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I più amareggiati sono gli italiani. Negli atti delegati finali che modificano il regolamento delegato Solvency II pubblicati dalla Commissione europea non manca qualche buona notizia per le compagnie, per esempio sul fronte degli investimenti azionari e di quelli a lungo termine, con un alleggerimento di capitale (argomento caro ai francesi). Il quadro complessivo che emerge è però di delusione per le imprese italiane perché non c’è traccia delle richieste di modifica da loro avanzate. Il riferimento è all’aggiustamento del meccanismo del volatility adjustment, algoritmo concepito per correggere il tasso di sconto utilizzato nella valutazione delle riserve tecniche, capace di smussare andamenti anomali degli spread di rendimento dei bond corporate e governativi, caro alle imprese italiane alle prese con la volatilità dei Btp presenti nei loro portafogli. Lo strumento ha scopo anticiclico ma non ha funzionato a causa di una eccessiva rigidità. Anche l’Ivass presieduta da Salvatore Rossi aveva aperto ad eventuali modifiche. E l’Econ, la commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo presieduta da Roberto Gualtieri, aveva avanzato proposte di modifica anche per quanto riguarda il volatility adjustment.
Il 2018 è stato un anno record per il private equity in Italia: sono stati sfiorati i 10 miliardi di euro investiti, il valore più alto mai registrato sul mercato tricolore, in 359 operazioni (+15%). È quanto emerso ieri dal convegno annuale dell’Aifi (Associazione italiana private equity, venture capital e private debt), durante il quale sono stati presentati i risultati dell’analisi condotta in collaborazione con PwC-Deals sul mercato italiano del capitale di rischio.

A appena dieci giorni dalla scadenza del termine fissato, il 28 febbraio 2019, per presentare una domanda di cessazione dal servizio con decorrenza 1° settembre 2019, si comincia a delineare un quadro, per quanto parziale, circa il numero esatto dei docenti, ivi compresi gli insegnanti di religione, il personale educativo e gli assistenti amministrativi, tecnici ed ausiliari di ruolo che hanno chiesto di cessare dal servizio finalizzato all’accesso al trattamento pensionistico anticipato o all accesso alla pensione quota 100 con decorrenza appunto dal 1° settembre 2019.

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  • Il computer doveva essere disattivato così è precipitato l’aereo in Etiopia
È l’indiziato numero uno. Si chiama Mcas (Maneuvering Characteristics Augmentation System) ed è un super pilota automatico ideato da Boeing per il 737 Max. Oggi del vecchio 737 conserva solo la sigla: i nuovi motori, le ali ridisegnate, la fusoliera più lunga dei predecessori, hanno costretto i tecnici di Boeing ad alzare il carrello anteriore e a spostare più avanti e in alto, rispetto al passato, anche i due motori. Queste novità nei carichi e nell’assetto dell’aereo che permette di percorrere rotte intercontinentali arrivando a consumare anche il 15- 20% in meno di cherosene, sono alla base della scelta di dotare il Max di un sistema di automazione sofisticato, che in teoria dovrebbe prevenire eventuali stalli della macchina, soprattutto in fase di decollo, correggendo assetti non corretti. Ed è qui che dopo l’incidente occorso al Max della Lion Air a fine ottobre, si sono concentrati i dubbi e le indagini degli investigatori. I tracciati dei 13 minuti di quel volo che causò 189 morti, mostrano infatti ben 26 tentativi da parte del pilota di tirare verso l’alto il muso dell’aereo che, al contrario, il sistema automatico spingeva verso il basso per un guasto di un sensore. Un gioco mortale tra uomo e macchina finito con uno schianto nel mare di Java. Questa è solo una delle ipotesi sulle quali stanno lavorando anche in Etiopia i tecnici, in attesa dei dati del flight recorder e del voice recorder di bordo che registrano ogni variazione di assetto del velivolo e le voci in cabina dei piloti. Boeing a fine 2018, ha inviato una raccomandazione a piloti e compagnie: il computer si può disinserire. Ma la preparazione dell’equipaggio è decisiva per evitare una tragedia subito dopo il decollo.

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  • Boeing, maxi perdita a Wall Street. Stop di 22 compagnie agli aerei sospetti
Trema l’industria dell’aeronautica nel «day after» dello schianto del 737 Max dell’Ethiopian Airlines in cui hanno perso la vita 157 passeggeri di 35 nazionalità, tra cui 8 italiani. E tremano alla Boeing, che ieri all’apertura di Wall Street ha perso il 12,8%, il peggior crollo in Borsa dall’attacco alle Torri Gemelle (il titolo ha poi chiuso a -5,39). Il nuovo modello tenuto a battesimo dalla Boeing nel 2016 è dotato di un sensore di incidenza che corregge il profilo di volo gestendo autonomamente la quota del velivolo. Una novità, dunque. Peccato che le associazioni di piloti abbiano più volte lamentato di averne scoperto l’esistenza solo dopo l’incidente indonesiano e di non aver ricevuto istruzioni per gestire guasti o imprevisti. In attesa che maggiori dettagli emergano dalle due scatole nere recuperate ieri — una delle due è danneggiata — dalla Boeing cercano di correre ai ripari e spiegano che «secondo le informazioni disponibili, non ci sono basi per dare indicazioni agli operatori». Rassicurazioni che non bastano. Tanto che alcuni Stati hanno deciso di lasciare a terra il 737 Max: Etiopia, Cina, Indonesia, Isole Cayman e Mongolia. Per il New York Times sono per ora 22 le compagnie che non lo faranno volare, per un totale di 146 aerei a terra su 350 in uso: il 40%.

 

  • Banca Generali, sale la raccolta A febbraio 445 milioni in più per il gruppo guidato da Mossa
Banca Generali chiude febbraio con 445 milioni di raccolta netta totale (875 milioni da inizio 2019) e 367 milioni di raccolta netta gestita (412 milioni da inizio anno). Lo sottolinea la banca guidata da Gian Maria Mossa. Sempre nella galassia Leone, Generali Italia ha creato il Fondo protezione solidale, aderendo all’idea Fondazione Andrea Bocelli, stanziati 300 mila euro per la scuola E. De Amicis di Muccia, distrutta nel 2016 dal terremoto.
  • Assicurazioni, più di 5.900 posti
Quello delle assicurazioni è tra i settori che offrono il maggior numero delle opportunità di lavoro. A partire dalle 1.150 assunzioni nel prossimo triennio che Generali Country Italia ha annunciato di fare la scorsa settimana (generali.it; lavora con noi). Mentre ConTe.it, brand italiano del gruppo Admiral, specializzato nella vendita online di polizze auto e moto, ha annunciato di avere intenzione di inserire una cinquantina di nuove risorse nel corso del primo semestre 2019. La ricerca di ConTe.it è rivolta principalmente ad attrarre giovani talenti. Data scientist, esperti di intelligenza artificiale, Cto, esperti di cyber security, blockchain technology e di piattaforme IoT, claims role, underwriting role sono alcuni dei profili attualmente aperti. Sul portale di Zurich le offerte di lavoro sono 695 a livello globale (12 per Milano): specialisti di prodotto, senior finance analyst, ingegneri, portfolio manager. Una quindicina sono poi le “job vacancy” in Reale Mutua Assicurazioni(realemutua.it/scopri-reale-mutua/careers/lavora-in-reale-group), tra cui alcuni stage in uffici differenti. In Axa, nelle sedi di tutto il mondo sono oltre 2 mila i profili ricercati. In Italia invece si ricercano una sessantina di candidati tra cui: It Architects, It project manager, It Strategy&Governance, data scientist, ingegneri e agenti. Sono richieste «competenze innovative e di trasformazione e imprenditorialità». Anche Allianz è alla ricerca di oltre duemila figure nei Paesi dove è presente e una decina nel nostro Paese, tra cui investment manager, market manager health, financial controller e agenti. Un’altra compagnia assicurativa online nata di recente: Prima.it è in espansione e intende inserire ingegneri, web designer, app developer, periti liquidatori, business e quantitative analyst e consulenti telefonici (prima.it/carriera).

  • Nuovi Pir, tetto di 15 milioni per finanziare una singola Pmi
Tetto di finanziamento a 15 milioni per singola Pmi. E obbligo per gli operatori finanziari di acquisire dall’impresa “target” una dichiarazione che attesti il rispetto dei requisiti. Sono i contenuti principali della bozza del decreto attuativo sui nuovi Piani individuali di risparmio, quelli che in base alla legge di bilancio, a partire dal 1° gennaio 2019, devono destinare il 3,5% dell’investimento a quote o azioni di fondi di venture capital e il 3,5% alle Pmi quotate all’Aim.
Il decreto risulta in questo momento all’ultimo esame del ministero dello Sviluppo economico dopo la messa a punto del ministero dell’Economia, ma non è ancora chiaro quando sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Il testo conferma il cambio di rotta sostanziale per il mercato dei Pir. Infatti una quota complessiva del 7% viene di fatto vincolata alle regole Ue sul capitale di rischio, irrigidendo notevolmente la normativa e le scelte degli operatori rispetto alla filosofia originaria di questo strumento.
  • Salvatore Rossi difende la Ue «Restare uniti conviene»
«C’è un’oggettiva convenienza, anche economica» a stare uniti in Europa e le «persone di buona volontà» che lo riconoscono «devono lavorare per tradurla agli occhi della collettività in termini non più e non solo economici, ma di altri collanti basilari come la difesa e la sicurezza». Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, in un’aula magna gremita della Facoltà di Economia dell’Università Roma Tre, ha chiuso così il suo intervento sull’Ue nel ciclo delle “Lezioni aperte sull’Europa” organizzate dai tre atenei pubblici della capitale in vista delle elezioni di maggio. Secondo Rossi è un lavoro da fare «con umiltà, con buona volontà, partendo da cose anche piccole: ad esempio invogliare i giovani a esser parte di un progetto sovranazionale concreto, come quella radio europea che Antonio Megalizzi, il giovane italiano ucciso tre mesi fa nell’attentato di Strasburgo, voleva far crescere. L’alternativa – ha concluso Rossi – è che torniamo tutti nella nostra casa-fortino nazionale, forse soddisfatti di aver fatto un dispetto al vicino, ma più poveri e soli».
  • Private equity record in Italia: nel 2018 investiti 10 miliardi
Il mercato del private equity e del venture capital mette a segno un nuovo record e lo realizza mentre i venti di recessione si fanno sempre più invadenti. Dati che segnalano la vivacità del mercato, ma che restano ancora lontani se confrontati con quelli europei: difficoltà di accesso ai mercati finanziari e i legami con il sistema tradizionale bancario sono alcuni dei limiti individuati alla crescita di un settore che nel 2018 ha realizzato investimenti per 9,788 miliardi di euro (+98%). Un risultato record ottenuto con una presenza crescente degli operatori esteri che rappresentano più della metà degli investimenti nelle imprese italiane con 6,438 miliardi di euro e 99 operazioni, secondo i dati annuali AiFI (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt). Un segnale positivo su cui gli esperti non si fanno illusioni: la raccolta, ad esempio, è stata inferiore rispetto all’anno precedente pari a 3,415 miliardi di euro nel 2018, in calo rispetto ai 6,230 miliardi del 2017, un anno influenzato da alcuni closing di dimensioni importanti. Tuttavia non mancano le sorprese: «Per la prima volta la principale fonte di raccolta sono state casse previdenziali e fondi pensione – ha commentato Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI -. E’ un segnale che aspettavamo da tempo, un primo passo verso un allineamento europeo con gli investitori internazionali».
  • Anima, masse gestite a 176 miliardi
La raccolta netta di risparmio gestito del gruppo Anima nel mese di febbraio 2019 è stata positiva per 16 milioni di euro, per un totale da inizio anno di 159 milioni di euro. IL dato relativo alle gestioni individuali di Ramo I assicurativo è stato invece negativo per 24 milioni (-40 milioni da inizio anno). A fine febbraio le masse gestite totali del gruppo Anima ammontano a oltre 176 miliardi.
  • Banca Generali, raccolta a 445 milioni
Banca Generali ha realizzato a febbraio una raccolta netta pari a 445 milioni di euro, portando a 875 milioni il totale del 2019. «Dopo la forte volatilità degli ultimi mesi dello scorso anno i risparmiatori sono tornati a guardare alle opportunità di diversificazione e protezione dei portafogli affidandosi alle competenze dei nostri professionisti», ha osservato l’a.d. Gian Maria Mossa.
  • Il rumore deve essere sempre nella «normale tollerabilità»
Il frastuono della fabbrica alimentare deve essere ricondotto ai limiti di legge, anche se chi protesta ha comprato casa sapendo dell’esistenza dell’opificio e del rumore prodotto. L’importante principio è stato dalla Corte di cassazione (ordinanza 6906/2019 della II Sezione, depositata ieri), che tra l’altro ha anche chiarito, a sostegno delle argomentazioni delle corti di merito (tutte sfavorevoli alla fabbrica), l’applicazione del criterio della «normale tollerabilità», che non è affatto escluso dall’applicazione delle legge 447/95 .

Come richiesto dalla Francia, la Commissione UE ha addolcito le norme riguardanti le esigenze di capitale proprio per le azioni detenute a lungo termine. Ma gli assicuratori non rivendicano la vittoria per questo.
Bruxelles sta eliminando la zavorra per consentire agli assicuratori di investire di più nelle aziende. Venerdì scorso la Commissione europea ha adottato nuove regole per ridurre, a determinate condizioni, i requisiti patrimoniali prudenziali per la detenzione di azioni. Queste proposte, che fanno parte del riesame dell’atto delegato della direttiva Solvibilità II, sono ora presentate al Consiglio e al Parlamento europeo per la non obiezione. Hanno tre mesi di tempo per opporsi, se necessario.

Handelsblatt

  • Secondo gli esperti fino a 800 mln di danni dalla tempesta del fine settimana
La tempesta „Eberhard“ costerà cara agli assicuratori tedeschi – fino a 800 mln di Euro secondo le stime di Aon. Ha colpito e fatto danni in molti Bundesländern.