logoitalia oggi7

 

La Corte di cassazione con sentenza 3720/2019 ha dato ragione a Trenitalia, ponendo la parola fine a un procedimento iniziato nel 2007 in merito al risarcimento da danno esistenziale che avrebbe patito un pendolare di Piacenza per via dei ritardi subiti, il sovraffollamento dei treni, il caldo in estate e il freddo in inverno ecc. Il Giudice di pace in primo grado aveva condannato Trenitalia al pagamento di un risarcimento di 1.000 euro, sentenza appellata e ribaltata dal Tribunale di Piacenza e chiusa in via definitiva dalla Suprema corte.
Da un punto di vista del diritto questa decisione non fa una piega in quanto non poteva esserci il benché minimo dubbio sull’abbaglio preso in primo grado dal Giudice di pace di Piacenza, a cui aveva posto rimedio il Tribunale prima e la Cassazione adesso.
Nelle aziende italiane le donne occupano il 42% delle posizioni (il 48% nel settore finanziario) ma faticano a raggiungere ruoli di responsabilità: tra i quadri la percentuale è del 32% e crolla al 17% per i dirigenti. Se poi ci si focalizza sui ruoli apicali di business, le difficoltà delle donne sono ancora più evidenti: solo 11% delle aziende analizzate, e addirittura lo 0% in mediana nel settore finanziario, vede una donna in queste posizioni. Sono i risultati della ricerca «Diversità di genere nel mondo aziendale. Tra gender pay gap e valorizzazione del talento femminile» realizzata da EY in collaborazione con Aicas (Associazione Italiana Consiglieri di amministrazione e Sindaci).
Non solo i costi di tenuta conto. A pesare sui sonni degli italiani sono spesso i problemi legati alla sicurezza dei sistemi di pagamento utilizzati. Soprattutto per gli acquisti online. «L’attenzione per la sicurezza da parte delle banche italiane in genere è molto alta, ma come in ogni cosa c’è chi eccelle, assicurando transazioni, online o fisiche, davvero a prova di criminale», hanno spiegato gli esperti di Sos Tariffe secondo cui la massima sicurezza si ha con le banche che supportano il protocollo 3D Secure. «Ultimamente sono le carte conto a rappresentare l’esempio più notevole di strumenti pensati apposta per eliminare il rischio da ogni acquisto, soprattutto se viene effettuato su internet», hanno sottolineato gli esperti. «Il segreto sta soprattutto nel sistema delle notifiche, che vengono emesse in vari formati (email, Sms e notifiche push) per avvertire l’utente di un tentativo di pagamento con il suo conto corrente».

Repubblica_logo

Gli italiani che rinunciano alle cure rinviano la visita perché la lista di attesa è troppo lunga e in casa non ci sono i soldi per l’intramoenia, non vanno a comprarsi il farmaco perché non viene passato dal sistema sanitario anche se per loro è fondamentale, oppure non hanno trovato un modo di fare l’ecografia senza pagare un ticket diventato troppo pesante. C’è un mondo di persone, nel nostro Paese, per le quali la sanità è un peso economico.
  • Scuola, quota 100 a rischio per 18 mila
C’è un pasticcio in quota 100 che riguarda il personale della scuola. L’allarme è crescente, tra i sindacati. E non riguarda solo le cattedre che possono rimanere scoperte da settembre. Quanto l’eventualità che le 18- 19 mila domande arrivate entro la scadenza del 28 febbraio da questo comparto – su 30 mila di statali (in totale 78 mila fino all’1 marzo) – per anticipare la pensione con almeno 62 anni e 38 di contributi non siano esaminate in tempo dall’Inps. E che dunque insegnanti, amministrativi, tecnici e ausiliari possano saltare l’unica finestra d’uscita a loro disposizione, quella del primo settembre prossimo. E, pur avendo i requisiti quest’anno, di fatto pensionarsi solo nel settembre del 2020. Intrappolati dalla burocrazia. Le motivazioni per questo allarme sono tutte tecniche. Figlie di una mai completata trasmigrazione delle storie contributive da Inpdap a Inps, quando i due istituti si sono fusi. Ecco dunque che chi ha potuto dare un’occhiata in questi giorni al fascicolo previdenziale sul sito Inps lo ha trovato incompleto. Non vi è traccia dei contributi versati negli anni ‘ 80-‘ 90 e precedenti. Un problema. Perché per recuperare i dati bisognerà ricorrere ai provveditorati o alle singole scuole.

  • Tifoni e frane, le startup contro i rischi
Isaac è una startup che ha brevettato un dispositivo in grado di contrastare il movimento degli edifici durante un sisma, riducendo le ampiezze di oscillazione e minimizzando il rischio di crolli e danneggiamenti. «È rapido nell’installazione e non invasivo, a fronte di costi competitivi», dicono i suoi inventori. Lo stesso sistema è in grado di effettuare il monitoraggio continuo dell’edificio, analizzandone stabilità e sicurezza. Isaac è la vincitrice del primo bando StlaReD (Social Hazards Resilience in Disaster), lanciato nel 2018 da Fon-dazione Pesenti, Università Bocconi e Politecnico di Milano, e negli scorsi giorni ha iniziato il percorso di incubazione in Speed MI Up, incubatore di impresa di Università Bocconi e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

 

  • Pir, come sfruttare i saldi
I primi due anni dei Pir sono stati tra luci (2017) ed ombre (2018). Ma l’investimento nei Piani esentasse che puntano sul Made in Italy va valutato su un periodo più lungo di un biennio. Inoltre in Borsa bisognerebbe comprare quando le cose vanno male. Allora ecco qualche numero e qualche idea per riprenderli in considerazione adesso, mentre Piazza Affari è ancora in relativo saldo. Una volta risolto l’empasse normativo in cui sono finiti dopo la Finanziaria, i Pir potrebbero tornare in pista. Proprio questo aspetto offre lo spunto per coloro che oggi valutassero un investimento nuovo nei Pir. Acquistare a sconto quote di fondi specializzati sulle piccole e medie imprese italiane, l’asse portante dell’economia reale del nastro paese e le più legittime rappresentanti del Made in Italy tanto apprezzato nel mondo, potrebbe rivelarsi profittevole soprattutto se si tiene conto dell’esenzione fiscale di cui godono i Pir.

  • Diecimila lavoratori candidati alla pace contributiva
Quasi nessuno di loro potrà puntare a “quota 100”, visto che hanno iniziato a lavorare da poco più di vent’anni. Ma potranno invece fare un pensierino all’ipotesi di un riscatto agevolato degli anni di mancata contribuzione cumulati dal 1996 in poi. È l’altra platea interessata dal decretone che ha introdotto la finestra sperimentale di uscita anticipata con 62 anni e 38 di contributi: circa 10.500 lavoratori dipendenti o autonomi che, secondo le stime del governo, potrebbero profittare della pace contributiva. Con un meccanismo di rateizzazione che, dopo le modifiche introdotte dal Senato nel primo passaggio parlamentare del decreto, è stato prolungato da cinque a dieci anni (120 rate mensili anziché 60).
Anche questa misura/opportunità è di fatto sperimentale come “quota 100”, e quindi suscettibile di ritocchi dopo il 2021. A beneficiarne potrebbero essere, se le stime della Ragioneria e dell’Inps si rivelassero corrette, 3.500 lavoratori l’anno, di cui 2.900 dipendenti e circa 600 autonomi. La circolare attuativa della “pace contributiva” è pronta, hanno fatto sapere fonti tecniche dell’Istituto, e presto dovrebbe essere pubblicata, magari in tandem con quella, molto articolata, che contiene le linee guida e operative per il reddito di cittadinanza
  • La via italiana alla blockchain sicura
Validità giuridica, marche temporali, identità degli utenti, meccanismi contrattuali, tutela dei dati. Sono i cinque punti su cui si potrà concentrare l’attenzione dei regolatori, dopo l’arrivo della “norma Blockchain” del Dl Semplificazioni (convertito in legge il mese scorso). Cinque temi che si stagliano sul crinale tecnologico-giuridico e che non sono certo tutti in carico all’Agenzia per l’Italia digitale, cui la norma riserva comunque un importante ruolo. Sempre nell’ambito di un confronto internazionale.
Istituito un fondo per lo sviluppo della “catena dei blocchi”, con la legge di Bilancio 2019, e avviati i tavoli di lavoro al Mise per definire la strategia nazionale da inviare alla Commissione Ue, verrà anche il momento di sgombrare il campo da ogni equivoco sul potere “taumaturgico” della blockchain, che non è la panacea per tutte le inefficienze: occorre capire bene dove sia davvero semplice e profittevole il suo utilizzo.
  • Il riscatto agevolato della laurea cerca l’assist della Cassa
Le novità contenute nel decreto di riforma del Welfare in tema di riscatto della laurea hanno nelle ultime settimane acceso l’interesse degli under 45, professionisti inclusi. Il nuovo riscatto agevolato riguarda, al momento, soggetti con meno di 45 anni e può essere attivato unicamente per periodi di studio (laurea di qualsiasi ordinamento e dottorati di ricerca, se non coperti da versamenti contributivi) collocati in periodi di competenza del metodo contributivo, dunque a partire dal 1996 in avanti.
Nell’attesa che l’Inps fornisca ulteriori chiarimenti e che il decreto legge 4 su quota 100 e reddito di cittadinanza assuma un assetto definitivo con la conversione in legge, è altamente probabile che chi si trovi ad avere cominciato a studiare negli anni prima del 1996, possa applicare tale facoltà esclusivamente per gli anni di corso legale di studi collocati dal 1996 in avanti.
Per gli iscritti Inps il costo del riscatto è stabilito in modo forfettario, vale a dire applicando l’aliquota Ivs vigente (33%) al minimale reddituale della Gestione artigiani e commercianti Inps (15.878 euro nel 2019). Il costo così ottenuto è di 5.240 euro ad anno di riscatto richiesto, valido sia ai fini del diritto pensionistico (per anticipare l’accesso alla pensione), sia per l’incremento della pensione proporzionalmente a quanto versato.

  • SBI Life: BNP Paribas riduce la partecipazione
BNP Paribas ha annunciato la cessione del 9,23% del capitale dell’assicuratore indiano SBI Life. L’operazione dovrebbe portare ad una plusvalenza di circa 450 mln di euro. Un blocco pari al 9% del capital è stato acquistato dal fondo di investimento Carlyle. A seguito di questa cessione, la banca deterrà, tramite BNP Paribas Cardif, il 12,77% di SBI Life.
  • Solvency II: meno obblighi per le compagnie
La Francia e l’Italia hanno ottenuto una revisione delle regole europee dei fondi propri imposte agli assicuratori per gli investimenti in azioni. «Le regole prudenziali verranno riviste in modo che ci sia meno capitale proprio quando si investe in azioni». In cambio, gli assicuratori dovrebbero rispettare un certo periodo di detenzione.