Nel mese di febbraio il numero di interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di Crif relativamente alle richieste di prestiti da parte degli italiani (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) ha fatto segnare un +3,3% nel confronto con lo stesso mese del 2017.

Entrando nel dettaglio, spiega una nota, sono stati i prestiti personali ad aver trainato la crescita dell’intero comparto grazie ad un più che positivo +9,6%. La componente dei prestiti finalizzati ha invece mostrato un trend opposto con una flessione del -2,2%, in parte dovuta al rallentamento delle richieste di finanziamenti per l’acquisto di auto e di quelle relative a beni e servizi di importo più contenuto. A fronte di questo scenario a luci ed ombre, il mese di febbraio ha fatto segnare il record assoluto relativamente all’importo medio dei prestiti richiesti dalle famiglie, che nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati è assestato a ben 9.935 Euro (+6,1% rispetto allo stesso mese del 2017). Nello specifico, per quanto riguarda i prestiti finalizzati a febbraio l’importo medio richiesto è stato pari a 6.649 euro (+5,8% rispetto a febbraio 2017). Anche i prestiti personali registrano un incremento dell’importo medio richiesto (+3,0%), che si attesta a 13.588 euro.

Relativamente alla distribuzione delle richieste per fascia di importo, la rilevazione di febbraio vede uno spostamento verso i valori più alti (+2,4 punti percentuali per le classi superiori ai 10.000 euro a discapito delle richieste per importi inferiori ai 5.000 euro benché questa rimanga la classe preferita dagli italiani, con il 43,1% del totale. Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento, il 59,7% delle richieste di prestiti finalizzati si caratterizza per importi al di sotto dei 5.000 Euro, anche se si registra un aumento di 1,6 punti percentuali per i finanziamenti superiori ai 10.000 euro. Per i prestiti personali, invece, è la classe compresa tra 10.001 e 20.000 euro ad essere la più richiesta (30,4% del totale; +0,7 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2017).

L’analisi della distribuzione delle richieste di prestiti per durata conferma che anche in questo primo scorcio d’anno la classe superiore ai 5 anni è quella in cui si concentrano le preferenze degli italiani, con una quota pari al 26,6% del totale (+2,1 punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2017). Al contrario, si nota ancora una contrazione per la classe di durata inferiore ai 12 mesi, che passa dal 16,5% al 14,9% del totale, confermando il trend negativo delle precedenti rilevazioni. Per quanto riguarda i prestiti finalizzati, le richieste si sono concentrate per il 24,2% nella fascia di durata inferiore ai 12 mesi (seppur a fronte di un calo di -2,0 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2017), mentre le richieste di prestiti personali si stanno indirizzando sempre di più verso la fascia di durata superiore ai 5 anni, che arriva a spiegare il 45,8% del totale (+1,3 punti percentuali).

Osservando, infine, la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif evidenzia come nel primo bimestre 2018 sia stata la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni ad essere quella maggioritaria, con una quota pari al 25,5% del totale, seguita da quella tra i 35 e i 44 anni, con il 23,2%. Prosegue lo spostamento verso le classi di età superiori ai 55 anni, che riportano una crescita di +1,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

“Nonostante gli italiani risultino meno indebitati (la rata mensile pro capite rimborsata nel 2017 è infatti scesa a 355 euro, l’1,5% in meno rispetto all’anno precedente), in questi primi mesi dell’anno prosegue la fase favorevole per le richieste di nuovi prestiti da parte delle famiglie, in particolare per la componente dei prestiti personali, che crescono ininterrottamente da oltre un anno”, commenta Simone Capecchi, Executive Director di Crif. “In questo contesto di mercato anche la rivoluzione dei sistemi di pagamento attualmente in atto può portare nuova linfa, agevolando la diffusione di nuovi servizi sempre più personalizzati per i consumatori. Sono infatti numerose le aziende di credito che stanno rinnovando la loro offerta di prodotti di impiego in un’ottica di maggiore digitalizzazione della distribuzione, utilizzando le informazioni disponibili per approfondire la conoscenza del cliente da un lato con l’obiettivo di offrire soluzioni sempre più profilate, dall’altra per ridurre i rischi di insolvenza e quelli di frode, con questi ultimi che continuano ad aumentare la loro frequenza, con oltre 11.000 casi solo nel primo semestre 2017. Va considerato però che negli ultimi anni la Vigilanza Europea ha consolidato la propria attività di controllo sulle aziende di credito, introducendo una mole non indifferente di norme che ci auguriamo non abbia impatti sfavorevoli sul processo di erogazione del credito, sia alle famiglie che alle imprese”.