La neosottosegretaria allo sport ieri alla Camera. In G.U. i decreti attuativi della delega
Vezzali: la riforma migliora le condizioni del settore
di Michele Damiani

Più tutele ai lavoratori sportivi, sia dilettanti che professionisti. In particolare per le donne, anche per evitare episodi come quello della pallavolista Lara Lugli, che ha visto rescisso il proprio contratto perché incinta. Sono le parole di Valentina Vezzali, neo sottosegretaria allo sport, intervenuta ieri alla Camera dei deputati per rispondere a una interrogazione parlamentare sul caso della giocatrice di pallavolo. «È evidente», il commento di Vezzali, «che l’entrata in vigore dei decreti della riforma dello sport garantirà le tutele minime ai lavoratori sportivi, dando finalmente loro la dignità che spetta; ed è evidente che in tema maternità e genitorialità, farà sì che casi come quelli di Lara Lugli non avvengano mai più».
L’audizione della sottosegretaria allo sport segue di un giorno la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo attuativo della delega di riforma del sistema sportivo, andato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 18 marzo. Sono cinque i decreti attuativi della delega: uno sul lavoro sportivo, uno sui procuratori, uno sugli impianti, uno in materia di semplificazione e uno per gli sport invernali. Nella Gazzetta del 18 però sono andati solo quelli in materia di lavoro e di procuratori sportivi.

Per quanto riguarda il lavoro sportivo, sono molte le novità che saranno introdotte con la riforma, che entrerà in vigore ufficialmente a luglio del 2022. In particolare, aumentano le tutele per gli atleti dilettanti (in Italia solo calcio, basket, ciclismo e golf sono discipline professionistiche e solo al maschile). I dilettanti verranno iscritti all’Inps e avranno quindi una copertura previdenziale prima non garantita. Il testo istituisce una nuova categoria, quella degli amatori, che prenderà in pratica il posto dei dilettanti attuali: infatti, potranno essere pagati solo con rimborsi spese, indennità di trasferta e premi. Viene poi abolito il vincolo sportivo, quel legame che si instaura tra un atleta dilettante ed una società a fronte del relativo tesseramento ed in virtù del quale il primo si obbliga a rendere la propria prestazione in favore della seconda in via esclusiva per un arco temporale stabilito (anche tenuto conto dell’età del giocatore) dalle singole normative sportive di ciascuna federazione. Salva l’esistenza di specifiche e tassative ipotesi di svincolo, previste a livello federale, la principale conseguenza della vecchia disciplina attiene al fatto che, durante il periodo di vincolo, all’atleta non è consentito trasferirsi in altro club senza il consenso della società con cui lo ha contratto. Questa abolizione è stata duramente contestata dal mondo sportivo, in particolare nel calcio sia dal presidente della Figc Gabriele Gravina sia da quello della Lega nazionale dilettanti Cosimo Sibilia. In particolare, viene sottolineato dai due presidenti come l’abolizione, legata all’aumento dei costi per il settore dilettantistico provocato dalle nuove tutele per gli atleti, rischia di mettere a rischio la sostenibilità economica del comparto.

Di questo e di tutti gli effetti della riforma si parlerà il prossimo 27 marzo durante il convegno organizzato da ItaliaOggi e in onda sul canale televisivo Class Cnbc. L’evento sarà interamente dedicato ai cinque decreti legislativi; sei tavole rotonde sui vari temi trattati dalla riforma discussi davanti a rappresentanti dello sport e delle istituzioni, dal presidente del Coni Giovanni Malagò a quello della Figc Gabriele Gravina, dal direttore dell’Agenzia dogane e monopoli Marcello Minenna al sottosegretario al Mef Claudio Durigon.

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