Ammontano a 422 milioni di euro i danni segnalati dalle imprese a più di 6 mesi dal crollo del ponte Morandi: 63 milioni di danni diretti, legati a beni immobili, macchinari e spese tecniche, e 359 milioni di danni indiretti scaturiti dall’interruzione delle attività. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro «Gli effetti del crollo del ponte Morandi su economia, occupazione e integrazione sociale», presentato a Genova da Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro, nel corso della due giorni «Verso il festival del lavoro 2019». Il tragico evento ha paralizzato la città e tagliato in due la Liguria, isolando anche il porto di Genova. Il settore maggiormente colpito è il commercio (121 milioni), seguito dall’industria (118 milioni) e dai trasporti (95 milioni).

Ma gli effetti del disastro si sono riverberati ben oltre l’epicentro del Polcevera. La zona rossa/arancione della città ha subito danni economici per 158 milioni di euro, mentre nel restante territorio comunale si raggiungono i 173 milioni, ai quali si aggiungono 11,7 milioni degli altri comuni della provincia e 79 milioni del resto d’Italia. Ma a Genova è stata presentata anche la 2ª ricerca dell’Osservatorio di categoria, intitolata «Edilizia, crisi inarrestabile», da cui è emerso che il blocco delle infrastrutture e dello sviluppo e un mercato del lavoro in perdita hanno prodotto oltre mezzo milione di disoccupati nel nostro Paese dal 2008 al 2017.

Fonte: