di Roberto Nava – partner di Bain & Company

La rivoluzione digitale sta modificando profondamente i processi di gestione aziendale in tutti i principali settori. Tra le tecnologie più promettenti spicca il potenziale trasformativo della blockchain, nota al grande pubblico per essere alla base del fenomeno criptovalute e bitcoin. Se però si guarda ai processi complessi e con un numero elevato di passaggi e adempimenti formali come un insieme di transazioni, e si pensa alla compliance e ai controlli interni, perché non provare a utilizzare questa tecnologia per ridurne i tempi e i costi e liberare risorse attualmente impegnate in queste attività?
La storia degli ultimi vent’anni è ricca di esempi di grandi gruppi industriali internazionali colpiti da scandali corporate che hanno reagito sviluppando sistemi di compliance molto articolati e costosi. Non sempre però con risultati soddisfacenti. L’accresciuta verifica della correttezza formale di decisioni e azioni manageriali rallentano i processi, incidendo sull’efficienza aziendale e sul grado di motivazione delle risorse coinvolte. Ed è proprio su questo aspetto che la tecnologia blockchain può entrare in gioco per semplificare i processi di compliance e ridurne il costo complessivo.

La tecnologia blockchain ha caratteristiche precise. Essa è condivisa e immutabile: è una raccolta di dati distribuita su una pluralità di enti indipendenti. Tale decentralizzazione (ovvero il non affidarsi a un ente centrale che mantenga l’integrità di dati nuovi e già presenti) ne garantisce la totale sicurezza impedendo ai partecipanti di velare o manomettere le informazioni. Aggiornata in tempo reale: conseguenza diretta del fatto che per esistere sulla blockchain un dato deve essere trasmesso a tutti gli enti partecipanti, è la visibilità in tempo reale che ogni ente ha su ciò che accade nel network. Automatica: è possibile creare funzioni chiamate smart contract (come le transazioni finanziarie) programmate per essere eseguite automaticamente quando date circostanze si verificano.
Queste caratteristiche sono alla base di almeno altrettante aree di semplificazione. La Riconciliazione e la condivisione dati con funzioni interne di controllo e enti regolatori: per grandi aziende cui è richiesto di riportare informazioni commerciali a enti regolatori su base mensile, settimanale o giornaliera, inefficienze nel processo di riconciliazione dei dati possono essere causa di costi, o addirittura sanzioni, e ritardi. La natura distribuita della blockchain offre una soluzione per semplificare questo processo e ridurne drasticamente i costi, permettendo ai diversi partecipanti di lavorare in tempo reale su database condivisi, garantendo riconciliazione simultanea e potenzialmente anche l’automatizzazione del reporting.
Il miglioramento dei processi di accounting e internal audit: il processo di internal auditing può essere snellito sfruttando la capacità della blockchain di registrare accuratamente ogni aspetto delle transazioni commerciali all’interno di un registro diffuso e sincronizzato in tempo reale. Il supply chain management e certificazione di prodotti: In filiere produttive molto frammentate, le attività di gestione e certificazione, oltre a essere lunghe e dispendiose, espongono le aziende al rischio di sanzioni causate da gap nella qualità dei dati registrati. L’utilizzo di una piattaforma blockchain integrata tra tutti i partecipanti della Supply Chain offre la possibilità di tracciamento end-to-end di materiali e prodotti, a una frazione del costo rispetto ai sistemi maggiormente diffusi e riduce il rischio normativo, garantendo in tempo reale integrità e provenienza dei dati. (riproduzione riservata)
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