L’innovazione tecnologica rende disponibile per il settore assicurativo un numero crescente di informazioni e i dati sui comportamenti degli assicurati raccolti dalle black-box delle auto e dai device personali o domestici forniscono “informazioni di dettaglio, costantemente aggiornate, che consentono di creare prodotti su misura, più coerenti con le esperienze del cliente e con un’adeguata valutazione del rischio”.

Lo ha detto il consigliere dell’Ivass, Riccardo Cesari, aprendo i lavori del workshop online su “Innovazione digitale, ecosistema assicurativo, inclusione e mutualità”.

Cesari ha messo in evidenza come l’Autorità sia “consapevole della necessità di valutare i rischi introdotti dai nuovi processi e dai nuovi prodotti”. E’ per esempio necessario salvaguardare la concorrenza e il fatto che “un’eccessiva personalizzazione dell’offerta potrebbe ridurre gli ambiti di mutualita’ e limitare il confronto tra i prodotti”.

“La necessità di competenze e tecnologie per sfruttare queste informazioni apre il mercato a nuovi operatori, dotati di elevate capacita’ di innovazione e di analisi avanzata dei dati. Ne può derivare anche una modifica del perimetro di azione dell’attivita’ di vigilanza”, ha proseguito il consigliere dell’Ivass mettendo in evidenza come “il progressivo utilizzo di piattaforme tecnologiche richiede certezza legale e regole comuni di accesso, governo e condotta”.

Bisogna ricercare “un equilibrio tra la protezione dei dati, bene comune irrinunciabile, e la possibilita’ di utilizzare quelli necessari allo sviluppo di nuovi prodotti e mercati. Occorre mettere in atto interventi da parte delle Istituzioni e delle imprese per far crescere l’intero sistema e garantire concorrenza e cooperazione, anche mediante la definizione di standard e condizioni per la portabilita’ dei dati e l’interoperabilita’ tra operatori vecchi e nuovi”, ha proseguito.

“Per garantire la stabilità del sistema, è necessario valutare i nuovi rischi e prevederne, nella regolamentazione, un’adeguata misurazione e tutela. Come supervisori non intendiamo essere solo osservatori (o peggio “frenatori”) del cambiamento ma anche – nel rispetto dei ruoli – attori dello stesso mediante un’azione di interpretazione evolutiva e revisione regolamentare, di focalizzazione delle prassi di vigilanza e di analisi del mercato”, ha concluso Cesari.

L’Ivass vede “l’innovazione tecnologica quale strumento per migliorare la gestione dei rischi e l’interazione con la clientela”, ha detto il segretario generale dell’Ivass, Stefano De Polis, chiudendo i lavori del workshop.

De Polis ha spiegato che l’Ivass ha posto “al centro dell’attenzione come favorire l’offerta di valide ed efficienti protezioni ai rischi di imprese e famiglie, stimolare nuove forme di condivisione degli impegni per fronteggiare fenomeni estremi, avviare lo sviluppo di un ecosistema che sappia coniugare competizione e cooperazione, dare centralità alle esigenze del cliente”.

L’Autorità, ha precisato, intende sostenere questo processo con un’azione volta a potenziare l’azione del nostro Innovation Hub, costituito da tempo per promuovere la discussione con il mercato e il monitoraggio delle nuove tendenze. Oggi è formato direttamente da manager di vertice di tutti i servizi in modo da assicurare una risposta completa e rapida ai temi posti.

L’Ivass intende inoltre lavorare, in collaborazione con Banca d’Italia e Consob, per la rapida costituzione della Sandbox regolamentare nazionale, non appena emanato il regolamento MEF, con un occhio ai progetti per l’innovazione del piano NextGenerationEU; avviare, anche con la collaborazione delle altre autorità, esperienze in ambito SupTech per consentire ai supervisori di sperimentare con il mercato le nuove tecnologie e di accedere a tool di analisi e previsione più potenti; proseguire l’azione con le compagnie e gli intermediari per innalzare gli investimenti in innovazione e sicurezza, migliorare l’integrazione dei sistemi, partecipare a iniziative di ecosistema, progettare e lavorare al futuro digitale. L’esperienza della pandemia ha accelerato questo processo e fatto cadere molte remore presenti in passato.

L’Ivass è inoltre intenzionata ad aprire tavoli con imprese e operatori ad esempio sulla regolamentazione e gli standard, anche in collaborazione con il settore bancario e Milano Hub, mentre sarà data “particolare attenzione” al quadro legale per garantire la certezza giuridica e l’inalterabilità dei contratti digitali che vogliamo, con il supporto delle nuove tecnologie, più sicuri ed efficienti di quelli cartacei.

Altro obiettivo è quello di lavorare in sede europea sulla Digital Strategy promossa dalla Commissione, curandone la trasposizione a livello nazionale e interpretando opportunamente gli ambiti di proporzionalità e discrezionalità previsti; in particolare, stiamo seguendo le consultazioni Eiopa sul tema dell’open insurance, avviata a gennaio, e quella prevista a breve sulla blockchain; indirizzare le attività di educazione assicurativa anche su tematiche specifiche del mondo digitale, avendo attenzione a differenziarle per categorie di destinatari.

De Polis ha poi sottolineato come per l’Ivass sia di “particolare rilevanza” la collaborazione con il Milano Hub della Banca d’Italia. Questa iniziativa, ha sottolineato, “aiuterà a fare sintesi tra il mondo produttivo, l’accademia e i regolatori. La promozione di progetti che includano l’ambito assicurativo potrà far crescere le competenze dell’Istituto e fare “rete”, coinvolgendo operatori bancari, assicurativi, finanziari e tecnologici”.

Ivass