di Andrea Montanari
A otto anni dall’avvio dell’azione legale al Tribunale di Milano si chiude, evitando il giudizio, la guerra tra UnipolSai e gli ex azionisti, manager, consiglieri e sindaci revisori protagonisti della lunga stagione Fondiaria-Sai che ha preceduto l’arrivo del gruppo assicurativo bolognese di stampo cooperativo. Come si evince dalle carte depositate dalla società guidata dall’ad Carlo Cimbri in vista dell’assemblea fissata per il 28 aprile, le parti in causa hanno trovato un accordo transattivo che metterà fine al contenzioso e che vedrà gli esponenti della famiglia Ligresti e dirigenti (quali l’ex vicepresidente Antonio Talarico e l’ex ad Fausto Marchionni) pagare per il loro operato.

Tutto fa riferimento ai due giudizi pendenti dinanzi al Tribunale relativi alle azioni di responsabilità promosse nel 2013 e nel 2014 da UnipolSai nei confronti di Jonella, Giulia Maria e Paolo Ligresti (in proprio e come eredi del defunto padre Salvatore) e di un lungo elenco di ex dirigenti, consiglieri d’amministrazione e membri del collegio sindacale. L’intesa raggiunta prevede il pagamento di una somma di 42,2 milioni, rispetto all’iniziale richiesta di 60 milioni avanzata dalla compagnia assicurativa partecipata dalle coop. Rispetto ai 42,2 milioni indicati, 29,7 milioni finiranno direttamente nelle casse della quotata, mentre il resto è destinato alle società del gruppo che avevano promosso le azioni di responsabilità. Il pagamento della somma concordata avverrà per 32,96 milioni tramite un escrow bancario e per i restanti 10,36 milioni mediante compensazione con crediti vantati dai Ligresti e dagli altri soggetti portati in tribunale da UnipolSai nei confronti delle società che hanno promosso le due azioni di responsabilità «a titolo di emolumenti e liquidazione di polizze assicurative». L’accordo, se approvato dai soci della compagnia bolognese, porterà al ritiro delle azioni di responsabilità in atto.

A far scattare gli approfondimenti di rito su 20 operazioni, in prevalenza immobiliari, compiute dalla vecchia gestione di Fondiaria-Sai, rappresentata dalla famiglia Ligresti, erano state le denunce, depositate nel 2011 al collegio sindacale, dal fondo Amber. Le più significative fanno riferimento all’acquisto del gruppo Atahotels, alla ristrutturazione del Golf Hotel Madonna di Campiglio, all’operazione real estate Area Castello a Firenze, ai contratti di co-marketing con il brand di moda Gilli (Giulia Ligresti), con consulenze concesse a Salvatore e Jonella Ligresti e a «corrispettivi ingiustificati per sponsorizzazioni» come nel caso di quelle concesse alla scuderia Laità, che gestiva i cavalli di Jonella Ligresti.

A far propendere per la transazione, giudicando comunque «ragguardevole» la somma di 42,2 milioni -rispetto ai 60 milioni richiesti, 20 milioni dei quali rappresentati dal patrimonio sequestrato ai Ligresti, a Marchionni e a Talarico- sono stati gli studi legali BonelliErede e Bussoletti Nuzzo&Associati. Mentre il comitato per le parti correlate del gruppo assicurativo che ha valutato l’accordo e lo ha poi sottoposto all’attenzione del cda si è affidato all’advisor studio Roppo Canepa. (riproduzione riservata)

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