Il vincolo della sostenibilità finanziaria a 50 anni delle Casse dei professionisti (nato dalla legge 214/2011) non può più esser un dogma, ma va «approfondito», anche per «capire come gli Enti possano ampliare il welfare», mediante un «uso serio delle riserve, che altro non sono che contributi» degli iscritti «congelati». E, nel frattempo, bisognerà capire le «strozzature» che ostacolano l’iter del disegno di legge sul differimento delle scadenze per malattia, o infortunio dei lavoratori autonomi (1474). Ad esprimersi così, in un colloquio con ItaliaOggi, il neo-presidente della Commissione parlamentare per il controllo degli Enti gestori di forme di previdenza pubblica e privata, il senatore del Pd Tommaso Nannicini.
Domanda. Quali saranno le sue priorità in Bicamerale?

Risposta. Ci riuniremo presto, agendo in continuità col lavoro del presidente uscente Sergio Puglia (del M5s, ndr), che ci ha consegnato una relazione frutto dell’indagine sull’attività degli investitori istituzionali. E, tra gli elementi che vorrei proporre, nell’ambito di un’agenda che decideremo con tutti i commissari, c’è quello di capire come le Casse possano dar risposte in termini assistenziali agli associati oggi, non tra 50 anni.

D. Cosa intende?

R. Basare le analisi sull’equilibrio tra entrate e uscite soltanto su stime futuristiche a 50 anni è un esercizio ardito, da un punto di vista statistico, nonché gestionale. Ciò non significa che dobbiamo dimenticarci della sostenibilità, bensì farlo in maniera ragionevole, per sviluppare forme di welfare che assicurino la sopravvivenza di chi, quei contributi, li versa. Registro un cambio di passo nell’azione del nuovo governo, orientato a non creare, nell’erogazione dei sostegni, lavoratori di serie A e di serie B, come già fatto in Parlamento con l’introduzione dell’Iscro (l’indennità per gli autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps) su impulso della deputata del Pd Chiara Gribaudo. A tal proposito, intendo impegnare la Commissione in una riflessione, che può sfociare in un’analisi conoscitiva, sugli interventi emergenziali, allargando lo sguardo a come si potrebbero liberare strumenti e risorse per costruire un welfare allargato per il mondo post-pandemia.

D. Lei ha siglato il disegno di legge per tutelare i professionisti malati, come anticipato dal primo firmatario, il senatore di FdI Andrea de Bertoldi. Il testo, però, rischia di arenarsi, dopo l’altolà della Ragioneria generale dello Stato.

R. L’ho sottoscritto con convinzione, è in linea con la filosofia della legge 81/2017 (il «Jobs act del lavoro autonomo»). Mi attiverò come senatore per comprender meglio le stime di costo (circa 236,3 milioni, si veda ItaliaOggi del 4 marzo 2021, ndr), che mi sembrano appartenere a una tradizione di sovrastima. Bisogna costruire l’adeguato quadro politico per una proposta che ritengo utile e giusta.

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