Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’emergenza coronavirus può costare alle compagnie aeree globali fino a 113 miliardi di euro di mancate entrate. L’allarme, l’ennesimo, è stato lanciato dalla Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo. La situazione «è quasi senza precedenti», ha dovuto ammettere il ceo Alexandre de Juniac. Per capire quanto le previsioni si siano deteriorate basti pensare che due settimane fa, ossia lo scorso 20 febbraio, la stessa Iata stimava un calo del fatturato del settore di 29,3 miliardi in base a uno scenario che limitava la diffusione del virus soltanto ai mercati connessi con la Cina.
Sarà presto una giovane italiana a guidare da Cardiff il primo gruppo assicurativo del Regno Unito nel settore dell’Rc Auto. Si chiama Milena Mondini, 43 anni, napoletana, e nel 2021 prenderà il timone di Admiral dall’attuale ceo David Stevens. Mondini, ingegnere, prima delle assicurazioni aveva iniziato la sua esperienza lavorativa in Bain. Poi durante un Mba all’Institut européen d’administration des affaires (Insead) di Fontainebleau ha conosciuto l’americano Henry Engelhardt che nel 1993, insieme David Steves, aveva deciso di fondare a Cardiff il gruppo Admiral, partendo da zero polizze e zero clienti e scegliendo la strada della vendita telefonia e online.
  • Aviva Italia, profitti per 222 milioni
La compagnia inglese Aviva ha chiuso l’esercizio 2019 con utile ante imposte (Ifrs) pari a 3,37 miliardi di sterline, in aumento dai 2,12 miliardi precedenti. Le vendite di polizze assicurative sono salite del 2% a 9,3 miliardi di sterline e l’utile operativo del 6% a 3,2 miliardi. Dividendo in crescita del 3% a 30,9 pence. Anche in Italia Aviva ha proseguito il trend positivo nel 2019, riportando un utile operativo in crescita dell’11% a 222 milioni di euro e asset under management (AuM) in crescita del 24% a 34,9 miliardi. Si è registrato anche un rafforzamento del Solvency Ratio salito a 158% dal 134% dell’esercizio precedente. Il rafforzamento patrimoniale e i risultati conseguiti hanno consentito di pagare al gruppo di 220 milioni di dividendo.
  • Azimut fa il record di utili: 370 milioni
Il gruppo Azimut ha toccato nel 2019 un utile record a quota 370 milioni, triplicato rispetto al 2018 e il migliore negli oltre 30 anni di storia. Quello della sola capogruppo è stato invece di 209,1 milioni. Il dividendo medio annuo vede il payout all’84%, a 1,4 euro per azione. La raccolta netta media annua cresce a 5,8 miliardi, il reddito operativo consolidato sale a 445 milioni. Il patrimonio complessivo aumenta a 59,1 miliardi. La società ha confermato l’obiettivo di 300 milioni di utile netto per il 2020 in caso di mercati normali. La pfn a fine dicembre risultava positiva per 72,7 milioni. Nel 2019 sono state fatte acquisizioni per 63 milioni e sono stati erogati dividendi per 208 milioni (166 milioni cash e il resto in azioni), di cui 0,5 euro per azione (equivalente a 70 milioni) a fronte degli ottimi risultati in corso di formazione nel 2019. Ai soci proposto un dividendo di 1 euro per azione cash.

Il beneficio della polizza auto Rc familiare va esteso anche ai neopatentati. È dunque possibile trasferire la classe di merito per l’auto del genitore alla moto del figlio. Con la risposta del sottosegretario del Mef Alessio Maria Villarosa alla commissione finanze della Camera di mercoledì scorso, il Governo estende l’interpretazione circa la trasferibilità della polizza auto Rc familiare a chi ha un attestato di rischio senza incidenti da meno di cinque anni.
Azimut ha chiuso il 2019 con 370 milioni di euro di utile netto, triplicato rispetto all’anno precedente: è il migliore in oltre 30 anni di storia. Il risultato permetterà di continuare a finanziare il piano di investimenti nei prossimi cinque anni. Il dividendo medio annuo vede il payout all’84% a 1,40 euro per azione, in miglioramento del 12% rispetto alla parte alta della forchetta indicata nel piano. La raccolta netta media annua è più che raddoppiata (+123%) a 5,8 miliardi e il patrimonio complessivo è salito del 18% a 59,1 miliardi.
Lo stipendio di 35 mila euro del 2018, in pensione vale 35.175 euro. E quando viene utilizzato per il calcolo della seconda quota, riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 1992, sale sino a 35.522 euro. Ora è dunque possibile calcolare con esattezza una pensione con decorrenza nell’anno in corso, grazie ai coefficienti indicati dall’Istat (l’Inps non ha fatto sapere ancora nulla) che consentono di rivalutare le retribuzioni (i redditi nel caso dei lavoratori autonomi) da considerare per la determinazione della base annua pensionabile. Occorre ricordare, inoltre, che, come stabilito dalla riforma Monti-Fornero (legge 214/2011), per il calcolo della pensione, oltre alla quota retributiva, occorre aggiungere una ulteriore quota, determinata con il criterio «contributivo» riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 2011.
  • Aviva Italia, l’ebit cresce dell’11% a 222 milioni
Aviva Italia ha archiviato il 2019 con un utile operativo di 222 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. L’asset under management è salito del 24% a 34,9 miliardi. Il segmento Vita si è attestato su volumi di nuova produzione pari a 5,9 miliardi (-9%), mentre nel business Danni si è assistito a un aumento del 3% dei premi a 387 milioni di euro. La compagnia ha registrato a livello globale un utile operativo adjusted di 3,12 miliardi di sterline rispetto ai 3 mld del 2018. I premi lordi sono aumentati da 28,66 a 31,24 miliardi di sterline. Il dividendo sarà pari a 30,90 pence ad azione dai 30 pence del precedente esercizio.

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  • Azimut, a febbraio raccolta netta per 362 milioni
Azimut ha registrato a febbraio 2020 una raccolta netta positiva per 362 milioni, portando così la raccolta netta da inizio anno a circa 934 milioni. La raccolta era stata positiva per 572,6 milioni di euro lo scorso gennaio, mentre era stata di 247 milioni nel febbraio 2019. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato a fine febbraio ha raggiunto 58,2 miliardi, di cui 45,1 miliardi fanno riferimento alle masse gestite. Il presidente di Azimut, Pietro Giuliani, ha detto: «La raccolta di febbraio ha mantenuto un ritmo positivo nonostante nella parte finale del mese ci sia stato un aumento repentino della volatilità legato alla diffusione del coronavirus che si sta tuttora protraendo». Nel mese di febbraio Azimut ha lanciato due nuovi comparti del fondo lussemburghese multi comparto Az fund 1, due soluzioni specifiche su azionario e obbligazionario per rendere più efficiente il portafoglio.

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  • Fineco, crescita a due cifre
Raccolta netta in aumento a febbraio per Fineco, con nuove masse in gestione per 771 milioni di euro, in crescita rispetto ai 570,8 milioni di incremento registrati a febbraio 2019. Nel risparmio gestito la componente gestita (340 milioni) cresce del 64%. La componente amministrata si attesta a 24 milioni, mentre la raccolta diretta è di 407 milioni. I ricavi dei primi due mesi del 2020 sono saliti a circa 33 milioni (+70%).

  • Due imprese su tre già danneggiate dal coronavirus
Gli effetti già si sentono. La diffusione di coronavirus in Italia ha già creato contraccolpi sull’attività delle imprese: così afferma il 65% delle aziende, in base ad un sondaggio elaborato dal Centro Studi di Confindustria, con la collaborazione dell’Area Internazionale. Dato che sale attorno al 70%, superiore alla media, in Lombardia e Veneto, le aree più colpite. A soffrire di più sono i settori della ristorazione e dell’alloggio, con un dato che sfiora il 99%, seguito dai trasporti e magazzinaggio, 82,55 e il commercio all’ingrosso e al dettaglio, con il 73,28. È una contrazione della domanda del mercato domestico, oltre ad una perdita di immagine, ciò che mettono in evidenza le imprese come problema principale. Se ci si sofferma sulla manifattura, il 60% delle imprese denuncia di aver percepito già in impatto negativo: i settori più colpiti appaiono l’abbigliamento e lavorazione dei pellami, 73%; la chimica, 71,1%, l’elettronica, 71,9 per cento. I conti soffrono: il 27% di chi ha risposto al questionario ha già avuto danni sul fatturato, il 5,8% ha avuto effetti legati al danno degli input produttivi e quasi il 20% ha subito tutti e due.
  • Fineco, raccolta netta febbraio a 771 milioni
A febbraio Finecobank ha registrato una raccolta netta pari a 771 milioni di euro (in rialzo del 35% rispetto a 12 mesi prima). L’asset mix conferma il processo di conversione della clientela verso il risparmio gestito: la componente gestita, pari a 340 milioni, mostra infatti una crescita del 64% rispetto a 207 milioni di febbraio 2019, grazie soprattutto all’apporto della controllata irlandese Fineco Asset Management (254 milioni,
75% del totale).
  • Anima, masse gestite totali a 186 miliardi
La raccolta netta di risparmio gestito (escluse le deleghe assicurative di Ramo I) del Gruppo Anima è stata positiva a febbraio per circa 111 milioni di euro. Il dato non comprende la raccolta già avvenuta su un nuovo mandato istituzionale, con valuta 2 marzo, per un ammontare di circa 700 milioni di euro che saranno quindi contabilizzati nel mese in corso. A fine febbraio le masse gestite complessive del Gruppo Anima ammontano a circa 186 miliardi di euro, stabili rispetto al dato
  • Azimut, bene l’ utile e cedola a 1,5 euro
Azimut chiude il 2019 con il miglior risultato di sempre, conferma per il momento gli obiettivi per l’anno in corso, compresa la politica di remunerazione dei soci, e si prepara a nuovi investimenti nel futuro prossimo. Il gruppo del risparmio gestito ha infatti realizzato nello scorso esercizio un utile netto pari a 370 milioni di euro, più che triplicato (+203%) rispetto all’anno precedente e superiore anche all’obiettivo di 300 milioni indicato nel piano industriale arrivato a conclusione, e ha proposto un dividendo per azione di 1 euro che va ad aggiungersi agli 0,5 euro già versati in anticipo lo scorso autunno.

  • Il Coronavirus potrebbe costare alle compagnie aeree più di 100 miliardi di dollari
Con la continua crescita dell’elenco delle rotte sospese e dei voli cancellati, le stime dell’impatto della crisi sul trasporto aereo continuano a gonfiarsi. Secondo l’ultima stima dell’International Air Transport Association (IATA), la perdita di fatturato per le compagnie aeree nel 2020 potrebbe essere compresa tra i 63 e i 113 miliardi di dollari, a seconda dello scenario adottato, per un fatturato di 838 miliardi di dollari nel 2019. La IATA sta ora considerando due scenari principali. La prima, pari a 63 miliardi di dollari, è quella di una pandemia che rimarrebbe contenuta, con un calo del traffico limitato al 7% in media in Europa (10% in Francia) e una rapida ripresa della domanda prima dell’estate. In questo caso, il calo del fatturato del trasporto aereo sarebbe limitato all’11% per l’intero anno, con la quota maggiore per le compagnie aeree cinesi (22 miliardi di dollari) e quelle con la maggiore presenza sul mercato cinese (22 miliardi di dollari).