Ricognizione di IOLavoro sulle misure adottate dagli enti privati a favore dei professionisti
La polizza sanitaria strumento privilegiato di welfare
Pagine a cura di Simona D’Alessio

La «coperta» (che può avvolgere pure il nucleo familiare) della polizza sanitaria fornita gratuitamente, nonché l’alta formazione sovvenzionata, affinché l’acquisizione di nuove competenze possa aprire (ulteriori) «brecce» in un mercato del lavoro in progressiva evoluzione. E, ancora, gli incentivi per far partire (e progredire) il luogo di lavoro, che si tratti di un’impresa in psicologia, di una farmacia, oppure di uno studio professionale. È multiforme anche nel 2019 il «catalogo» assistenziale delle Casse previdenziali private e privatizzate, cui sono globalmente associati circa 1,6 milioni di esponenti di differenti categorie. E il monitoraggio di ItaliaOggi Sette su come si vada trasformando di anno in anno il «pacchetto welfare» permette di identificare le linee d’intervento che ogni Ente sceglie di tracciare, in considerazione delle peculiarità della propria platea; colpisce, ad esempio, com’è possibile notare nella tabella in queste pagine, che le tutele sanitarie si confermino, con il passare del tempo, le voci d’investimento più cospicue, perché ritenute estremamente utili per venire incontro alle esigenze dei professionisti, laddove il Servizio pubblico non riesce sempre a dare la possibilità di effettuare accertamenti, o cure, in maniera tempestiva ed efficace.

È per queste ragioni che Inarcassa, avvalendosi della collaborazione di Rbm, ha allargato di recente le coperture assicurative con protezioni gratuite dedicate ai figli: la polizza sanitaria base è stata, infatti, implementata con garanzie per le malformazioni neonatali e la sindrome di down, mentre il piano integrativo adesso prevede, a parità di premio, un «protocollo minori» con iniziative per chi ha meno di 14 anni, così come la Cassa geometri ha arricchito l’offerta con un «forte aumento delle prestazioni», e la Cassa dei ragionieri vi ha appostato la somma più alta (circa 3,5 milioni).
La difesa della genitorialità, poi, sta particolarmente a cuore all’Enpav, che ogni anno dà vita ad un bando per fornire un aiuto per la copertura delle spese già sostenute per asili nido, «baby sitting» e, solo per l’adozione ed entro 6 anni di età del bambino, alle scuole dell’infanzia; a poter presentare l’istanza le veterinarie, ma pure i colleghi padri, qualora dovessero affrontare casi come «morte, grave infermità della madre, abbandono, o affidamento esclusivo del bambino».
Rilevante, poi, il capitolo del sostegno allo sviluppo lavorativo degli associati, laddove l’incremento del giro d’affari consente, nel contempo, di disporre di somme maggiori da destinare alla «costruzione» della futura pensione; un investimento, quello sul «welfare integrato professionale» che si rivela particolarmente proficuo per gli iscritti agli Enti in cui vige il metodo di calcolo contributivo della prestazione, che riceveranno trattamenti in linea con i versamenti effettuati. Se, infatti, l’Enpab si fa promotore di programmi orientati ad accrescere formazione, opportunità occupazionali e «visibilità» dei biologi (le «borse di lavoro»), i farmacisti possono avvalersi della chance predisposta dall’Enpaf che ha come beneficiaria l’impresa (farmacia, o parafarmacia), e si prefigge di favorire «l’assunzione e/o la permanenza in servizio di un farmacista giovane (dai 30 anni in giù), oppure che versa in una condizione economica precaria (d’età pari, o superiore ai 50 anni, e in stato di disoccupazione da almeno sei mesi)», mentre l’Enpacl (consulenti del lavoro) s’impegna per non far disperdere il «patrimonio» degli studi professionali degli associati (che, una volta andato in pensione il titolare, potrebbero chiudere i battenti), finanziando sia la «staffetta generazionale», sia l’acquisizione di quote. Ai dottori commercialisti neo-iscritti la Cassa previdenziale (Cnpadc) concede la possibilità di dotarsi della polizza Rc professionale gratuitamente, alleviando così le spese che gravano sui giovani professionisti nelle fasi iniziali dell’attività.
Infine, vale circa 900 mila euro l’erogazione rivolta ai pensionati a basso reddito, «mediante prelievo dal fondo di perequazione, istituito nel 2010, alimentato da un contributo di 5 euro mensili a carico dei giornalisti dipendenti» (iscritti alla Gestione principale dell’Inpgi, l’Istituto di categoria).

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