Dopo la chiusura dei bilanci 2020 le quotate si apprestano a remunerare i soci. Le dieci più generose rendono fino all’11%: in luce soprattutto assicurazioni, società finanziarie, torri di trasmissione e utility. Sono 25 i titoli che offrono oltre il 4%
di di Elena Dal Maso

La carestia è alle spalle? Almeno sul fronte dei dividendi pare di sì. I primi dieci titoli di Piazza Affari a media e larga capitalizzazione quest’anno presentano un dividend yield che va dal 5,8 all’11%. Significa che nel 2021 queste società, per lo più appartenenti al settore finanziario (che lo scorso anno erano state invitate a non remunerare gli azionisti dalle authority del credito), staccheranno una cedola che alle quotazioni attuali rende quasi come dieci Btp decennali (0,6%). Dalla tabella elaborata dall’ufficio studi di Equita per MF-Milano Finanza e pubblicata qui a fianco emerge in prima posizione Banca Generali con un dividend yield dell’11% seguita da Banca Mediolanum con il 9,7%, Generali con l’8,7%, UnipolSai con il 7,5%, la stessa Equita con il 6,7%, Unipol (holding) con il 6%, le risparmio di Tim con il 5,8%, Snam con il 5,3%, Azimut con il 5,3% e A2A con il 5,2%.
Equita ha inserito in tabella le società che copre con le sue analisi indicando un utile per azione in centesimi di euro che può essere pagato in più date e il cui valore è stato già proposto dai cda della società. Non sono quindi compresi i dividendi che potranno essere deliberati in successive assemblee in caso di rimozione del divieto da parte dei regolatori. Questo è il caso di gruppi quali Intesa e Unicredit, in attesa che la Bce nei prossimi mesi dia il via libera per una seconda e anche terza tranche di cedole, oltre al buyback.

«L’idea di selezionare titoli con un buon dividendo confermato negli anni e un payout sostenibile permette di creare un portafoglio interessante», osserva Domenico Ghilotti, co-responsabile research team di Equita sim. «Chiaramente va osservato anche il settore di appartenenza della società e il modello di business, ma avere un 5% medio di dividend yield nel basket è un risultato attraente nell’attuale scenario dei tassi». Da notare che dei primi dici titoli per rendimento da cedola sette appartengono al settore finanziario fra banche, assicurazioni e gestori patrimoniali, mentre gli altri sono utility. «Invece se andiamo a guardare i primi 25 titoli in tabella, tutti rendono oltre il 4%. Tra i settori che offrono i maggiori rendimenti ci sono poi le utility, incluse quelle regolate, così come le torri di trasmissione ( Inwit e Rai Way, ndr). Sul settore bancario, invece, i rendimenti oggi sono limitati, ma potrebbero diventare più interessanti per le società con i fondamentali più solidi dopo la rimozione dei vincoli regolatori attesa per fine settembre».
Il mercato in questo ultimo periodo è volatile e, secondo Lorenzo Batacchi (portfolio manager di Bper e membro Assiom Forex), si sta già riposizionando sulle utilities per i dubbi legati alle riaperture «mentre in precedenza aveva venduto i titoli alla prima fiammata dei T-bond decennali per paura di un rialzo troppo repentino dell’inflazione, che forse nell’immediato non vedremo». Secondo lo specialista questo potrebbe essere l’anno «del ritorno dei dividendi delle società finanziarie, la Bce con Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza, ha confermato anche di recente l’apertura a una seconda tranche di cedola dopo settembre, quando l’Eba avrà fatto gli stress test sulle banche».

Se si vanno a guardare le posizioni dalla 11esima alla 25esima emergono poi azioni con un dividend yield sopra il 4%, un buon risultato per il portafoglio. In questo caso si ha un mix di utility, risparmio gestito, telecomunicazioni, settore immobiliare ed energetico. Anima presenta un dividend yield del 4,9% (la società potrebbe anche beneficiare di un consolidamento del settore con il m&a bancario), Rai Way del 4,8%, Buzzi del 4,7% (se si scommette sulla riapertura e l’arrivo del Recovery fund). Nel settore del real estate Coima Res, molto attiva a Milano, rende il 4,7%, mentre Poste Italiane ha un rendimento da cedola del 4,6% e il Credem rende il 4%. Fra le utilities Acea rende il 4,3%, Ascopiave il 4,2%, Iren il 4,1%, Italgas si spinge fino al 5%. Un altro gruppo a larga capitalizzazione, Enel, offre un interessante dividend yield del 4,2%, così come Terna
Nel gruppo di società che si attestano attorno al 3% rientrano invece Eni con il 3,6%, Hera con il 3,4%, Webuild con il 3,2%, Banca Ifis con il 3,1%, Erg con il 3%. Intanto venerdì 26 il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,66% a 24.375 punti, un guadagno del 9,23% da inizio anno. Il maggiore indice di Piazza Affari in questo momento è ancora distante del 4,3% al picco toccato lo scorso anno, prima che scoppiasse l’emergenza Covid in Italia. Le valutazioni delle società non paiono per ora troppo elevate rispetto alla media storica. (riproduzione riservata)

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