di Gabriele Ventura

In picchiata la mediazione civile. Nel 2017 sono stati iscritti 166.989 procedimenti, quasi 17 mila in meno rispetto all’anno precedente (-10%) e 30 mila rispetto al 2015 (-15%). Sono passati ormai sette anni dal 21 marzo 2011, giorno dall’entrata in vigore della mediazione obbligatoria per le controversie in una serie di materie in ambito civile e commerciale e l’istituto, di fatto, non è mai decollato. È quanto emerge dai dati relativi al 2017 diffusi dalla direzione di statistica del ministero della giustizia sulla mediazione civile e commerciale. E non solo i procedimenti iscritti sono pochi, ma quelli che vanno a buon fine sono una minima parte. Basti pensare che l’aderente compare nel 48,2 per cento dei casi e l’accordo viene poi raggiunto il 43 per cento delle volte. Questo significa che, in linea teorica, dei 166.989 procedimenti iscritti, 80.488 vanno avanti e di questi ne vanno a buon fine solo 34.609, praticamente uno su cinque. Analizzando le iscrizioni per materia, emerge che i contratti bancari richiamano maggiormente l’istituto, con il 18,5 per cento delle mediazioni iscritte. A seguire, i diritti reali con il 14,8%, il condominio con il 12,7%, la locazione con l’11,6% e i contratti assicurativi con il 6%. Andando però a vedere l’esito della mediazione per materia con aderente comparso, l’accordo viene raggiunto più spesso per i patti di famiglia (46%), seguiti dai diritti reali (38%), comodato (33%), divisione (31%), locazione (30%), successioni ereditarie (28%). Le statistiche del ministero si soffermano poi sulle varie tipologie di organismo di conciliazione, con quelli di altri ordini professionali che non siano di avvocati che hanno il più alto tasso di definizione con aderente che prosegue oltre il primo incontro o si accorda direttamente in esso (54,3%).
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