I crolli di borsa riportano all’eterno problema dello scarso tempismo di chi si rivolge al risparmio gestito, muovendosi in ritardo Ma come ottenere il massimo del rendimento? Sottoscrittori, fate così

di Paola Valentini
Giovedì 12 marzo Massimo Fuggetta, storico gestore di Piazza Affari, ha inviato una mail ai suoi clienti per ringraziare «il valente investitore che mercoledì 11 marzo ha acquistato 1.000 unità del Made in Italy Fund in Borsa Italiana. Un riconoscimento pubblico a una mossa in stile contrarian. Come nel 2008, gli investitori di tutto il mondo sono soggiogati dalla paura. Una indiscriminata pressione alle vendite non ha risparmiato le piccole imprese italiane, trascinando molte a valutazioni assai basse. «Ora come allora, gli investitori lungimiranti vanno contro la folla e colgono le migliori opportunità. Le small cap italiane hanno recuperato molto rapidamente dai minimi della crisi del 2008. Faranno lo stesso in questa crisi, forse ancora più velocemente, data la sua natura non economica», dice Fuggetta.

Al money manager non è sfuggita l’unicità della mossa del suo cliente: sa bene che i risparmiatori in fondi hanno poca confidenza con un buon market timing. E’ successo anche lo scorso anno. Nel 2019 i mercati hanno messo a segno uno degli anni più brillanti: il Ftse Mib di Piazza Affari, ad esempio, è balzato del 28%. Eppure i sottoscrittori dei fondi non ne hanno approfittato. La raccolta fondi si è fermata a 4,64 miliardi, il che significa che pochi hanno potuto partecipare al poderoso rialzo. E allo stesso modo oggi i crolli dei listini hanno innescato la fuga dalle borse, mentre forse questo è il momento di approfittare di prezzi stracciati. «Ci sono due principali pregiudizi comportamentali che possono prendere il sopravvento nei periodi di stress del mercato, inducendo gli investitori a capitolare e a vendere al momento sbagliato per i motivi sbagliati: seguire il gregge e l’avversione per le perdite. Nel primo caso gli investitori finiscono per acquistare quando i prezzi sono alti e vendere quando i prezzi sono bassi. Questo orrendo metodo è noto come inseguire il mercato. In realtà è meglio fare il contrario, acquistando quando gli altri sono timorosi e i prezzi sono bassi e viceversa. «I migliori investitori lo sanno, ma per molti andare contro il gregge è difficile perché dobbiamo combattere le nostre emozioni», affermano da Fidelity.

E la storia si è ripetuta anche questa volta: «Con la diffusione del Covid-19 i mercati finanziari sono in balia dell’incertezza. Borse e petrolio sono crollati e gli investitori si sono indirizzati in massa verso gli asset considerati più sicuri, tra cui obbligazioni governative, in particolare i Treasury Usa, valute, soprattutto il dollaro Usa, e oro. «Sarà la mossa vincente?», si chiedono i gestori di Allianz Global Investors. Una certa cautela è giustificata, affermano, «ma a nostro avviso gli investitori dovrebbero fermarsi a riflettere senza lasciarsi prendere istintivamente dal panico».
Per vincere il panico bisogna guardare all’equity con un’ottica che va al di là della continenza: «I tassi sono a livelli estremamente bassi in questa fase e nel lungo termine l’investimento azionario può essere considerato come un’alternativa ancora vincente rispetto ad altri strumenti, che ora non danno alcun tipo di rendimento», afferma Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik. Fa eco David Eiswert, gestore del fondo T. Rowe Price Global Focused Growth Equity: «La paura delle perdite è forte e può tradursi in decisioni sbagliate. Di cosa ci pentiremo in futuro? Nella mia carriera ho notato che gli investitori si pentono di non aver acquistato asset di valore in tempi di crisi. Anche se a breve termine può succedere di tutto, la storia ci insegna che, nel lungo periodo, se ci si focalizza su asset di valore, i risultati arrivano». La stessa linea sposata da AcomeA: «Di certo non stiamo vivendo giorni facili, ma è proprio in questi momenti che vengono a crearsi le migliori occasioni sui mercati», osserva Antonio Amendola, co-gestore dell’azionario Italia ed Europa di AcomeA.
Anche Fidelity è convinta che i forti ribassi di mercato creino opportunità interessanti. «Una correzione del mercato azionario può essere un buon momento per investire in titoli azionari mano a mano che le valutazioni degli stessi diventano più attraenti, offrendo così agli investitori la possibilità di generare rendimenti superiori alla media nel momento in cui il mercato rimbalza. Alcuni dei peggiori cali storici del mercato azionario sono stati seguiti da rimbalzi importanti. È dunque importante non farsi prendere dall’emotività del momento».
E anche per chi di fronte ai ribassi sceglie di abbandonare il mercato il consiglio è di guardare lontano. Sempre Fidelity ritiene che la strategia di ritirarsi non è efficace nel mondo degli investimenti. «Coloro che rimangono investiti anche nei momenti di volatilità beneficiano tipicamente della tendenza al rialzo a lungo termine nei mercati azionari. Quando gli investitori cercano di cronometrare il mercato fermando e riavviando i loro investimenti, possono correre il rischio di intaccare i rendimenti futuri perdendo i migliori giorni di ripresa del mercato e le opportunità di acquisto più interessanti che si rendono disponibili durante i periodi di pessimismo. La mancanza di soli cinque dei migliori giorni di performance sul mercato può avere un impatto significativo sui rendimenti a lungo termine», aggiunge Fidelity.

I dati storici possono fornire un contesto utile che aiuta gli investitori sia a guardare attraverso la volatilità sia ad adottare una strategia non emotiva e a lungo termine per i loro investimenti. I grafici e le tabelle qui accanto «forniscono prove convincenti per un approccio a lungo termine, mostrando, ad esempio, perché un approccio di start and stop degli investimenti nel tempo può far correre il rischio di perdere alcuni dei periodi migliori di rendimento», dice Fidelity che ha fatto un’analisi per provare questo fenomeno.
Ad esempio a Piazza Affari, nel periodo tra inizio 2010 e fine 2019, chi è rimasto sempre investito ha ottenuto un rendimento netto del 5,46%, mentre perdendo i 10 giorni migliori la performance si abbassa allo 0,17%%, togliendo i 20 giorni c’è un risultato ngativo del -3,54% ed eliminandone 30 del -6,67%. Uno studio simile, condotto da Fidelity sulle altre piazze finanziarie conferma questa dinamica per le diverse maggiori borse internazionali. «L’inerzia può essere quindi una forza positiva, una volta presa la decisione di investire: perdere i giorni migliori sul mercato può avere un impatto significativo sul rendimento complessivo dell’investimento», conclude Fidelity. Anche perché indovinare il momento esatto in cui i mercati toccano i minimi è quasi impossibile. (riproduzione riservata)

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