di Angelo De Mattia

Nella settimana entrante potrebbero registrarsi novità per le nomine nel direttorio di Banca d’Italia. Dopo il passo indietro del direttore generale Salvatore Rossi potrebbero essersi determinate le condizioni perché sia possibile definire sin d’ora la composizione del direttorio per i prossimi sei anni, anche per il termine, sempre a maggio, dell’incarico del vicedirettore generale Valeria Sannucci. Pende poi l’iter per l’approvazione della conferma di Luigi Federico Signorini, anch’egli vice-dg, in attesa del parere del governo e del decreto del Capo dello Stato. Anziché arrivare a ridosso delle suddette scadenze, in un contesto di campagna elettorale per le Europee, le decisioni sul direttorio potrebbero essere assunte in anticipo. Naturalmente tutto poggia sulle scelte che il governatore Ignazio Visco riterrà di promuovere. Sono diverse le ipotesi: dall’avanzamento di Fabio Panetta a direttore generale, che premierebbe la sua non comune competenza ed esperienza di livello internazionale, al rientro di Daniele Franco, ora Ragioniere Generale dello Stato in scadenza, in qualità di vicedirettore generale, fino alla proposta di una donna, anch’essa quale vice-dg, che avrebbe competenze in campo giuridico, della quale le cronache non indicano il nome.

Può essere tutto ciò un totonomine frutto di fantasie, ad esclusione dell’indicazione di Panetta, che trova concordi tutti gli osservatori. È possibile che tra giovedì e venerdì prossimi avremo dei riscontri. Non si deve comunque mai dimenticare che, nel ferreo riserbo che domina a Palazzo Koch, il governatore compirà valutazioni e fornirà motivazioni che alla fine riscuoteranno ampio consenso. Si passerà quindi al confronto con l’esecutivo. Se tanto mi dà tanto, dovrebbe escludersi la riproposizione dell’impasse registrato nel caso Signorini, a meno che dal lato del governo si voglia muovere una battaglia campale che lo vedrebbe di certo perdente, stante il potere di nomina riconosciuto alla Banca. Forse, invece, previamente informato di scelte peraltro non modificabili, il governo non eccepirà, titolare, come è, di un potere solo consultivo e avvertito delle conseguenze che si determinerebbero. Si potrà considerare in tal caso chiusa la confrontation con Via Nazionale? Non prima di avere avuto diverse altre dimostrazioni concrete. (riproduzione riservata)

Fonte: