di Alberto Chimenti MF-DowJones

La pandemia di coronavirus trascinerà l’economia globale in recessione quest’anno, prevedono gli economisti di S&P Global. I dati macroeconomici cinesi dimostrano che l’economia del Paese asiatico è stata colpita molto più duramente di quanto previsto e l’Europa e gli Stati Uniti avranno un destino simile, viste le misure di contenimento dell’epidemia che innescheranno un crollo della domanda nel secondo trimestre prima che inizi una ripresa più avanti nel corso dell’anno, puntualizza il capo economista capo Paul Gruenwald. «Prevediamo una recessione globale nel 2020, con un pil mondiale in aumento dell’11,5% nell’intero anno», precisa l’esperto, specificando che i rischi su tale previsione restano nettamente al ribasso. Per quanto riguarda poi nello specifico il Vecchio Continente, dato che l’epidemia di coronavirus continua a diffondersi e viste le misure di contenimento implementate dai singoli Paesi, è probabile che l’economia dell’Eurozona si contragga dello 0,5-1% quest’anno, secondo gli economisti di S&P Global. Il turismo e gli investimenti sono finora i segmenti più colpiti. Secondo gli esperti, il Covid-19 impatterà sui dati del primo trimestre ma lo shock più significativo si verificherà nel secondo trimestre con una modesta ripresa nella parte restante dell’anno. S&P ritiene improbabile che «la Banca Centrale Europea riduca di molto i tassi di interesse». L’istituto piuttosto «utilizzerà le operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Ltro, ndr) a basso costo e le Tltro per facilitare il funzionamento del settore finanziario». S&P si aspetta infine «un’accelerazione delle misure fiscali a livello europeo per sostenere le imprese e le popolazioni più colpite».
L’impatto del coronavirus sull’economia degli Stati Uniti, aggravato dal recente crollo dei prezzi del petrolio, comporterà invece una contrazione dell’economia americana del 6% nel secondo trimestre di quest’anno su una base annuale e destagionalizzata, proseguono gli economisti di S&P Global. Per gli esperti è probabile che gli Stati Uniti registrino una crescita leggermente negativa nel primo trimestre, con lo shock più consistente che arriverà nel secondo trimestre, prima che inizi la ripresa nella seconda meta’ dell’anno. Anche gli Usa quindi sono destinati alla recessione. S&P prevede infine nel breve termine «uno stimolo fiscale mirato a livello federale».
L’economia globale si espanderà dello 0,9% nel 2020, la crescita più lenta dai tempi della crisi finanziaria globale, stimano poi gli economisti di Morgan Stanley. «Sebbene la risposta politica fornisca una protezione, i danni sottostanti derivanti dall’impatto del coronavirus e dalle condizioni finanziarie più rigide genereranno uno shock materiale per l’economia globale», puntualizzano gli esperti. Morgan Stanley prevede che il pil della Cina si espanderà del 4% nel 2020, mentre quello degli Stati Uniti dovrebbe crescere dello 0,6% nell’intero anno, dopo una contrazione del 4% nel secondo trimestre. L’Eurozona invece sarà la regione più colpita. La probabilità di una recessione globale sta aumentando, vista l’impennata di casi di coronavirus in tutto il mondo, le interruzioni alla produzione, le misure restrittive e il sell-off sui mercati azionari, afferma infine Ben May di Oxford Economics, il quale non esclude che tali problemi possano persistere anche nel terzo trimestre, limitando quindi un rimbalzo dell’economia in estate. Comunque sia «la storia suggerisce che le economie si riprendono rapidamente anche dopo importanti shock una tantum», aggiunge May, che prevede un significativo rimbalzo nella seconda metà dell’anno. Per l’esperto la politica avrà un ruolo primario nel ridurre gli effetti negativi dell’epidemia e i rischi sul fronte della liquidità con l’obiettivo di impedire un’ondata di fallimenti e un aumento della pressione sul sistema bancario. (riproduzione riservata)

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