Secondo un recente studio entro il 2025 quasi un decimo di tutti i premi raccolti dal mercato assicurativo globale verrà dall’insurtech.

260 miliardi di dollari, cioè circa 218 miliardi di euroo è il fatturato totale stimato di tutte le insurtech del mondo per l’anno 2020.

Se questo può sembrare sorprendente, Juniper Research si spinge oltre e prevede che questo fatturato aumenterà a 556 miliardi di dollari (circa 466 miliardi di euro) entro il 2025 – cioè quasi un decimo della raccolta mondiale prevista (oggi stimata in circa 5.100 miliardi di dollari).

La definizione di insurtech scelta da questa società di analisi è di per sé piuttosto ampia, definendoli come i risultati “dell’applicazione di nuove tecnologie all’interno del settore assicurativo per migliorare l’efficienza, generare risparmi e, soprattutto, migliorare l’esperienza del cliente”. È proprio su quest’ultimo punto che Juniper Research ritiene che l’insurtech diventerà alla fine indispensabile per il settore assicurativo.

Tutti i mercati assicurativi individuali (auto e due ruote, casa, viaggi e anche salute) sono interessati in modo disomogeneo dall’ascesa delle insurtech nei diversi paesi, ma Juniper Research ritiene che questa tendenza sia destinata a intensificarsi.

Lo studio evidenzia il caso specifico dell’assicurazione sanitaria: i premi cumulativi di insurtech non superano attualmente gli otto miliardi di euro, ma entro il 2025 potrebbero aumentare di più del 1000% per raggiungere gli 80 miliardi di euro (95 miliardi di dollari). Un mercato destinato a svilupparsi soprattutto negli Stati Uniti, dove giganti come Oscar e Bright Health fanno concorrenza agli assicuratori tradizionali da diversi anni, ma anche in Cina. L’Europa, più regolamentata, ha visto emergere meno nuovi arrivati in questa nicchia, ma il francese Alan, per esempio, ha superato il traguardo dei 100.000 assicurati alla fine del 2020 per un fatturato che dovrebbe presto raggiungere i 100 milioni di euro.

Juniper Research azzarda anche un’analisi geografica dei 556 miliardi di dollari previsti entro il 2025, con, senza sorpresa, i soli Stati Uniti che si prendono la metà di questa somma. L’Europa (essenzialmente l’Europa occidentale, e in particolare i tre paesi leader in questo ambito, Regno Unito, Francia e Germania) otterrebbe un quarto, la Cina il 20% e le altre regioni si dividerebbero il resto.

Se alcune (rare) insurtech cercano di svilupparsi senza gli assicuratori, la maggioranza di loro si rivolge al mercato tradizionale per il finanziamento e lo sviluppo. Tra le compagnie tradizionali più attive in questa direzione: Munich Re in terza posizione (anche altri riassicuratori come Swiss Re sono attivi in materia), Axa sul secondo gradino  e la cinese Ping An in testa.

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Fonte: L’Argus de l’assurance