La decisione dei giudici di Torino: condanne annullate e Atti trasferiti a Milano
Lo ha stabilito la Prima Corte d’Appello di Torino che ha dichiarato l’incompetenza territoriale del Tribunale del capoluogo piemontese. Il dibattimento ripartirà dalle indagini preliminari
di Carlo Brustia

Condanne annullate e processo trasferito da Torino a Milano per competenza territoriale. Si è chiuso con un colpo di scena il processo d’appello per la vicenda Fonsai . Lo ha deciso la Prima Corte d’Appello di Torino che ha dichiarato l’incompetenza territoriale del Tribunale del capoluogo piemontese.
Da qui l’annullamento delle condanne inflitte l’11 ottobre 2016 dai giudici del primo grado di giudizio ai quattro imputati accusati a vario titolo di aggiotaggio e falso in bilancio: Salvatore Ligresti, deceduto a maggio (6 anni), sua figlia Jonella (5 anni e 8 mesi), all’ex amministratore delegato di Fonsai , Fausto Marchionni, (5 anni e 3 mesi) e l’ex revisore dei conti Riccardo Ottaviani. I giudici torinesi hanno ordinato «la trasmissione degli atti al Tribunale di Milano competente per territorio».

Tutto da rifare, dunque: la sentenza della Corte d’Appello di Torino, che ha dichiarato la competenza territoriale del Tribunale di Milano, riporta il caso Fonsai alla fase di indagini preliminari. Una volta depositate le motivazioni del verdetto (vale a dire entro 30 giorni), tutti gli atti saranno trasferiti alla Procura del capoluogo lombardo e affidati a un pm che dovrà riformulare il capo di imputazione.
Il magistrato titolare del fascicolo potrebbe anche non accontentarsi dei risultati investigativi raggiunti dai colleghi torinesi e ordinare altre indagini. In ogni caso spetterà a lui decidere se chiedere il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione dei tre imputati, considerato che Paolo Ligresti, l’ex dirigente Fonsai Pier Giorgio Bedogni e l’ex attuario del gruppo Fulvio Gismondi, finiti sotto processo a Milano per gli stessi fatti (anche in quel caso gli atti furono trasmessi da Torino per competenza territoriale), furono tutti assolti «perché il fatto non sussiste». (riproduzione riservata)

Fonte: logo_mf