«Venerdì scorso ho partecipato alla riunione di una task force del B20, il comitato internazionale delle imprese che fornisce supporto e indicazioni al G20, che si terrà in novembre. Ho spinto perché il Covid-19 diventi la priorità di cui occuparsi ora in via esclusiva, vista l’emergenza, e perché si arrivi a una concertazione globale. E Lubna S. Olayan, la numero uno della task force, domenica ha scritto una lettera in questa direzione a Yousef Abdullah Al-Beynan, al vertice del B20». Gabriele Galateri è il presidente delle Assicurazioni Generali, una delle (non molte) multinazionali del nostro Paese. Giovedì 12 marzo il consiglio amministrazione, riunito sui conti 2109, ha deliberato la costituzione di un fondo internazionale fino a 100 milioni per far fronte all’emergenza coronavirus, almeno 30 dei quali sono destinati subito all’Italia.
Quali interventi saranno possibili con queste risorse?
«Desideriamo si passi subito alla fase operativa, concreta. Prima del consiglio io e Philippe Donnet, group ceo di Generali, abbiamo dialogato con il governo e il commissario straordinario, Domenico Arcuri, e abbiamo concordato una lista con corsia velocissima per reperire nel mondo le attrezzature mediche che servono immediatamente, a cominciare dai respiratori. Siamo andati in consiglio con la proposta del fondo e le priorità, e il board ha deciso rapidamente e in modo efficace. Abbiamo coinvolto le nostre business unit a livello globale perché si attivino nel reperire e indicare i migliori fornitori per ciò che verrà acquistato con i nostri finanziamenti. La macchina è stata avviata. E non è stata colta “impreparata”, perché la prima attenzione, di fronte ai segnali che provenivano dalla Cina, è stata rivolta alle nostre persone con tutti i provvedimenti per la sicurezza, e ai nostri clienti, in particolare le piccole e medie imprese, con nuove e più estese coperture assicurative».
Tutti in smart working?
«La nostra organizzazione ha un perimetro di 70 mila persone in 50 Paesi. Le dico solo questo: grazie al fatto che eravamo preparati anche tecnologicamente, oggi l’85% delle persone in Italia lavora da remoto. E io sono qui, a Torino, nel mio ufficio, praticamente da solo nel palazzo ex Toro della compagnia».
È già diventato operativo il fondo internazio-nale da 100 milioni
Siete presenti da diversi anni in Cina. Come vi siete mossi?
«La Cina ci ha trasmesso dal primo momento lo scenario che si stava delineando. E in Cina abbiamo sviluppato per primi una polizza di protezione dal Covid-19 per gli impiegati delle piccole e medie aziende, in collaborazione con il partner Nanyan insure tech. Riteniamo che la via perseguita da Pechino, e scelta dal nostro governo, di contrastare il contagio con provvedimenti emergenziali di isolamento della popolazione sia la più giusta».
Come giudica l’azione dell’esecutivo?
«Ha preso decisioni difficili ma equilibrate, rigorose. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il suo sostegno, ha rafforzato la fiducia nell’azione dell’esecutivo».
La governance
«L’evoluzione della governance è coerente con l’evoluzione dell’azionariato»
Quale ritenete sia il vostro compito di assicuratori, ora?
«Oggi più che mai prendere le iniziative che esprimono i valori che il gruppo rappresenta con il proprio purpose, cioè consentire alle persone un futuro più sicuro con la volontà di essere partner di vita dei clienti».
E a livello internazionale?
«Il fondo è prioritariamente rivolto all’Italia ma ha copertura internazionale. E, come le ho detto, nelle assise mondiali spingiamo perché si arrivi a una condivisione e concertazione globale. Abbiamo anche chiesto si anticipi il G20».
Il presidente Mattarella, con il suo sostegno, ha rafforzato la fiducia nell’azione del governo
L’ultimo consiglio di amministrazione ha anche deliberato una svolta importante di governance. Per quali ragioni?
«Si tratta di una apertura al mercato: con la facoltà al cda di presentare una lista per il rinnovo e la possibilità di rappresentanza estesa fino a tre liste, di cui due di minoranza, abbiamo ritenuto di offrire alla platea diversificata degli azionisti una maggiore possibilità di partecipare al nostro consiglio. Come ha sottolineato lo stesso board, l’evoluzione della nostra corporate governance risponde alle migliori pratiche internazionali ed è coerente con quella dell’azionariato».

Fonte: Corrriere della Sera