Anche i super ricchi usano i social media. E non solo per far schiattare d’invidia i comuni mortali mettendo in mostra irripetibili stravaganze, ma soprattutto per comunicare con i propri consulenti finanziari. È quanto emerge da uno studio condotto da Spectrem Group, primaria società statunitense di consulenza e ricerca di mercato nel settore della gestione patrimoniale, che si concentra sulle modalità di utilizzo delle piattaforme social nel contesto dell’investimento finanziario da parte della categoria di investitori che hanno più di 25 milioni di dollari di patrimonio netto, residenza primaria esclusa.

Per quanto concerne l’uso quotidiano, al netto dunque dell’attività finanziaria, le preferenze di questa particolare tipologia d’utenza vanno a Facebook, che totalizza il 70% di adepti, seguita da YouTube con il 52%, Twitter e Instagram appaiate al 51% e LinkedIn che si ferma al 39%. Negli ultimi anni, però, hanno guadagnato popolarità anche Snapchat, apprezzata dal 32% degli investitori per la possibilità di condividere immagini e per la funzionalità di chat, e TikTok, un’app specializzata in video, che viene usata dal 23% del target della ricerca.

Come prevedibile, un ruolo chiave nella scelta viene giocato dall’età: meno del 40% degli investitori di 54 anni e più usa indifferentemente qualsiasi social network, mentre il 39% dei meno giovani predilige Facebook, che si conferma la piattaforma più popolare. Ma tra gli investitori da 25 milioni di dollari più anziani cresce il successo di LinkedIn, usato dal 30% degli intervistati, mentre quelli tra i 38-53 anni usano di più Facebook, 88%, e Twitter, 71%. Per i più giovani, sempre della stessa categoria, Facebook rimane l’opzione più gettonata, con l’85% di utenti, mentre Instagram occupa il secondo posto con il 71%.

L’altro aspetto valutato dalla ricerca è la diffusione dell’uso dei social media nel rapporto tra l’investitore e il proprio consulente finanziario. E anche in questo caso al top delle preferenze c’è Facebook, scelta da più della metà degli intervistati, mentre il 38% comunica attraverso Twitter e il 35% mediante LinkedIn. Sotto questo aspetto, tuttavia, oltre all’età, l’altro elemento che influenza questa categoria è il reale livello di ricchezza. Il 71% degli investitori con più di 25 milioni di dollari, dai 54 anni in su, non comunica con il proprio consulente attraverso alcuna piattaforma di social media o messaggi di testo. Al contrario, tale comportamento è molto diffuso fra gli investitori tra i 38-53 anni, che si coordinano abitualmente con il loro professionista di riferimento attraverso i social media: il 79% con Facebook, il 64% tramite Twitter e il 52% via LinkedIn. Infine, l’82% degli investitori con un patrimonio superiore a 175 milioni di dollari ha utilizzato Facebook per comunicare con il proprio consulente, mentre più della metà degli appartenenti alla stessa categoria ha scelto Twitter.

In sostanza, secondo lo studio di Spectrem Group, è evidente che anche gli investitori molto facoltosi usano ormai abitualmente i social media e sono propensi a comunicare con i consulenti finanziari attraverso questo mezzo indipendentemente dal loro patrimonio netto. Questo indica che i professionisti del settore hanno bisogno di trovare modi adeguati, all’interno dei vincoli di conformità, per interfacciarsi con i clienti su queste piattaforme, poiché è davvero poco probabile che i social media cessino in futuro di essere una componente chiave nella vita della maggior parte degli investitori più abbienti. (riproduzione riservata)


Roberto Carcano

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