Nonostante il lockdown continua a preoccupare il fenomeno della pirateria stradale. Secondo i dati dell’Osservatorio Asaps (Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale) sono 892 gli episodi di pirateria stradale gravi registrati nel 2020, il 21% in meno rispetto ai 1.129 del 2019, ma sappiamo bene le condizioni di mobilità ristretta con cui conviviamo da oltre un anno e i mesi di lockdown.

Sulla rete stradale italiana sono morte 92 persone (115 nel 2019) e i feriti sono stati 1.037 (1.335 nell’anno precedente). Il decremento delle vittime mortali è del 20%, quello dei feriti è del 22%.

L’89% dei casi è avvenuto di giorno e 11% di notte (si tenga conto del blocco della mobilità dalle 22 alle 05). Ma per gli episodi di pirateria con effetti mortali, le percentuali cambiano e salgono al 26% per la notte e 74% durante il giorno, come dire che quando si uccide di notte si scappa di più.

Nel 53% dei casi il pirata viene individuato dalle forze di polizia che rilavano il sinistro. L’identificazione dei colpevoli, compresi quelli che scappano pensando di sfuggire i controlli, schizza a oltre il 74% nei casi delle piraterie mortali!

Il maggior numero di fughe con omissione di soccorso  è stato registrato anche nel 2020 in Lombardia con 149 episodi con morti o lesioni gravi, seguono la Campania con 108, l’Emilia Romagna con 89, il Lazio 77, la Sicilia 73, Puglia 63, Toscana 48.

I positivi all’alcol o alla droga sono stati il 16,7%, ma va precisato che in questo caso ci si riferisce ai soli casi in cui il pirata è stato identificato immediatamente dopo l’incidente.

I pirati stranieri sono stati il 13,6% del totale, mentre 59 sono le donne pirata, in pratica il 12,5%.

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