno le richieste sulla parte fiscale del provvedimento, sebbene con spinte opposte, chi verso la stretta sullo stralcio delle cartelle più vecchie (fino al 2010) di importo fino a 5 mila euro, chi verso un ampliamento. Ma tra le idee che si fanno strada ce n’è anche una che riguarda il mondo della finanza, ovvero la possibilità di innalzare il tetto dei Pir tradizionali portando dagli attuali 30 mila ad almeno 60 mila euro l’anno l’investimento esentabile fiscalmente. Un modo, spiega Sestino Giacomoni, deputato di Forza Italia e ispiratore della proposta, per favorire la liquidità alle imprese tramite canali alternativi a quello bancario. Forza Italia chiederà poi più attenzione al comparto agricolo e la possibilità di ricomprendere nei ristori le categorie che ne sono rimaste escluse, nonostante l’abolizione dell’utilizzo dei codici Ateco. Infine il capitolo fiscale con la richiesta di portare fino al 2015 le cartelle fino a 5 mila euro che possono essere annullate e la rateizzazione maggiore possibili dei debiti con l’erario. Sulla stessa linea si trova la Lega, che punterebbe non solo all’estensione al 2015 del periodo interessato ma anche ad alzare il tetto a 10 mila euro. In direzione opposta dovrebbe andare invece il Movimento 5 Stelle, che tra i suoi emendamenti vorrebbe inserirne uno per prevedere una sorta di tetto al cumulo delle cartelle. Oggi se uno stesso soggetto (con reddito entro i 30 mila euro) ne ha più di una di importo inferiore a quello stabilito per legge, tutte quelle relative al periodo interessato verranno stralciate, potendo così arrivare potenzialmente a importi ben più elevati dei 5 mila euro di soglia. L’idea sarebbe di non permettere di cumularne più di una piccola quantità in modo da mantenere non troppo elevato l’importo complessivo. I 5 Stelle chiederanno poi di prorogare le misure pro-liquidità per le aziende ma anche rateizzazioni più lunghe per le nuove cartelle che ricominceranno a essere recapitate alla fine del periodo di sospensione dovuto alla pandemia. Infine probabilmente ci sarà anche la proposta di una rottamazione quater riguardante gli anni 2018-2020.

Il Pd punterà molto sul tentativo di garantire maggiori sostegni alle attività commerciali più colpite dalle misure restrittive con il ripristino di misure come il credito d’imposta per le locazioni, l’esenzione Imu per le attività turistiche ma anche la proroga oltre il 30 giugno dell’esenzione da Cosap e Tosap per le tasse per l’occupazione del suolo pubblico. Infine particolare attenzione al lavoro, con un affinamento delle norme per evitare che chi esce dalla Naspi non possa accedere al Reddito di emergenza.

Anche Italia Viva punterà a rafforzare le misure pro-liquidità e a garantire maggiori sostegni a settori particolarmente colpiti, come quello fieristico e il turismo montano. Sul tavolo dei renziani anche il tema dei vaccini, per provare a superare l’impasse.

Al Senato l’esame del provvedimento dovrebbe concludersi entro il 23 aprile. (riproduzione riservata)

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