di Simona D’Alessio
La decisione della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) di passare al setaccio gli investimenti delle Casse previdenziali, introducendo un sistema «estremamente dettagliato» che include (anche) informazioni di cui gli uffici degli Enti non dispongono, finisce in tribunale. Ma l’obiettivo dell’azione legale è evitare che la procedura amministrativa non passi «in giudicato», nonché favorire l’apertura del dialogo, sia con i ministeri del Lavoro e dell’Economia, sia con l’organismo di controllo per far comprendere le «difficoltà organizzative» degli Istituti privati, che «non intendono certamente sottrarsi» alla lente d’ingrandimento sulle loro operazioni finanziarie. A presentare finora il ricorso al Tar, «impostato sulla lesione dell’autonomia gestionale degli Enti», sono stati la Cassa forense (avvocati), la Cnpr (ragionieri) e l’Enpav (veterinari), a cui, apprende ItaliaOggi, presto potrebbero accodarsi, «ad adiuvandum», altri Istituti professionali e l’Associazione che li raggruppa (l’Adepp).

Tutto nasce dall’uscita della circolare 172/2021 del 15 gennaio scorso della Commissione guidata da Mario Padula concernente il «Manuale delle segnalazioni statistiche e di vigilanza degli Enti» disciplinati dai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996: nel testo vengono descritte le informazioni da trasmettere, «anche quelle sottostanti i singoli investimenti», perché, ad esempio, «nel caso dei fondi di «private equity», si richiede di sapere quali siano le singole aziende che ne fanno parte, la composizione dei loro patrimoni», dati questi, che «non sempre si hanno», nel caso, invece, degli immobili, «per poter comunicare il valore a mercato c’è bisogno di una perizia, che implica dei costi aggiuntivi», riferisce il vicepresidente della Cassa ragionieri Giuseppe Scolaro. È, dunque, necessario «acquisire dei servizi di fornitura» di informazioni che, una volta ottenute, però, «non sono immediatamente fruibili», bensì per «esser trasmesse nella piattaforma Banca d’Italia-Covip» prevista dal regime delle segnalazioni (che, dopo una fase di sperimentazione, dovrebbe esser operativo dal 1° gennaio 2022), «bisogna dotarsi di altre risorse umane».

Scolaro ricorda come la Covip invochi da tempo l’emanazione del regolamento sugli investimenti (nelle pieghe del decreto legge 98/2011, ma mai uscito dal dicastero di via XX Settembre, ndr) «al fine di ottenere un potere di vigilanza che, effettivamente, non ha». L’Adepp, intanto, ha inviato, come accennato, ai ministri Daniele Franco e Andrea Orlando una richiesta d’incontro per valutare insieme il «Manuale delle segnalazioni», mentre le Casse che hanno presentato ricorso fanno sapere di confidare che, prima che sia discusso al Tar, spunti l’occasione per parlarne col decisore politico. «Abbiamo evidenziato che il sistema creerebbe aumento delle spese per personale e servizi. Il problema», interviene il presidente dell’Enpav Gianni Mancuso, è che «ci trattano come parte della Pubblica amministrazione». E che «le nostre istanze (presentate alla Covip nell’ottobre del 2020) «non sono state considerate».

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