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La riconferma è data per certa da tempo. e con il risultati 2018 presentati ieri Philippe Donnet ha aggiunto un’altra ipoteca sul suo rinnovo al timone di Generali Assicurazioni per un nuovo mandato. Tutti i target del piano 2015-2018 sono stati battuti, con la generazione di cassa che ha raggiunto gli 8 miliardi, rispetto all’obiettivo di 7 miliardi, il roe ha toccato il 13,4% (con il target che era stato fissato al 13%) e i dividendi cumulati hanno toccato i 5,1 miliardi, a dispetto di un obiettivo di 5 miliardi.
La rivoluzione digitale sta modificando profondamente i processi di gestione aziendale in tutti i principali settori. Tra le tecnologie più promettenti spicca il potenziale trasformativo della blockchain, nota al grande pubblico per essere alla base del fenomeno criptovalute e bitcoin. Se però si guarda ai processi complessi e con un numero elevato di passaggi e adempimenti formali come un insieme di transazioni, e si pensa alla compliance e ai controlli interni, perché non provare a utilizzare questa tecnologia per ridurne i tempi e i costi e liberare risorse attualmente impegnate in queste attività?
La storia degli ultimi vent’anni è ricca di esempi di grandi gruppi industriali internazionali colpiti da scandali corporate che hanno reagito sviluppando sistemi di compliance molto articolati e costosi. Non sempre però con risultati soddisfacenti. L’accresciuta verifica della correttezza formale di decisioni e azioni manageriali rallentano i processi, incidendo sull’efficienza aziendale e sul grado di motivazione delle risorse coinvolte. Ed è proprio su questo aspetto che la tecnologia blockchain può entrare in gioco per semplificare i processi di compliance e ridurne il costo complessivo.
Ieri il testo sui decreti attuativi dei Pir 2 è passato dal ministero dello Sviluppo economico al Mcf. La bozza originaria nel frattempo è passata da cinque a IO pagine, una decina di articoli esplicatavi della legge cui stanno lavorando una ventina di esperti. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, ora il governo sta lavorando di cesello e di interpretazione a una norma mutuata a livello europeo per evitare che la legge venga poi fermata a Bruxelles. Lo scopo resta allargare il più possibile il numero di società quotate sull’Aim investibili (compliant) in base alla nuova normativa sui Pir. Oggi le pmi di Piazza Affari sono 116. Con cinque quotazioni da gennaio e circa 6,5 miliardi di capitalizzazione.

Arriva in Italia il fondo di Allianz dedicato agli animali domestici: cani, gatti ma anche pesci in acquario. Si chiama Allianz Pet and Animal Wellbeing (benessere animale) ed è stato lanciato a inizio anno da Allianz Global Investors, il braccio di gestione patrimoniale del colosso assicurativo tedesco. A gennaio c’è stato il debutto in Germania, Austria, Lussemburgo, Regno Unito e Spagna. In febbraio è stata la volta di Francia, Svizzera e Portogallo. E adesso l’ingresso nel mercato italiano.
Via libera, dal cda di Credem, ai risultati finanziari definitivi del 2018. Agli azionisti verrà proposta una cedola di 0,20 euro per azione, stabile rispetto all’anno precedente. Il monte dividendi complessivo ammonta a 66,3 milioni, che portano a oltre 280 mln la remunerazione distribuita negli ultimi cinque anni. La cedola sarà in pagamento dal 22 maggio.
Dal 16 marzo prossimo, ulteriore giro di vite per i costruttori di immobili. Con il dlgs 14/2019, avente a oggetto il «Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza» il legislatore ha voluto rafforzare le garanzie per gli acquirenti di immobili da costruire, di cui al dlgs 122/2005; si deve far riferimento, in particolare, agli articoli da 385 a 388 del citato dlgs 14/2019.
E’ stato previsto, infatti, che, in presenza di un immobile da costruire per il quale è stato richiesto il permesso a costruire, ma che non risulta ancora edificato ovvero la cui costruzione non sia stata ancora ultimata, con la conseguenza che il costruttore non è ancora in possesso del certificato di agibilità, il contratto preliminare sia stipulato nella modalità di atto pubblico o, quantomeno, di scrittura privata autenticata, a pena di nullità.
Il direttore dei lavori è responsabile per le violazioni alla normativa edilizia conseguenti a un controllo negligente sull’ esecuzione dell’opera. Questo il principio individuato da parte dei giudici della Cassazione con la sentenza n. 6359/2019. Il caso trae origine da un procedimento che aveva portato alla condanna di un direttore dei lavori, per i reati conseguenti alle violazioni alla normativa edilizia realizzatesi nel corso dell’esecuzione dell’opera lui affidata. Il reo ricorreva per Cassazione, ritenendo la decisione di secondo grado illegittima deduceva l’assenza di ogni titolo di responsabilità a suo carico per reati, che non potevano ad ogni modo essergli imputati e ai quali egli era totalmente estraneo.
Più profitti per Generali, che nel 2018 ha realizzato un utile netto in crescita tendenziale del 9,4% a 2,31 miliardi di euro e un risultato operativo in aumento del 3% a 4,9 miliardi. Il new business margin vita si è attestato al 4,35%, mentre il combined ratio è rimasto invariato al 93% nonostante l’impatto delle catastrofi naturali e dei cosiddetti grandi sinistri man made.

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  • La svolta delle Generali azioni ai 71 mila dipendenti L’utile sale a 2,3 miliardi
Generali licenzia l’ultimo bilancio prima del rinnovo del cda. E prima che sia partito il nuovo piano industriale, che ha preso il via a gennaio scorso. Le novità, per il colosso assicurativo, sono piuttosto altre: da un lato l’emergere di un nuovo socio forte, Socgen, con una quota aggregata pari al 4,977% del capitale (il 7 marzo era al 5,111%) costituita da pacchetti compositi, molti con contratti legati a prestito titoli, opzioni e future, per un totale di diritti di voto pari allo 0,014%. Dall’altro, ieri è stato annunciato l’esordio del Leone di Trieste nel campo dell’azionariato diffuso tra i dipendenti. Con un programma di acquisto di azioni a condizioni di favore, che partirà in ottobre e durerà tre anni. « Siamo all’inizio di un nuovo piano, vogliamo avere a bordo i nostri colleghi » , ha spiegato l’amministratore delegato Philippe Donnet. Per ora i dettagli sono scarni, ma si tratterà di un piano per un massimo di 6 milioni di azioni Generali ( pari allo 0,38% del capitale) che la società comprerà sul mercato e metterà a disposizione dei 71 mila dipendenti. I dettagli saranno resi noti ben prima dell’assemblea ( il 7 maggio) comunque dovrebbero prevedere un’azione gratuita ogni tre acquistate, con una protezione sul capitale (in caso di perdita del titolo) e la possibilità di partecipare ai rialzi, anche con i dividendi.

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  • «Generali, obiettivi centrati Azioni a 71 mila dipendenti»
Con utili e dividendo in aumento Generali supera i target previsti dal piano al 2018, conferma gli obiettivi indicati per il 2021 e lancia per la prima volta un programma di azionariato per i 71 mila dipendenti del gruppo nel mondo. Il group ceo Philippe Donnet ha spiegato così l’iniziativa: «Ci è sembrato importante avere a bordo tutti i nostri colleghi all’inizio del nuovo piano triennale». Il top manager ha anche sottolineato, su possibili acquisizioni, che il gruppo «è attento a ciò che può consentire di rafforzare il business assicurativo, principalmente in Europa». I risultati del 2018 vedono la crescita dell’utile del 9,4% a 2,3 miliardi, in linea con il consensus degli analisti, il risultato operativo che sale del 3% a 4,9 miliardi e il dividendo in aumento del 5,9% a 0,90 euro per azione. la raccolta cresce nel ramo vita del 5,2%, i premi complessivi registrano un incremento del 4,9% e raggiungono i 66,7 miliardi. Vengono cosi superati gli obiettivi fissati con il piano 2015-2018: la generazione di cassa cumulata è pari a 8 miliardi rispetto agli oltre 7 previsti, e ciò consente fra l’altro di avviare la riduzione del debito, i dividenti complessivi distribuiti raggiungono quota 5,1 miliardi (target a 5), il ritorno operativo medio sul capitale è al 13,4% (13). Cresce inoltre del 24% l’utile dell’asset management a 235 milioni coerentemente con il piano di sviluppo nel settore partito nel 2017.

  • Generali, SocGen in crescita al 5% nel giorno dei profitti da record
Nel giorno della presentazione dei conti 2018, Generali scopre di avere un altro socio forte nel capitale: Société Generale. Alla banca con passaporto francese fa capo un pacchetto potenzialmente pari al 4,977% del Leone. L’operazione è datata 11 marzo 2019 e buona parte della quota è stata costruita di fatto con derivati (non a caso i diritti di voto riferibili alle azioni sono pari allo 0,014%). Il film è sostanzialmente identico a quello trasmesso a settembre 2016: all’epoca all’istituto fu attribuita una partecipazione vicina al 4,2%. Per il Leone quelli erano giorni caldi, si temeva una possibile scalata. Oggi, con il fronte dei soci italiani ormai oltre il 30% del gruppo assicurativo (13% di Mediobanca a cui si somma il 5% di Leonardo Del Vecchio, il 5% di Francesco Gaetano Caltagirone, il 4% dei Benetton, l’1,7% della famiglia De Agostini più altre quote custodite in veicoli con passaporto tricolore) il pericolo risulta meno evidente ma sul mercato gli interrogativi si sprecano: possibile sia solo trading? Nel 2016 si rivelò una mossa puramente opportunistica e altrettanto potrebbe essere oggi ma nessuno si sente di escludere il contrario, complici peraltro quelle voci, in passato insistenti, di un possibile asse tra UniCredit, primo socio di Mediobanca, e Socgen. Quest’ultima, va detto, ha prospettive positive sul titolo del Leone.
  • CREDEM. Dividendo di 0,2 euro per 66 milioni totali
Il Cda di Credem ha approvato ieri i risultati del 2018. Confermati i dati preliminari comunicati lo scorso 7 febbraio, che consentono di proporre un dividendo di 0,2 euro per azione, stabile rispetto all’anno precedente. Il monte dividendi complessivo ammonta quindi a circa 66,3 milioni di euro che portano ad oltre 280 milioni di euro i dividendi distribuiti negli ultimi cinque anni.

  • Generali avvia il nuovo piano su basi solide
    Missione più che compiuta per Generali. Il primo assicuratore italiano ha annunciato ieri di aver superato tutti gli obiettivi finanziari fissati per il periodo 2015-2018, con un rendimento operativo del capitale proprio (RoE) medio del 13,4%. Lo scorso anno, il terzo operatore europeo del settore ha registrato un incremento del 9,4% dell’utile netto a 2,3 miliardi di euro, con un risultato operativo di 4,9 miliardi di euro (+3%). “Questo è un ottimo punto di partenza per il nostro nuovo piano di crescita e sviluppo”, ha dichiarato Philippe Donnet, Amministratore Delegato di Generali, a Les Echos. Presentato lo scorso novembre, questo piano 2019-2021 dovrebbe consentire una crescita media annua degli utili per azione dal 6 all’8%.