42 mila prof e 10 mila ata a riposo dal prossimo settembre

Ad appena dieci giorni dalla scadenza del termine fissato, il 28 febbraio 2019, per presentare una domanda di cessazione dal servizio con decorrenza 1° settembre 2019, si comincia a delineare un quadro, per quanto parziale, circa il numero esatto dei docenti, ivi compresi gli insegnanti di religione, il personale educativo e gli assistenti amministrativi, tecnici ed ausiliari di ruolo che hanno chiesto di cessare dal servizio finalizzato all’accesso al trattamento pensionistico anticipato o all accesso alla pensione quota 100 con decorrenza appunto dal 1° settembre 2019.

La fonte dei dati è, in questa circostanza, il ministero dell’istruzione secondo cui le domande di cessazione dal servizio con diritto a pensione anticipata ex art. 24 del decreto legge 201/2011 presentate entro il 12 dicembre 2018, in applicazione del decreto ministeriale n. 727 del 15 novembre2018 e della circolare prot. n. 50647 del 16 novembre 2018, sono state 19.853 di cui 15.405 docenti e di 4.448 da parte del personale Ata. Quelle presentate successivamente, ma entro il 28 febbraio 2019, in applicazione del decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4 sono state di 17.869 docenti di cui 13.556 richiedenti la pensione quota 100 e di 4.328 Ata di cui 3.284 richiedenti la pensione quota 100. Complessivamente il 1° settembre 2019 non rientreranno in classe o in servizio 37.722 docenti e 8.776 Ata.
Non si hanno invece ancora notizie sul numero dei docenti e degli Ata che, sempre a decorrere dal 1° settembre 2019, saranno collocati a riposo d’ufficio per raggiunti limiti di età, per l’esercizio dell’opzione donna, per risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro disposta dal dirigente scolastico o per altre cause (decesso, inabilità, decadenza ecc.). Tenuto conto dell’età anagrafica del personale in servizio e di un trend costante di tali cessazioni registrato negli anni scorso, il loro numero dovrebbe aggirarsi intorno a 4 mila docenti e a 1.200 Ata. Pertanto i docenti che dal 1° settembre saranno collocati a riposo dovrebbero essere intorno ai 42 mila, intorno a 10 mila gli Ata.

Nessuna corsa alla pensione quota 100: i dati sul numero del personale scolastico che ha chiesto di accedere a quota 100, comunicati dal ministero dell’istruzione, ma non ancora confermati dall’Inps, confermano seppure indirettamente che le nuove modalità di accesso alla pensione anticipata non hanno convinto la stragrande maggioranza dei docenti (85 mila) e degli Ata (33 mila) che secondo stime di ItaliaOggi potevano fare valere un’età anagrafica compresa tra 62 anni e 66 anni e un’anzianità contributiva compresa tra 38 e 40 anni. Rispettivamente, il 15% dei docenti e il 10% degli Ata.
Intanto, nei giorni scorsi il direttore generale dell’Inps ha firmato un accordo sperimentale con l’Ufficio scolastico regionale del Lazio e con l’ambito provinciale Miur Roma per il passaggio progressivo all’Inps, oltre alle competenze esclusive nell’accertamento del diritto a pensione già operative su tutto il territorio nazionale, anche a quelle di definire le pratiche cosiddette anti subentro (domande giacenti di riscatto, ricongiunzione e computo presentate fino al 31 agosto 2000) giacenti presso le sedi scolastiche metropolitane di Roma.
Nell’Ambito del Progetto Eco, l’Inps avvierà l’istruttoria e la definizione delle domande relative alla platea di coloro che, nati nel 1953, 1954, 1955 e 1956, hanno presentato domanda di cessazione dal servizio entro il 12 dicembre 2018.
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