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È pronta ad arrivare nuova linfa per le infrastrutture italiane ed europee in generale. Ardian, casa d’investimento francese, in meno di sei mesi ha raccolto 6,1 miliardi di euro per il suo ultimo fondo dedicato alle infrastrutture, Ardian Infrastructure Fund V. L’obiettivo è sviluppare e digitalizzare le infrastrutture con un focus su trasporti (ferrovie, strade e aeroporti), energia (gas, elettricità ed energie rinnovabili) e altre infrastrutture pubbliche (sanità e ambiente), privilegiando quei Paesi da sempre considerati core, come Francia, Italia, Inghilterra, Spagna, Germania e l’area del Benelux.
Salvatore Rossi è indisponibile a un secondo mandato da direttore generale di Bankitalia e presidente dell’Ivass e lascerà gli incarichi. «Per assicurare la funzionalità dei due istituti uscirò formalmente solo dopo che sia stato completato l’iter della mia sostituzione e comunque entro il 9 maggio, scadenza naturale del mio mandato», ha scritto Rossi in una nella lettera inviata ai dipendenti dell’istituto. La decisione è da inquadrarsi anche (o forse soprattutto) nella fase attuale attraversata da Bankitalia, con le difficoltà insorte tra l’altro nell’approvazione della conferma del mandato del vicedirettore generale Luigi Federico Signorini.
Ventidue articoli per evitare contraccolpi sul sistema finanziario italiano nell’eventualità di Brexit senza accordo. Il testo del decreto predisposto dal ministero dell’Economia è pronto e all’occorrenza «potrà tranquillamente entrare in vigore da un momento all’altro per tutelare cittadini e imprese con tempestività», ha detto il premier Giuseppe Conte. Assieme agli interventi d’urgenza per garantire continuità di prestazione di servizi a banche e assicurazioni e società britanniche operanti in Italia che altrimenti di colpo non potrebbero più farlo, disciplinando la graduale uscita il testo include garanzie per i correntisti di istituti britannici con succursali nella penisola, il via libera all’aumento della quota italiana nel capitale della Banca Europea per gli Investimenti e la proroga di due anni della garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie, comprese quelle derivanti da leasing, in scadenza a marzo, con qualche paletto in più e una dotazione di 100 milioni.
Poste Italiane nel 2018 centra tutti gli obiettivi del piano Deliver 2022, dà avvio alla sperimentazione nella Rc Auto, chiude ad Alitalia ma apre le porte a future evoluzioni per Sia, compresa una possibile fusione con Nexi. Ieri il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha presentato i risultati del 2018 che hanno mostrato ricavi in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente a 10,8 miliardi e un utile netto aumentato di 709 milioni a 1.399 milioni, grazie anche a poste fiscali straordinarie su Poste Vita che hanno inciso per 385 milioni.
Il trading porta Société Générale oltre il 5% in Assicurazioni Generali . A quanto risulta a MF-Milano Finanza, nei giorni scorsi la banca francese ha incrementato la sua posizione nel Leone fino ad arrivare al 5,1% per poi muoversi a cavallo del 5%. Settimana scorsa la comunicazione di SocGen di detenere una quota del 4,977% nella compagnia assicurativa aveva sorpreso il mercato. La banca si era affrettata a precisare che non si trattava di una posizione strategica, ma di «classiche transazioni legate alla copertura di operazioni realizzate nel contesto delle attività di mercato».

La frequenza dei sinistri automobilistici è in Campania è pari a 8,9%; mentre la frequenza sinistri è in Lombardia pari a 6,5%; in quest’ultima regione la probabilità di avere un incidente sarebbe inferiore del 27% rispetto a quella della Campania. Inoltre a fronte di un rischio complessivo della Campania più elevato di circa il 60% rispetto a quello della Lombardia, i premi medi effettivamente pagati nella prima regione sono più elevati di circa il 40% della seconda. Lo si legge in una risposta a interrogazione in VI commissione alla Camera fornita dal sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci.
Salvatore Rossi non è disponibile per un secondo mandato da direttore generale di Bankitalia e presidente dell’Ivass e lascerà gli incarichi. La decisione è stata comunicata in una lettera ai colleghi delle due istituzioni. «Lascerò i miei incarichi fra qualche settimana, dopo quasi 43 anni di un percorso professionale tutto avvenuto all’interno della Banca e poi anche dell’Ivass», scrive Rossi. «Per assicurare la funzionalità dei due istituti uscirò formalmente solo dopo che sia stato completato l’iter della mia sostituzione e comunque entro il 9 maggio, scadenza naturale del mio mandato».
  • Credem, nuova strategia nel wealth management
Investimenti socialmente responsabili e tematici, private market, consulenza indipendente, servizi assicurativi e supporto integrato alle reti del gruppo: sono i cinque pilastri su cui poggia la nuova strategia di Credem nel wealth management, illustrata dal coordinatore dell’area, Paolo Magnani. Sul fronte degli investimenti Esg (ambiente, sociale e governance) la banca emiliana pensa «a individuare una parte terza che fungerà da advisor: stiamo valutando alcune collaborazioni e siamo già in fase abbastanza avanzata».

Entro fine anno, inoltre, partiranno il primo fondo di private debt e un fondo specializzato nella gestione di Np


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  • Bankitalia, Rossi rinuncia Panetta in pole position per la direzione generale
Dopo tre mesi di scontri si va verso una soluzione del ” caso” Bankitalia. Ieri, a sorpresa, il direttore generale Salvatore Rossi è uscito di scena comunicando la propria «indisponibilità» ad una riconferma: rimarrà in carica fino al 9 maggio, data della fine del suo mandato, per garantire la continuità. In pole position per la successione c’è l’attuale vice direttore Fabio Panetta, confermato nell’ottobre scorso e ratificato dall’esecutivo gialloverde senza problemi. Non è escluso un rientro in Bankitalia dell’attuale Ragioniere generale Daniele Franco, la cui carica scade in maggio, e che potrebbe entrare in Direttorio come vice. La partita del rinnovo del Direttorio, l’organo di governo di Via Nazionale, composto da quattro membri più il governatore, è stata condotta senza esclusione di colpi.  Il braccio di ferro si chiude a ridosso del limite della ingovernabilità della Banca d’Italia: congelato Signorini, il 9 maggio con la scadenza del mandato di Salvatore Rossi e della terza vice, Valeria Sannucci, il Direttorio non avrebbe più i numeri per essere operativo con rischiosi risvolti giuridici.
  • Poste Italiane raddoppia gli utili a 1,4 miliardi
Risultati «oltre le aspettative» e un 2019 in cui «si assisterà a un incremento costante dei ricavi, dei margini e degli utili», questi ultimi attesi a quota 1,1 miliardi. Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste, festeggia il bilancio 2018 con dati in miglioramento su tutti i fronti – compreso quello della corrispondenza, pacchi e distribuzione – si prepara a staccare un ricco assegno ai suoi azionisti pubblici: grazie al dividendo proposto di 0,441 euro, in rialzo del 5% rispetto all’anno prima, al Tesoro andranno 168 mlioni, a Cdp 201 milioni. Risultati apprezzati, ieri, in Borsa (+2,58%). Guardando più da vicino ai conti, il 2018 si è chiuso con un aumento dei ricavi del 2,2%, a 10.864 milioni, i costi operativi sono scesi dell’ 1,5% e il risultato operativo è cresciuto di un robusto + 33,5%. Un dato qualitativamente più significativo dell’utile netto, cresciuto di 709 milioni rispetto al 2018, a 1.399 milioni: sulla posta hanno influito positivamente 385 milioni di voci fiscali straordinarie. I miglioramenti riguardano tutti i quattro comparti di attività. Bene anche le assicurazioni, per quanto i progetti di espansione nell’Rc auto sono più cauti del previsto: «Non abbiamo ancora scelto un partner specifico » , ha spiegato l’ad, e per il 2019 si procederà con un progetto pilota rivolto solo ai dipendenti.

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  • Il direttore generale lascia a sorpresa Rossi: indisponibile a una riconferma
Il direttore generale Salvatore Rossi lascerà la Banca d’Italia dal 9 maggio prossimo. Ieri, con una lettera ai dipendenti, ha reso noto di non essere disponibile per un’eventuale conferma dell’incarico. Una decisione non polemica, che sembra anche agevolare la definizione del nuovo vertice della Banca dopo lo stop imposto dal governo un mese fa al rinnovo dell’incarico di Luigi Federico Signorini come vice direttore generale. Al posto di Rossi è probabile la designazione di un altro dei suoi vice, Fabio Panetta, mentre in Bankitalia potrebbe tornare Daniele Franco. L’attuale Ragioniere generale dello Stato avrebbe infatti chiesto al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, di non essere confermato nell’incarico.
  • Poste raddoppia l’utile
I dati che più concorrono al rialzo del titolo in Borsa (ieri ha sfiorato 8,4 euro, e chiuso a +2,56 %) sono l’utile netto di 1,39 miliardi (+102% rispetto al 2017) e la riduzione dei costi operativi dell’1,5%, che scendono a 9,36 miliardi. Numeri che confermano gli obiettivi indicati nel febbraio scorso alla presentazione del piano industriale. A partire dall’inversione di tendenza nel settore corrispondenza, dove le perdite diminuiscono (il rosso è sceso da 502 a 372 milioni) grazie al buon andamento del recapito pacchi. A trainare i conti di Poste sono anche nel 2018 i servizi assicurativi, con un utile netto di 1 miliardo (quasi il doppio dello scorso anno, sebbene ci sia un beneficio non ricorrente di 385 milioni), e i servizi finanziari, che archiviano l’esercizio con l’utile netto di 617 milioni (+23,6%). Cresce anche il giro d’affari nei mercati dei pagamenti, mobile e digitale con ricavi a quota 592 milioni e utili pari a 163 milioni. Risultati che complessivamente generano ricavi per 10,8 miliardi e consentono di garantire da parte di Poste una cedola per il 2018 di 0,44 euro per azione.

  • Rossi lascia Bankitalia e Ivass Panetta in pole come dg
Tra meno di due mesi il Direttorio della Banca d’Italia avrà un’altra faccia. Ieri, con una lettera inviata a tutti i colleghi, Salvatore Rossi ha annunciato a sorpresa la sua indisponibilità a un secondo mandato di direttore generale e di presidente dell’Ivass. A questo punto, in attesa di capire se oggi il Consiglio dei ministri sbloccherà o meno la procedura di rinnovo del vicedirettore generale, Luigi Federico Signorini, diventa cruciale la convocazione entro fine mese del Consiglio superiore della banca. In quella sede (forse) il governatore Ignazio Visco proporrà i nomi dei successori di Rossi e della vice direttrice generale, Valeria Sannucci, il cui mandato pure è in scadenza e che da tempo ha dichiarato a sua volta l’indisponibilità a un secondo mandato. La data potrebbe essere quella di giovedì 28 marzo, mentre venerdì 29 è in calendario l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2018. Ma ad oggi non è detto. La situazione è ancora aperta, anche se la mossa di Salvatore Rossi potrebbe imprimere un’accelerazione: oltre all’incognita Signorini – molto stimato da Mario Draghi, che lo promosse quando era governatore – la partita più grossa è quella del direttore generale.
  • Poste oltre i target, l’utile raddoppia Proposto un dividendo di 0,441 euro
Poste Italiane mette le ali. I risultati 2018 annunciati ieri in occasione di una conferenza stampa dall’ad Matteo Del Fante battono i target sia per il risultato operativo, pari a 1,499 miliardi in aumento del 33,5%, sia per l’utile netto che raddoppia da 709 milioni a 1,399 miliardi beneficiando di 385 milioni di imposte differite (Dta). Il mercato apprezza decisamente e spinge il titolo in Borsa (+2,58%) a 8,36 euro, il prezzo massimo mai raggiunto dopo l’Ipo del 2015. Del Fante ieri ha tenuto a rimarcare che i risultati beneficiano di una crescita dei ricavi ricorrenti (+2,2% a 10,8 miliardi) e di una minore dipendenza dalle plusvalenze per la vendita di titoli di Stato,che per anni hanno contribuito a sostenere il conto economico del Bancoposta. I numeri approvati ieri dal cda hanno portato il management a proporre un dividendo di 0,44 euro per azione, in aumento del 5% rispetto al precedente esercizio: la cedola che verrà riconosciuta al ministero per l’Economia sarà pari a 168 milioni, alla Cdp andranno 201 milioni.
  • Sempre più weath management nel futuro del gruppo emiliano
Più wealth management nel futuro del Gruppo Credem che punta per il 2019 ad una raccolta netta di 2miliardi (è stata di 330 milioni nel 2018) grazie all’ampliamento e agli investimenti nell’area. Integrazione dei criteri ESG (enviromental, social and governance) nel processo di investimento e investimenti tematici, ampliamento della gamma prodotti con l’istituzione di nuovi fondi specializzati nel private market, sviluppo del servizio di consulenza finanziaria indipendente con focus sui clienti Ultra High Net Worth Individuals (soggetti con patrimonio oltre 5 milioni di euro), più servizi assicurativi e supporto delle reti e nuovi servizi per Euromobiliare Fiduciaria. Sono queste alcune delle strategie su cui si baserà lo sviluppo dell’area, composta da sei società (tutte controllate al 100% da Credem tranne Credemassicurazioni al 50% con Reale Mutua). Tra le novità Euromobiliare Advisory Sim, consulenza finanziaria indipendente, e una struttura di private market e illiquid assets che ricomprende Credem Private Equity. Dalla nuova organizzazione il gruppo spera di aumentare le commissioni di gestione di circa il 5% e i ricavi complessivi. Il contributo dell’area ai ricavi totali del Gruppo nel 2018 è stato del 36%.
  • Attacco informatico contro Norsk Hydro Alluminio in rialzo
Nuovo scossone sul mercato dell’alluminio, questa volta a causa del cybercrime. La norvegese Norsk Hydro, gigante mondiale attivo in tutta la filiera del metallo, ha rivelato di aver subito un «grave» attacco informatico che l’ha costretta a sospendere la produzione in diversi impianti e a farne funzionare altri in modalità manuale. Gli hacker sono riusciti a violare i sistemi di sicurezza lunedì sera, presumibilmente negli Stati Uniti, per poi infettare quasi tutta la rete di computer del gruppo, al punto che anche gli aggiornamenti sulla situazione venivano forniti solo attraverso gli smartphone, via social media.
  • Stop assicurazioni e fondi Uk
Stop all’attività italiana delle assicurazioni Uk in regime di stabilimento o di libera prestazione di servizi,che dopo il «recesso» del Regno Unito dalla Ue potranno solo gestire «i contratti e le coperture in corso». Stop anche a gestori di fondi, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica che operano in Italia in regime di libera prestazione o tramite «agenti o soggetti convenzionati».
È quanto prevede per gli operatori finanziari Uk attivi in Italia il decreto Brexit esaminato ieri nel pre-consiglio dei ministri in vista della riunione di oggi. La soluzione ponte, 18 mesi a partire dalla sempre meno eventuale uscita senza accordo del Regno Unito, si apre per molti, ma non per tutti. Nel periodo transitorio di un anno e mezzo, che si chiuderebbe a fine 2020 in caso di mini-rinvio della Brexit a giugno, non cambierebbe nulla per gli operatori finanziari italiani attivi a Londra, né per le banche inglesi che svolgono in Italia le attività ammesse al mutuo riconoscimento (conti correnti, prestiti, leasing finanziario eccetera; articolo 1, comma 2 del Testo unico bancario). Quelle che raccolgono il risparmio in regime di libera prestazione di servizi potranno invece gestire solo i rapporti esistenti, senza raccogliere nuova clientela. E nei servizi di investimento potranno rivolgersi solo alle controparti qualificate.
  • Per il riscatto laurea scelta tra onere ordinario e ridotto
Viene eliminato il requisito anagrafico dei 45 anni per riscattare il periodo di studio con “onere agevolato”. È questa una delle novità contenute negli emendamenti approvati alla legge di conversione del Decreto legge 4/2019. Nella versione attuamente in vigore, l’articolo 20, comma 6, del decreto prevede la possibilità di riscattare i periodi corrispondenti ai titoli di studio (per esempio diploma universitario, di laurea, di specializzazione e dottorato di ricerca) ricadenti temporalmente dopo il 31 dicembre 1995, con regole diverse rispetto a quelle ordinariamente applicabili, a condizione che il lavoratore non abbia più di 45 anni di età.
Una volta approvata la legge di conversione, l’onere ridotto potrà essere versato anche dai lavoratori con più di 45 anni. Si deve precisare che i destinatari di tale norma sono sia i soggetti che hanno contributi prima del 1° gennaio 1996 – destinatari di un sistema di calcolo misto – sia i soggetti contributivi puri.

L’assicuratore francese venderà nuove azioni di AXA Equitable Holdings.
Privilegiando l’assicurazione sanitaria aziendale, la protezione personale e l’assicurazione contro gli infortuni, AXA sta procedendo nella graduale uscita dalle attività finanziarie (assicurazioni sulla vita, gestione patrimoniale) negli Stati Uniti. Lunedì sera, il gigante francese delle assicurazioni ha annunciato una transazione a due punte che ridurrà la sua partecipazione nella controllata americana AXA Equitable Holdings (EQH) a meno del 50%. Il gruppo guidato da Thomas Buberl detiene circa il 60% del capitale di questa filiale quotata a Wall Street, che riunisce le sue attività di assicurazione sulla vita, di risparmio e di pensionamento oltreoceano, nonché la sua partecipazione nel gestore patrimoniale AllianceBernstein.

Handelsblatt

 

  • Gli investitori di Munich Re approfittano nuovamente del buy back azionario
Il maggiore riassicuratore del mondo vuole accelerare l’inversione di tendenza nei profitti. Gli azionisti dovrebbero beneficiare in modo significativo della tendenza al rialzo di Munich Re, che vuole sfruttare la buona posizione finanziaria per riacquistare le azioni proprie fino a 1 mld.
  • Dimissioni del Direttore Generale di Bankitalia
Dopo una disputa con il governo italiano, Salvatore Rossi ha annunciato il suo ritiro. Non si candiderà per un altro mandato.