di Francesco Bertolino

Consob cerca di arginare la pioggia di vendite allo scoperto abbatutasi su Piazza Affari nelle ultime sedute. Oggi vigerà il divieto di short selling su 20 quotate a Milano fra cui Fca, Exor, Unicredit, Telecom, Banca Generali e Mps. Più drastica la misura dell’autorità di borsa spagnola (Cnmv) che vieterà per un mese l’apertura e l’incremento di posizioni corte su tutte le società che compongono il listino di Madrid. Non è da escludere che anche Consob possa adottare in futuro limiti più stringenti, coordinandosi con le omologhe spagnole e francesi. L’autorità guidata da Paolo Savona ha infatti comunicato di aver «avviato la procedura finalizzata all’adozione di ulteriori misure restrittive». Già ieri, l’autorità europea di vigilanza sui mercati (Esma) ha provato a tirare il freno sulle vendite allo scoperto, riducendo dallo 0,2 allo 0,1% la soglia che fa scattare l’obbligo di comunicare le posizioni nette corte alle Consob nazionali. È la prima volta che l’Esma adotta questa misura, «resa necessaria dalle circostanze eccezionali legate alla pandemia da Covid-19» per consentire alle autorità nazionali di «monitorare gli sviluppi del mercato». L’aurorità ha ritenuto infatti il recente tracollo finanziario «una seria minaccia alla fiducia dei mercati» e non ha escluso «restrizioni più severe, se richieste per assicurare l’ordinato funzionamento» degli scambi. Se dalle nuove comunicazioni dovessero emergere ampi movimenti speculativi, l’Esma proceda a un’ulteriore stretta, valida per tutte le piazze europee. In tempi normali, del resto, lo short selling aumenta la liquidità e la trasparenza del mercato, ma in tempi eccezionali può scoprire il fianco a speculazioni che potrebbero nuocere alla stabilità finanziaria. La mossa della vigilanza europea non è bastata però a placare i ribassisti che anzi, approfittando del panico da coronavirus sui mercati, hanno alzato la posta contro le quotate del Vecchio Continente. Primo fra tutti l’americano Bridgewater, che settimana scorsa ha lanciato uno short del valore di oltre 11 miliardi di euro contro oltre 40 blue chip europee, incluse Enel (0,68% del capitale), Eni (0,62%) e Intesa Sanpaolo (0,62%). Solo fra giovedì e venerdì il più grande hedge fund al mondo ha venduto allo scoperto colossi del calibro di EssilorLuxottica (0,6%), Kering (0,52%) e Deutsche Telekom (0,6%). Ieri, invece, il newyorchese De Shaw ha alzato all’1,23% lo short contro Peugeot. (riproduzione riservata)

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