Dalla bancassicurazione arriva già il 20% delle commissioni di piazza Gae Aulenti e con un poker di partner, da Allianz a Unipol, 
fa 140 milioni di utili. Ecco i piani per crescere ancora, specie nel Danni
di Anna Messia
La strada scelta da Unicredit per crescere nelle polizze è stata quella degli accordi con i migliori partner del mercato assicurativo. Un modello diverso da quello di Intesa Sanpaolo, che da anni ha deciso di creare una compagnia interna al gruppo (Intesa Sanpaolo Vita), e anche da quello di Poste Italiane, che dopo aver raggiunto la leadership nel mercato Vita ora punta forte sul Danni e nell’Rc Auto ha appena avviato l’alleanza con Unipol e Generali. In ogni caso, per tutti, la distribuzione delle polizze allo sportello nei prossimi anni continuerà a dare soddisfazioni, con nuovi scenari che si aprono in particolare proprio nel settore Danni, dove finora a dominare sono state le reti di agenti. Occasioni di business che Unicredit non vuole lasciarsi sfuggire, spingendo sui suoi molteplici accordi e mettendo a frutto i 2.400 sportelli in Italia. La banca, che dal 15 aprile sarà guidata da Andrea Orcel, ha già diversi alleati assicurativi, sia in Italia sia all’estero, cui è legata da joint venture e accordi distributivi.

In Italia i partner storici di Unicredit sono i tedeschi di Allianz e i francesi di Cnp Assurances. Quest’ultima compagnia, controllata dal gruppo Banque Postale, nelle scorse settimane ha tra l’altro ulteriormente rafforzato la presa rilevando dall’inglese Aviva il business Vita in Italia, incluso il 51% della compagnia Aviva spa, con un esborso complessivo di 543 milioni che fa comprendere il valore di questi asset. Aviva spa si va ad aggiungere a Cnp Unicredit Vita (partecipata al 58,8% dal gruppo francese) e poi ci sono CreditRas Vita e Credit Ras Assicurazioni, entrambe controllate al 50% da Unicredit e Allianz. Non solo; l’istituto ha una storica alleanza anche con Unipol in Incontra Assicurazioni, compagnia Danni e salute partecipata rispettivamente al 49% e al 51%.

Una rete ben integrata, insomma che ha consentito alla bancassicurazione di Unicredit di arrivare a rappresentare oggi il 20% dei 3,4 miliardi di commissioni totali incassate dal gruppo bancario in Italia e di realizzare tramite le fabbriche-prodotto utili complessivi per oltre 140 milioni. L’attuale strategia in Italia punta a creare joint venture con parti terze tramite accordi della durata di 3-5 anni, in linea con i piani industriali. «Con ogni partner abbiamo lavorato per creare un’offerta che esprima al meglio le loro potenzialità, come dimostra il recente riconoscimento a Unicredit My Care Salute», spiega Remo Taricani, co-ceo commercial banking Italy di Unicredit. Nel caso di Incontra, per esempio, «abbiamo rimodulato il prodotto Salute per includere la copertura Covid ed estendere i rimborsi per la maternità» aggiunge Taricani, mentre «con Allianz abbiamo spinto sulla semplicità del concetto di assicurazione modulare, che prevede un unico pacchetto e un abbonamento mensile che può includere diverse coperture a seconda delle esigenze dei clienti, dalla responsabilità civile della famiglia agli infortuni per lo sport fino agli animali domestici».

Guardando al futuro, la crescita del settore assicurativo continuerà a essere un pilastro dello sviluppo di Unicredit e se nel ramo Vita c’è un trend consolidato che potrà proseguire anche nei prossimi anni, le occasioni maggiori sembrano presentarsi nel comparto Danni. «Non c’è motivo perché l’Italia debba continuare a esprimere tassi di assicurazioni Danni fortemente inferiori rispetto alla media degli altri Paesi europei», aggiunge Taricani. «Lo spazio di crescita per le banche è decisamente ampio, visto che oggi intercettano appena l’8% dei premi Danni, i quali sono ancora gestiti prevalentemente dagli agenti». Già in questi anni il mercato bancassicurativo Danni, storicamente focalizzato sulle polizze a copertura del credito (cpi), si è fortemente diversificato con prodotti stand alone e una spinta ulteriore potrà arrivare dall’innovazione tecnologica ma anche «dall’offerta per le pmi, che rappresentano il tessuto produttivo del Paese» e per servire le quali Unicredit si è rivolta ad assicuratori specializzati come Coface, Euler Hermes o Sace per completare la gamma di offerta.

«Con Sace è stato per esempio firmato un accordo con la piattaforma alibaba.com e anche in questo caso è stato seguito il solito criterio, ossia individuare sul mercato i partner migliori», conclude Taricani.

Poi c’è l’estero, dove si è puntato su accordi distributivi in esclusiva e anche da lì potrà arrivare un’importante spinta alla crescita dell’intera banca. In Germania è stata scelta sempre Allianz sia nel Danni sia nel Vita, mentre in Austria si lavora con Ergo. Nei Paesi dell’Est Europa a spuntarla è stata la solita Allianz, mentre le Generali nel 2018 si sono assicurate il comparto dell’assicurazione del credito (credit protection insurance). (riproduzione riservata)

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