di Pietro Rizzo
Cattolica Assicurazioni è un «gruppo solido, resiliente e capace di stare sul mercato in modo competitivo – come riconosciuto dagli esponenti dell’Autorità di Vigilanza – e superare tutti gli ostacoli che il mercato finanziario globale gli pone». Lo ha detto durante un’audizione in commissione banche il presidente di Cattolica Paolo Bedoni, sottolineando che «i risultati del 2020 sono una testimonianza concreta di questa affermazione». Bedoni ha affrontato i «temi più strettamente legati alla governance della società». Il presidente ha anche illustrato l’accordo del 24 giugno scorso con Generali e le prossime scadenze di governance, spiegando quali rimedi la compagnia ha messo in atto per rispondere alle contestazioni di Ivass. L’a.d. Carlo Ferraresi ha affrontato i temi relativi alla solidità dei conti e delle prospettive future del gruppo, senza però entrare nel dettaglio visto domani si riunirà il cda per approvare i risultati di bilancio 2020. A proposito della solidità del gruppo, il presidente di Cattolica ha messo in evidenza come dal 2010 al 2020, la compagnia abbia «sempre chiuso i suoi bilanci in utile, con circa 1 miliardo di euro di beneficio per tutti i soci e azionisti e circa 500 milioni di euro distribuiti in dividendi». Il gruppo, ha sottolineato Bedoni, «è uno dei maggiori attori del mercato assicurativo italiano con circa 3,6 milioni di clienti. La governance della compagnia si appresta a cambiare completamente. L’attuale cda si presenterà dimissionario alla prossima assemblea del 14 maggio per consentire il rinnovo integrale dell’organo tenuto conto del nuovo regime legale della spa. E, come già annunciato, confermo che non mi presenterò in alcuna lista per il rinnovo del consiglio. Con la trasformazione di Cattolica da cooperativa a spa dal prossimo primo aprile, ritengo infatti di aver concluso il mio compito». Il presidente della compagnia ha poi sottolineato come «in questi anni, con cda coesi abbiamo difeso i valori e lo spirito della nostra società che compie 125 anni di vita». «L’abbiamo difesa dall’approccio alla finanziarizzazione, in voga negli ultimi 20 anni, i cui risultati abbiamo drammaticamente vissuto nel sistema bancario italiano, ma non in quello assicurativo», ha continuato Bedoni aggiungendo che «abbiamo dato forza e voce principalmente ai 18 mila soci». (riproduzione riservata)

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