Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Com’era nell’aria, anche l’Ivass è scesa in campo per chiedere alle assicurazioni di adottare una politica di massima prudenza nella distribuzione dei dividendi. L’emergenza coronavirus sta provocando volatilità sui mercati e sullo spread, così il consiglio arrivato dall’istituto guidato da Daniele Franco è di tenere fieno in cascina per i momenti difficili. Nelle scorse settimane, come anticipato da MF-Milano Finanza, era stata l’Eiopa a invitare le assicurazione europee alla prudenza. L’autorità si è detta pronta a intervenire sulle regole di Solvency II e anche a chiedere all’Unione Europea misure per proteggere le compagnie dal crollo dei mercati (anche se ancora non è arrivata alcuna proposta concreta), ma in cambio ha indicato la strada della prudenza su dividendi e premi variabili. Dopo la Bce e la Banca d’Italia nel settore bancario, anche Ivass ha quindi inviato una lettera alle compagnie che operano in Italia.
Lo stop della Bce ai dividendi fa cadere il settore bancario in Piazza Affari. La moral suasion che nell’ambito della crisi sanitaria Francoforte ha rivolto agli istituti vigilati è stata subito accolta, con un effetto immediato sui corsi azionari che ieri hanno trascinato al ribasso i principali listini europei. La prima a muoversi in Italia è stata Unicredit che, ben prima dell’apertura di borsa, ha comunicato l’intenzione di congelare il dividendo 2019 e il programma di buyback fino a 467 milioni pur garantendo alle fondazioni azioniste (che oggi detengono circa il 5% del capitale) finanziamenti a condizioni favorevoli per un ammontare pari alle cedole. Immediata la reazione del titolo che a fine seduta ha lasciato sul terreno il 7,5%, con un indice Ftse Banche in ribasso del 5,1%.
L’Ue spiana la strada al rafforzamento del golden power allo studio del governo italiano. In una comunicazione alle capitali la Commissione ha invitato infatti a rafforzare la presa sugli asset strategici per l’Unione, a partire da quelli del settore della salute, particolarmente sensibili ai tempi della pandemia da Coronavirus, ma non solo. «Tra le possibili conseguenze dell’attuale shock economico c’è un aumento del rischio potenziale per le industrie strategiche, in particolare per quelle collegate alla salute, ma non limitato solo ad esse», si legge nel documento.
Ormai è un dato assodato. La crisi da coronavirus e le imponenti manovre messe in campo dai governi per limitarne gli effetti comporteranno un aumento del rapporto fra debito e prodotto interno lordo in tutti gli Stati. Secondo uno studio di Flossbach von Storch, nel 2020 il rapporto debito/pil dei Paesi del G7 salirà in media del 22%, un incremento superiore al 15% registrato all’indomani della crisi finanziaria del 2008. Rispetto ad allora, però, la crescita dell’indebitamento sovrano potrebbe essere meno duratura, se l’emergenza sanitaria ed economica verrà superata in fretta. «Tra il 2007 e il 2012, il rapporto debito/pil è aumentato in media del 40% tra i paesi del G7», valuta il centro di ricerca tedesco, «il Giappone e la Spagna hanno registrato il più rapido aumento del debito, rispettivamente di 53 e 50 punti percentuali». Tuttavia, aggiunge, «questa esperienza dimostra che l’aumento del debito tende a essere permanente: solo pochi Paesi sono stati in grado di ridurre l’onere del debito dopo il 2012». In ogni caso, il quanto dei singoli Stati dipenderà non solo dalla crescita del deficit, che incide sul numeratore, ma anche dal calo del pil, il denominatore.
Da Generali ad Alleanza, passando per Zurich, Unipol, Axa e Cattolica. Il settore assicurativo in poche settimane ha attivato una serie di misure per fornire tramite le polizze risposta all’emergenza Covid19. Il governo dal canto suo ha esteso di altri 15 giorni (rispetto ai 15 già previsti) il periodo di validità della Rc Auto dopo la scadenza della polizza. Ma a questo alcune compagnie autonomamente hanno aggiunto la sospensione, la proroga o dilazione dei premi per le polizze vita, ma anche per quelle danni non auto e per le coperture auto.
La fotografia è stata scattata dall’Ivass in un report sui prodotti pubblicato ieri.
  • Gli agenti Generali chiedono un nuovo sostegno 
Gli agenti Generali tornano a chiedere sostegno alla propria compagnia in tempo di coronavirus. Il gruppo di Trieste, come noto, ha già messo in atto diverse azioni contro il Covid-19 (assicurando per esempio i lavoratori di 6 mila aziende) o supportando gli insegnanti per la formazione a distanza con il progetto Ora di Futuro, Ma soprattutto ha stanziato un fondo internazionale da 100 milioni per far fronte all’emergenza sanitaria. Buona parte di questo è dedicato all’Italia e un fetta consistente di quest’ultima (che secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza sarebbe di circa 25 milioni) è stata già indirizzata appunto al sostegno della rete degli agenti con anticipi su provvigioni o moratorie per il pagamento delle rivalse. Ma secondo gli agenti, visto la difficile situazione economica che si è venuta a creare, c’è bisogno di una nuova azione di sostegno da parte della compagnia. Il Ga-Gi (il gruppo agenti Generali Italia aderente ad Anapa) e il Gaat (gli agenti ex Toro aderente allo Sna), che rappresentano oltre il 70% degli agenti di Generali Italia, hanno firmato in particolare una lettera congiunta per aprire una nuova fase di aiuti e sostegni, oltre a quelli già ottenuti, a favore delle agenzie Generali Italia contro l’emergenza Covid-19. Per gli agenti c’è bisogno in particolare di un fondo di solidarietà ex novo «di consistente entità e adeguato, riservato esclusivamente alle agenzie e ai collaboratori e dipendenti» e di convertire una parte del budget già messo a bilancio relativo al Country Italia per tutta una serie di iniziative, quali per esempio incentivi e rappel 2020 o i viaggi premio per agenti e collaboratori a favore della rete agenziale.
  • Assiteca
Il broker assicurativo quotato sull’Aim ha chiuso la semestrale a fine 2019 con un risultato di 5,15 milioni, +8%, dopo ricavi per 45 milioni, +15%, ed ebitda di 10,1 milioni, +19%, mentre la pfn si è attestata a 22,6 milioni.

La sospensione dei mutui prima casa potrà essere effettuata anche online. È questa una delle indicazioni che arriva dal ministero dell’economia e delle finanze che ieri sul proprio sito ha pubblicato il modello per inoltrare alle banche lo stop ampliato per il pagamento delle rate dei mutui prima casa. «Per facilitare e velocizzare ulteriormente le procedure», si legge nella nota del ministero, «il nuovo modello, reperibile sui siti del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di Consap e dell’Abi, potrà essere compilato direttamente online ed inviato secondo le modalità indicate da ciascuna banca». Inoltre la sospensione con i nuovi criteri si applica alle domande presentate prima del decreto cura Italia. Ieri anche l’associazione delle banche ha pubblicato una circolare con le indicazioni operative sulla sospensione ampliata e semplificata.
Più tempo per inviare le segnalazioni di vigilanza e per opporsi ai provvedimenti sanzionatori. Lo prevede l’Unità di informazione finanziaria con un comunicato diffuso il 27 marzo scorso e con il quale sono state adottate misure temporanee e sono state fornite delle avvertenze, alla luce dell’impatto dell’emergenza sanitaria in corso sull’operatività e sugli adempimenti dei soggetti tenuti alla trasmissione di dati e informazioni alla Uif.
L’indennità di 600 euro andrà anche ai professionisti ordinistici. O almeno a 330 mila di loro. È quanto prevede il decreto del Ministero del lavoro firmato lo scorso 28 marzo. Viene quindi estesa la platea dei beneficiari del bonus introdotto dal decreto «Cura Italia», ma restano comunque delle sostanziali differenze tra partite Iva iscritte agli enti di diritto privato e quelle iscritte all’Inps, come lo stanziamento di risorse (3 miliardi a fronte di 200 milioni) e i limiti di reddito (35 mila euro nel 2018). Le domande potranno essere presentate da domani.
Sei mesi di stop al mutuo per una riduzione dell’orario di lavoro del 20% in 150 giorni. Le rate sospese diventano 12 se il calo delle ore ha una durata compresa tra i 151 e i 302 giorni lavorativi e arrivano a 18 nel caso la riduzione superi i 303 giorni. È quanto prevede il decreto del Mef del 25 marzo 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 82 dello scorso 28 marzo. Diventa così operativa l’estensione anche ai liberi professionisti dell’accesso al Fondo Gasparrini, che permette la sospensione del pagamento delle rate del mutuo.
Il bonus di 600 euro andrà anche agli agenti di commercio. Questo a differenza di quanto affermato dal Mef solo pochi giorni fa.  «Gli agenti di commercio sono inclusi nella platea dell’articolo 28». Resta, però, un problema perchè il decreto del Ministero del lavoro fa riferimento alle casse private come soggetti erogatori delle indennità agli ordinistici, mentre per gli agenti di commercio sono ricompresi nei beneficiari dell’articolo 28, perciò dovrebbero ricevere l’indennità non da Enasarco ma dall’Inps.
La risposta quindi, ad ora, è totalmente priva di qualsiasi supporto giuridico. Non può, nemmeno il Ministro dell’economia e delle finanze, ricomprendere all’interno di una norma agevolativa una categoria di soggetti che non possiedono i requisiti per l’accesso. Perché se la norma non viene modificata durante i lavori parlamentari l’Inps, una volta ricevuta la richiesta di un agente di commercio iscritto anche all’Enasarco, non potrà che respingerla.
  • Credito a breve per l’export, garanzie di stato ovunque
Lo stato italiano potrà assicurare a breve termine il rischio di credito all’export per ogni paese. Questo perché la commissione europea ha deciso, due giorni fa, di escludere temporaneamente tutti i paesi dall’elenco degli stati «con rischi assicurabili sul mercato». Lo ha fatto nel quadro della comunicazione rilasciata nel dicembre 2012, sempre dalla commissione, sull’assicurazione del credito all’esportazione a breve termine. Comunicazione che interviene in applicazione degli artt. 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Ue. Il quadro temporaneo sugli aiuti di stato, adottato da Bruxelles per l’emergenza Covid il 19 marzo 2020, aveva già introdotto più flessibilità circa le modalità per dimostrare che alcuni paesi non erano assicurabili sul mercato, consentendo così per essi l’assicurazione del credito all’export a breve da parte dello stato. La decisione di due giorni fa dell’esecutivo Ue di sospendere, di fatto, l’allegato della comunicazione sull’assicurazione del credito a breve ha ampliato ulteriormente questa flessibilità. Dunque, l’assicuratore statale potrà intervenire senza dover più dimostrare che il paese su cui estende l’ombrello è «non assicurabile sul mercato». La decisione Ue giunge a seguito di un riscontro; da una consultazione condotta da Bruxelles è emersa una capacità insufficiente delle assicurazioni private di assicurare le esportazioni verso tutti i paesi

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  • Gli aiuti. Sono oltre dieci milioni i lavoratori a rischio
Il governo si prepara a rivedere l’indennità da 600 euro destinata a 5,3 milioni di lavoratori autonomi. Confermato l’assegno di marzo – si potrà richiedere da domani sul sito Inps – in aprile e maggio l’importo verrebbe alzato a 800 euro. Servono quasi 9 miliardi. A cui aggiungere un altro miliardo almeno – totale 10 miliardi – per coprire anche 2 milioni di precari, ovvero lavoratori discontinui, senza più entrate: questa la novità. A loro andrebbe un mini-reddito da 400-500 euro, potendo però dimostrare di aver lavorato almeno 4 settimane negli ultimi 2 anni. Una strategia per coprire una platea vasta che sommando dipendenti in cassa integrazione, autonomi e lavoratori non tutelati, supera i 10 milioni di lavoratori a rischio.

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  • «Denunciate i dottori per danni». Un caso le offerte dei legali sul web
C’è l’avvocato che dal proprio sito o social media arringa le famiglie dei morti a «chiedere le cartelle cliniche» perché poi «la prova da responsabilità risarcitoria contrattuale competerà all’azienda sanitaria», e chi su Facebook chiede «di farmi pervenire prove di casi specifici di morte per mancata assistenza o altri disservizi». E mentre la Procura di Milano riceve già dieci denunce di asserita malasanità, c’è pure chi, fingendo sdegnato di posizionarsi all’angolo opposto del ring, vanta che «io e il mio studio legale abbiamo deciso di assistere gratuitamente medici e infermieri che dovessero subire azioni di sciacallaggio giudiziario». Più peculiari «alcune aziende, anche importanti, che, pur avendo oggetto sociale diverso dalla tutela legale», invece di offrire agevolazioni pertinenti alla propria attività, «offrono assistenza legale gratuita (attraverso avvocati interni o fiduciari) per ogni evenienza derivante dall’emergenza epidemiologica»: il che «induce al sospetto che la proposta di assistenza celi un tentativo di espansione commerciale con una mera operazione di marketing». Il riferimento è un po’ criptico, ma, tradotto, evoca il caso (sollevato dagli avvocati di Catanzaro) di un colosso assicurativo, e cioè della partnership di 600 studi professionali che sarebbero cointeressati all’estensione, anche a «difficoltà e dubbi di natura legale» sul virus, della normale consulenza già garantita dalla compagnia agli assicurati.
  • Zurich, 650 mila euro per l’emergenza
I dipendenti e gli agenti della compagnia assicurativa Zurich, con il contributo di Zurich Italia e Z Zurich Foundation, hanno raccolto 650.000 euro a favore dell’Ospedale Spallanzani di Roma, del Sacco di Milano, dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Ospedale Cotugno di Napoli.

  • Ivass scrive alle società: prudenza su dividendie stipendi ai manager
L’indicazione dell’Ivass alla fine è arrivata. Nella serata di ieri, come anticipato da Radiocor Il Sole 24 Ore, l’Autorità di controllo del settore assicurativo ha pubblicato sul proprio sito una breve nota nella quale richiama tutte la compagnie alla prudenza: cautela nella distribuzione dei dividendi e nel riconoscimento della parte variabile degli emolumenti ai vertici aziendali. Lo scorso 17 marzo, in proposito, sebbene in misura meno incisiva si era già espressa l’Eiopa, l’Authority europea, sollecitando le società assicurative del continente a tenere sotto controllo i requisiti patrimoniali e a comportarsi di conseguenza in questa fase piuttosto turbolenta e segnata dall’emergenza Coronavirus.
  • Niente indennità ai professionisti con reddito oltre 50mila euro
Da domani 1° aprile 2020 anche i professionisti e lavoratori autonomi iscritti alle Casse di previdenza private potranno presentare richiesta dell’indennità pari a 600 euro per il mese di marzo (mentre il Governo è al lavoro per alzare la somma a 800 euro per il futuro). È in via di pubblicazione in Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale che destina quota parte del «Fondo per il reddito di ultima istanza» di cui all’articolo 44 del decreto Cura Italia al sostegno del reddito di lavoratori autonomi e professionisti iscritti agli enti di diritto di privato di previdenza obbligatoria diversi dall’Inps. Il sostegno, come per i altri contribuenti Inps, è pari a 600 euro ed è previsto per il solo mese di marzo, ma si differenzia dalle altre forme di indennità previste dal Dl poiché fissa, in questo caso anche dei precisi limiti di reddito al disopra dei quali il bonus è precluso. Essa spetta infatti ai soli professionisti che hanno percepito nel periodo d’imposta 2018:

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  • Gli assicuratori P/C fanno una stima delle perdite di interruzione dell’attività legate al Coronavirus 
Il settore P/C stima che le perdite per interruzione di attività a causa del coronavirus solo per le piccole imprese negli Stati Uniti potrebbe essere tra $ 220- $ 383 miliardi al mese – pari a un quarto alla metà del surplus totale del settore disponibile per pagare tutti i sinistri P/C.
David A. Sampson, presidente e CEO dell’American Property Casualty Insurance Association, ha affermato che la stima delle perdite di $ 220-383 miliardi al mese presuppone che potrebbero esserci fino a 30 milioni di richieste da parte di piccole imprese che hanno subito perdite correlate al coronavirus. Secondo APCIA, questo è 10 volte il maggior numero di sinistri mai gestito dall’industria in un anno.

  • Il coronavirus imporrà la telemedicina?
Quaranta teleconsulti al giorno. Questo è il ritmo quotidiano del dottor Frédéric Zbar, che ha scelto di non ricevere più pazienti nel suo ufficio di Cormeilles-en-Parisis, nella Val-d’Oise: “Volevo proteggere i pazienti da altri, data l’estrema contagiosità del virus e la sua altissima resistenza su tutte le superfici di contatto, e quindi proteggere me stesso e la mia famiglia. Sotto l’effetto della pandemia Covid-19, l’uso della teleconsultazione sta esplodendo: più di 160.000 teleconsulti rimborsati la scorsa settimana, il doppio di quello precedente e quattro volte di più rispetto a febbraio. “In queste eccezionali circostanze sanitarie, i teleconsulti devono essere uno strumento privilegiato, specialmente per i medici in città”, ha dichiarato Nicolas Echel, direttore dell’Assurance-maladie, a “Les Echos”. Quest’ultimo ha temporaneamente abrogato le norme che regolavano rigorosamente il teleconsulto. Ora, Assurance-maladie non solo lo rimborsa solo al 100%, ma i pazienti che potrebbero essere infettati da Covid-19 non hanno più obbligo di conoscere il medico.
  • Il rinvio dei Giochi olimpici, inaudito per gli assicuratori
Ritardare di un anno i Giochi olimpici non ha precedenti per il settore assicurativo. Con un ritardo piuttosto che una cancellazione, gli assicuratori hanno senza dubbio evitato il peggio anche se il mercato delle assicurazioni sulla cancellazione non emergerà illeso dall’epidemia di coronavirus. “Le garanzie di cancellazione più avanzate esistenti oggi non coprono un tale rinvio”, assicura Patrick Vajda. Fino ad ora, infatti, “stavamo solo pensando ai rinvii all’interno dell’evento stesso: rinvio delle competizioni a causa del tempo, un cambio di posizione, un ritardo a causa di un rischio minaccioso … “Lo stato giapponese potrebbe trovarsi a pagare il conto. Una cosa è certa, il coronavirus sta ribaltando il mercato dell’assicurazione annullamento. Se tutti gli eventi annullati o posticipati non sono coperti, il numero di reclami potrebbe essere ancora senza precedenti. Penso che un assicuratore su tre attivo in questo segmento non offrirà la cancellazione e che l’importo totale della copertura concessa su questo mercato, in tutto il mondo, diminuirà tra il 30 e il 40%. Un’opinione condivisa da altri specialisti di intermediazione assicurativa. “Alcuni assicuratori sono in una situazione di attesa per misurare l’ammontare dei sinistri. Che ci sia – a medio termine – un riaggiustamento dei prezzi per mantenere l’attività, questo mi sembra essenziale … ” spiega Laurent Cellot, presso Gras Savoye Willis Towers Watson. “La mia sensazione è che siano i grandi riassicuratori che saranno molto colpiti dalle richieste cumulative in tutto il mondo”.

Handelsblatt

 

  • Le assicurazioni vita sono al momento al sicuro
Le fluttuazioni dei mercati azionari e obbligazionari stanno anche facendo pressione sui portafogli degli assicuratori vita. Ma le compagnie hanno ancora una grande forza finanziaria. Le conseguenze economiche della crisi della corona stanno facendo temere molti tedeschi per il loro lavoro e la loro situazione finanziaria. Inoltre, molti cittadini hanno iniziato a mettere in discussione la sicurezza dei loro piani pensionistici.
  • R + V prevede un impatto dal Coronavirus
Il danno e il fallimento delle piccole imprese nella crisi coronavirus si rifletteranno anche nei bilanci della compagnia R + V. L’assicuratore spera nel sostegno del governo. Per l’anno in corso, l’assicuratore del settore cooperativo non fornirà quindi alcuna informazione sullo sviluppo economico. Temo che i numeri saranno molto diversi l’anno prossimo “, ha dichiarato il CEO Norbert Rollinger presentando il bilancio del 2019.
Gli esperti si aspettano un calo del 5,4 per cento del prodotto interno lordo a causa della crisi.