di Anna Messia

Generali si riassicura in Francia con la società di protezione sociale Klesia. In ballo, secondo indiscrezioni, ci sarebbe un portafoglio di protezione e coperture salute per le imprese di circa 700 milioni di euro e i due gruppi, che collaborano da oltre 70 anni, hanno deciso di creare una joint venture ad hoc partecipata al 50% a testa. L’operazione, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe stata presentata al consiglio di amministrazione italiano dal ceo di Generali France Jean-Laurent Granier, lo scorso 29 gennaio e avrebbe ricevuto il via libera di Acpr (il corrispettivo francese dell’Ivass italiano) lo scorso 21 febbraio. A questo punto il riassetto è quindi avviato e l’attuazione dovrebbe realizzarsi in particolare tramite Klesia sa, di cui Generali France dovrebbe quindi rilevare la metà del capitale, anche perché per motivi legali la fusione tra le due società non è possibile visto che Klesia è una specie di mutua. La società Klesia avrebbe un consiglio di amministrazione di pari composizione e verrebbe consolidata nei conti del gruppo di protezione con manager provenienti sia da Klesia sia da Generali. Non solo; sono anche stati istituiti gruppi di lavoro congiunti tra Klesia e Generali per valutare come rafforzare ulteriormente la cooperazione tra le due entità.

Si tratta di un riassetto importante per Generali France, che da maggio del 2017 è guidata da Granier, chiamato al timone dal group ceo Philippe Donnet. Il Paese transalpino è un pilastro importante per il gruppo Generali, con premi lordi Danni che a giugno scorso avevano raggiunto quota 1,49 miliardi rispetto ai 1,44 miliardi di un anno prima. Il risultato operativo nello stesso periodo, è passato da 70 a 95 milioni e anche il combiend ratio è migliorato da 98,9% di giugno 2018 al 96,7% ma resta ancora il più alto tra le partecipate europee del gruppo Generali. Nel rano Vita il risultato operativo di Generali Francia a giugno 2019 è stato invece di 293 milioni, inferiore solo ai 664 milioni dell’Italia ma superiore ai 218 milioni della Germania e ai 269 dell’International (tra cui Spagna, Americas e Asia). L’operazione con Klesia punta ora a migliorare ulteriormente l’efficienza della gestione a partire appunto dal settore «corporate health e protection». Nei mesi scorsi, come raccolto da Bloomberg, si era parlato anche della cessione di un portafoglio di attività assicurative Vita da un miliardo di euro al fine di semplificare l’attività e rafforzare di conseguenza i requisiti di capitale. Un’operazione che potrebbe essere piuttosto simile a quella chiusa nel 2018 dal Leone in Germania con la cessione di Generali Leben. Per ora però non sembrano esserci aggiornamenti su quella partita. Gli analisti, commentandola, avevano considerato il deal improbabile alla luce dell’incasso, che per Generali sarebbe piuttosto limitato, ossia tra 30 e 40 milioni di euro. Invece due anni fa dalla vendita delle polizze Vita di Generali Leben a Viridium, gruppo tedesco specializzato nel ramo Vita, la compagnia triestina incassò quasi 1,9 miliardi di euro con una plusvalenza di 275 milioni al lordo delle imposte. Operazione che non sarebbe stata ancora del tutto archiviata. (riproduzione riservata)

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