di Anna Messia
Per le assicurazioni che decidessero di applicare i nuovi principi contabili Ifrs 9 a partire dai bilanci 2018 tutto è pronto. L’Ivass, l’istituto presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, proprio in questi giorni ha diffuso in pubblica consultazione il regolamento che fissa le regole del nuovo regime. Ma a differenza delle banche, che per il nuovo Ifrs 9 hanno dovuto aumentare le coperture dei crediti deteriorati, a preoccupare le compagnie di assicurazione non è tanto il principio numero 9, già nell’aria da tempo metabolizzato. In ballo ci sono piuttosto altre novità più impegnative che arriveranno dai nuovi principi contabili internazionali. L’allerta si è alzata in particolare sul nuovo Ifrs 17 che potrebbe costare alle compagnie europee addirittura più di Solvency II in termini di spese amministrative. Una rivoluzione destinata a entrare in vigore nel 2021, che cambia completamente la contabilizzazione nei bilanci dei premi assicurativi e che richiederà alle imprese di rivedere in profondità la propria organizzazione. Tanto che il regolamento Ivass ha consentito alle imprese di assicurazione di beneficiare della possibile posticipazione nell’applicazione dell’Ifrs 9 per la contabilizzazione degli investimenti finanziari, allineando la data di prima applicazione a quella dell’Ifrs 17. Un’opportunità che, qualora venisse colta, permetterebbe di pianificare l’adozione dei due principi in parallelo.
In particolare è stato consentito alle imprese che svolgono prevalentemente attività assicurativa di continuare a utilizzare il vecchio Ias 39 (sostituito dal nuovo Ifrs 9) fino appunto al 2021 per il complesso delle attività finanziarie. Un differimento che comunque prevede alcuni requisiti minimi nelle disclosure, nonché la necessità di approfondire e comprendere per tempo le eventuali interazioni tra i due principi. «Il differimento deve essere associato ad adeguate giustificazioni in merito al soddisfacimento delle condizioni per l’uso del deferred approach (il rinvio al 2021, ndr) e alla permanenza delle stesse nel tempo», si legge nel documento Ivass; e deve essere prevista anche «un’ampia informativa che consenta agli utilizzatori del bilancio una comparazione con le imprese che adottano Ifrs 9». Ma in ballo, oltre all’Ifrs 17, c’è anche la volontà di utilizzare i principi Ias sui bilanci d’esercizio, che finora hanno utilizzato principi contabili nazionali. Anche questo passaggio non è di poco conto, considerando che sui bilanci d’esercizio si pagano per esempio i dividendi e i nuovi principi potrebbero cambiare le modalità di calcolo dell’utile. L’industria sembrava pronta a un passaggio agli Ias già nei bilanci 2019. Novità che avrebbe richiesto un intervento normativo, con una modifica della norma primaria. Poi, però, c’è stata una spaccatura nell’industria e tutto è stato inevitabilmente rinviato, viste anche le imminenti elezioni. Tutto quindi è rimandato con una situazione di incertezza destinata a proseguire. (riproduzione riservata)
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