Torna d’attualità la fusione con la società che sta per sbarcare a Piazza Affari
Il gruppo di Del Fante nel 2018 ha centrato gli obiettivi del piano e alza la cedola a 0,441 euro. Per il 2019 punta a un utile di 1,1 mld. Il cantiere Rc Auto resta aperto. Altra spinta sui servizi finanziari
di Anna Messia

Poste Italiane nel 2018 centra tutti gli obiettivi del piano Deliver 2022, dà avvio alla sperimentazione nella Rc Auto, chiude ad Alitalia ma apre le porte a future evoluzioni per Sia, compresa una possibile fusione con Nexi. Ieri il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha presentato i risultati del 2018 che hanno mostrato ricavi in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente a 10,8 miliardi e un utile netto aumentato di 709 milioni a 1.399 milioni, grazie anche a poste fiscali straordinarie su Poste Vita che hanno inciso per 385 milioni.
Il consiglio di amministrazione ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,441 euro per azione, in aumento del 5% rispetto al 2017 come previsto dal piano industriale. «Poste Italiane ha centrato tutti gli obiettivi finanziari delineati per il 2018, a livello di gruppo e in tutti i settori di business, grazie a un’azione più incisiva di efficientamento e a una forte crescita dell’utile operativo, trainato da una costante crescita dei ricavi e da una ridotta dipendenza dalle plusvalenze», ha dichiarato Del Fante commentando i risultati.

Il numero uno del gruppo, riguardo ad un possibile coinvolgimento di Poste Italiane in Alitalia ha poi fatto sapere che «non c’è nessun progetto», mentre su Sia (di cui il gruppo postale detiene il 15% tramite Fsia Investimenti, veicolo controllato da Cdp Equity) ha aperto a sviluppi. In ballo, come riportato da MF-Milano Finanza il 16 marzo, c’è il passaggio delle quote di Sia in mano a Intesa Sanpaolo (3,97%) e Unicredit (3,97%) a FSia Investimenti, che già detiene il 49,48%, con l’esercizio dell’opzione call per una cifra vicina a 80 milioni, ma non solo.
Da tempo si parla di una fusione con Nexi, che però ha appena presentato domanda per la quotazione a Piazza Affari puntando a una valutazione di 7 miliardi. Su Sia «sono allo studio tutte le ipotesi di valorizzazione possibili in un settore che sta vivendo una trasformazione importante», ha dichiarato Del Fante, aprendo «alla possibilità di eventuali fusioni o di crescita dell’azienda su base stand alone». Una volta conclusa la quotazione di Nexi non è escluso che si possa tornare a parlare di fusione tra le due società. «L’ipo (di Nexi, ndr) ha sicuramente il grande vantaggio di mettere un punto sulla valutazione. Lo teniamo anche noi come osservato speciale», ha aggiunto il cfo Guido Maria Nola.
Il gruppo ha fatto sapere di prevedere per il 2019 un utile netto di 1,1 miliardi e ricavi in crescita a 11 miliardi, confermando l’obiettivo di un ulteriore aumento del 5% della cedola. Allo studio resta poi il debutto nella Rc Auto con la partenza di un progetto pilota rivolto ai dipendenti «per capire la fattibilità del prodotto», spiega Del Fante, che non ha posto obiettivi di ricavi nel budget 2019 ma ha avviato consultazioni con il mercato per poter eventualmente offrire queste polizze nel 2020 (in pole position ci sarebbero state Unipol e Generali ). Mentre per quanto riguarda la distribuzione di prodotti e servizi bancari, dove Poste ha di recente firmato accordi con Intesa e Unicredit , l’obiettivo è «crescere più del mercato puntando al 20% del settore nel 2019». (riproduzione riservata)

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